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Vacanze Astigiane | 03 giugno 2025, 13:40

Vacanze Astigiane premio, nel meglio di Castagnole Monferrato

Puntata premio per la vincitrice della seconda manche di “Caccia al refuso” che ha scelto fosse dedicata al tanto da scoprire in quel di Castagnole Monferrato

Il cortile dell'ex asilo infantile Regina Elena

Il cortile dell'ex asilo infantile Regina Elena

Giovedì scorso, la seconda manche della sfida di lettura "Caccia al refuso" di Vacanze Astigiane, ha nuovamente trovato in un lampo una vincitrice: Tecla Zelio, scrittrice di Asti. Tecla ha voluto farmi incentrare il Vacanze personalizzato, premio per aver trovato per prima il refuso, sul fascino inusuale di Castagnole Monferrato, borgo del Nord Astigiano ben ricco di cose da vedere e Ruchè da degustare. Un tempo ci passava una tranvia, lo sapevate? 

La tranvia Asti-Montemagno-Altavilla era una linea tranviaria interurbana che collegava Asti a diversi borghi del Nord Astigiano. Linea a binario singolo, in attività dal 1900 al 1935, che si sviluppava per oltre ventiquattro chilometri con fermate a Valenzani, Scurzolengo, Castagnole Monferrato, Montemagno e Viarigi, prima di raggiungere il capolinea di Altavilla Monferrato. 

Tranvia ormai solo lontano ricordo che non toglie comunque nulla al fascino di Castagnole Monferrato, borgo agricolo, connesso da un fortissimo legame tanto alla coltura della vite, quanto alla cultura del vino. Da lì arriva la sua ampia fama, grazie in particolare ad un vitigno autoctono e grandioso vino, il Ruchè. Non a caso l’estetica della piazza principale del paese è arricchita da una grande meridiana, la Meridiana del Ruchè. Vino e viticoltura sono ovunque e non solo come caratteri da panorami mozzafiato, conseguenze naturali della meravigliosa posizione panoramica da cui si gode l’infinito di un territorio vitivinicolo, Patrimonio Unesco. Vino un po’ ovunque, anche sotto terra, nel dedalo di grotte scavate nel tufo che sono i crotin, da visitare, in abbinata al Museo del Ruchè, da Ferraris Agricola.

Nel girare il posto, la prima meta d’obbligo, anche per rimanere in tema vinicolo, è la Tenuta La Mercantile, antica dimora dei Conti Rogeri all’entrata nord del paese, che ospita il torchio più grande d’Europa, datato 1790. Altro luogo di fascino è senza dubbio la settecentesca chiesa parrocchiale di San Martino che custodisce al suo interno ben tre tele di Gugliemo Caccia, detto il Moncalvo. L’edificio che però ritengo come più affascinante è l’ex Asilo Infantile Regina Elena, con le sue volte scenografiche e l’affascinante struttura ottocentesca in mattoni a scalinate e terrazze. Struttura ribattezzata “Cortile dei Camminatori di Domande”, nel 2018, in ricordo di Luciano Nattino, drammaturgo e cantore della memoria popolare che proprio a Castagnole aveva fondato un centro di studi e di ricerche teatrali.

E poi le strette vie del centro storico dall’atmosfera altamente suggestiva. Suggestioni da trovare condensate al massimo nel locale Ricetto, racchiuso nei resti dell’antica cinta muraria e caratterizzato da un corposo e ben tenuto melting-pot, mescolanza di edifici dalle diverse origini, storiche e strutturali: dalle case medievali alle cascine secentesche, fino a interessanti palazzi ottocenteschi. A non piccolo corollario i resti della fortezza medievale, databili tra l’XI e il XIV secolo. Dell’edificio originario restano i muri maestri, una torretta e una parte delle arcate trecentesche in cotto e arenaria. Insomma, un gran bel posto che, non a caso, attira frotte di visitatori ad immergersi tra piaceri e meraviglia. 

Grazie a Tecla per aver scelto di farmelo ricordare. 

Davide Palazzetti


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