Continua a crescere la mobilitazione civica contro il progetto dell’impianto per la produzione di alimenti per animali domestici promosso dalla holding Schiappapietra/Cerere SpA, da realizzare in un’area sensibile sotto il profilo paesaggistico e ambientale. L’associazione Castagnole Attiva, da mesi impegnata nel monitoraggio del progetto e nella difesa del territorio, lancia un nuovo allarme: “Proteggiamo la nostra terra – Respiriamo bellezza, non emissioni”.
Negli ultimi giorni il gruppo ha inviato una nota tecnica a oltre trenta enti, sia locali che nazionali, sollecitando un’attenta rivalutazione del permesso di costruire rilasciato dal Comune di Castagnole delle Lanze, nonostante il parere negativo della Commissione Locale del Paesaggio, i vincoli previsti dal Piano Regolatore vigente e le raccomandazioni della Regione Piemonte per le zone di rispetto (buffer zone) Unesco.
L’invito è chiaro: intervenire con un provvedimento urgente di sospensione in autotutela e attivare una valutazione d’impatto sul patrimonio (HIA - Heritage Impact Assessment), vista la vicinanza al Castello di Govone, sito riconosciuto Patrimonio dell’Umanità.
Progetto modificato: “Un impianto da digerire a piccoli lotti”
Durante la Conferenza dei Servizi del 27 maggio, convocata dalla Provincia di Asti per la sola Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), è emersa una modifica sostanziale: il progetto è stato suddiviso in lotti, con l’obiettivo di ottenere subito il via libera al primo edificio industriale, alto ben 26 metri (che arriverebbero a 28 con le ringhiere), a fronte di un limite di 10,5 metri previsto dal PRGC. Il completamento dell’intero impianto, secondo Castagnole Attiva, porterebbe l’altezza complessiva a 39 metri, in piena visuale del Castello di Govone.
Un dettaglio non secondario, soprattutto perché mai menzionato durante l’assemblea pubblica del 6 maggio e, a quanto pare, non noto nemmeno all’amministrazione comunale presente alla conferenza del 27. “Se nemmeno il Comune è informato pienamente, come possono esserlo i cittadini?”, si chiedono i promotori della protesta.
Odori, emissioni e dubbi sulla sicurezza
Altro tema cruciale riguarda le emissioni odorigene. L’ARPA ha richiesto approfondimenti tecnici vista la lavorazione prevista di farine animali e grassi, sostanze che potrebbero generare odori persistenti su larga scala. Nonostante le rassicurazioni dell’azienda, che ha definito la “torre” come non abitualmente frequentata da personale, il progetto prevede scarichi di fumi in ambienti chiusi, in potenziale contrasto con le normative sulla sicurezza sul lavoro. Per questo, sono stati richiesti accertamenti aggiuntivi.
Anche ASL, ARPA, SPRESAL e Vigili del Fuoco stanno preparando i rispettivi pareri scritti, che la Provincia trasmetterà all’azienda per richiedere integrazioni documentali.
Castagnole Attiva: “Progetto incompatibile col nostro territorio”
L’associazione ha ribadito in una nota le proprie ragioni:
Il progetto danneggia il paesaggio e compromette la visuale di un bene Unesco;
Rappresenta un rischio per la salute pubblica;
È incompatibile con la vocazione agricola e turistica del territorio;
Può mettere a repentaglio lo status Unesco della zona.
Per informare i cittadini e fare chiarezza su quanto emerso, Castagnole Attiva ha annunciato una nuova assemblea pubblica e il lancio di una raccolta firme cartacea, che si affiancherà a quella già online su Change.org (https://www.change.org/Castagnole_Attiva).