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Attualità | 18 novembre 2024, 18:02

Un sondaggio per raccontare violenze di genere: ad Asti raccolti 28 casi di violenza sessuale. Il 47% ha subito violenza psicologica, verbale o economica

“Sorell3 io ti credo” voluto da Non Una di Meno, in due settimane ha raccolto più di 120 risposte. Corteo il 25 novembre alle 18

Un sondaggio per raccontare violenze di genere: ad Asti raccolti 28 casi di violenza sessuale. Il 47% ha subito violenza psicologica, verbale o economica

Non una di meno Asti ha avviato in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne un sondaggio per consentire in forma anonima di raccontare casi di violenza di genere.

Il sondaggio si chiama “Sorell3 io ti credo” perché, dicono da Non una di meno, "chi ha subito e subisce atti persecutori, stalking, umiliazioni e altre forme di violenza sappia di essere da noi creduta e, quindi, accolta e protetta". 

In meno di due settimane il questionario ha ricevuto più di 120 risposte, di cui al 92% appartiene a persone di genere femminile. 

Sono stati raccolti 18 casi di violenza fisica, 28 di violenza sessuale tra stupri e altri atti sessuali non consensuali e 47 palpeggiamenti. Il 47% ha subito violenza psicologica, verbale o economica da parte di un partner e il 24% stalking
"I numeri salgono ancora quando si parla di molestie (61%). Il campione è significativo di quanto la violenza di genere sia un problema sistemico che riguarda tutt* al di là di classe, etnia e condizione sociale", spiegano le attiviste che chiedono maggiori investimenti sui centri antiviolenza sul territorio. "Le istituzioni pubbliche e in particolare quelle scolastiche e le forze dell'ordine devono essere costantemente formate in modo da non sottovalutare i fatti di violenza".

"I femminicidi che si sarebbero potuti evitare, perché la vittima aveva denunciato il persecutore, sono di responsabilità di uno Stato che parla di sicurezza solo a fini propagandistici e non si occupa della prevenzione. Sono necessarie nuove case provvisorie di accoglienza per le donne vittime di violenza e per i loro figli e finanziamenti più significativi alle associazioni laiche che se ne occupano.

Per rimarcare con forza questi temi, tornano in piazza proprio nella Giornata dedicata alla sensibilizzazione contro le violenze. Appuntamento alle 18 per le vie di Asti ma i dettagli saranno resi noti a breve.

"Il 25 novembre non deve essere l’occasione per le istituzioni di farsi belle con discorsi retorici e inaugurazioni di panchine rosse. Il 25 novembre è un momento di lotta e di rivendicazione per tutte quelle soggettività che non possono più parlare. Perché non deve esserci una vittima di violenza di genere in più", rimarca Non Una di Meno.

Lo scorso anno scesero in piazza più di 1500 persone.

"Ma nulla è cambiato - rimarcano - anzi l’attacco del governo e della destra al potere è frontale alle femministe e a inesistenti teorie gender. Tutto pur di non affrontare il problema alla radice con le misure necessarie che da anni e senza sosta continuiamo a chiedere: prima fra tutte l’introduzione di programmi di educazione sessuo-affettiva, relazionale e al consenso in ogni istituto scolastico".

Alla data dell’8/11/2024 l’Osservatorio di Non Una di Meno nazionale  ha registrato 104 vittime di violenza di genere e patriarcale. Una ogni tre giorni.

Aurora aveva tredici anni quando, il 25 ottobre, è stata uccisa dall’ex fidanzato che non accettava la fine della loro relazione. Lo stesso giorno Sara, appena diciottenne, è stata uccisa dal vicino di casa.

Non sono state e non saranno le ultime. 

Betty Martinelli

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