Con un post su Facebook lungo come una confessione e sincero come un brindisi tra amici, Gippy Crosetti ha annunciato la fine di un’epoca. Chiude Dietro l’Angolo, il locale che da undici anni gestiva con il fratello Marco nel cuore di Asti, e con esso si chiude anche il sipario su 43 anni vissuti intensamente tra bar, tavoli da sparecchiare e palchi da costruire.
"Forse aveva ragione mia mamma", scrive Gippy all’inizio del suo post, con quel tono ironico e affettuoso che lo ha sempre contraddistinto. Lei lo voleva impiegato in banca, con il weekend libero e la biro posata il venerdì. Ma lui ha scelto il commercio, come papà. E da lì, una carriera fatta di sveglie all’alba, salumifici, mercati e poi locali iconici della città, diventati veri e propri pezzi di storia.
Il Bar Ligure e la Ferté: dove batteva il cuore di Asti
Il nome di Crosetti è legato indissolubilmente a due locali che hanno lasciato il segno: il Bar Ligure, che "abbiamo rifatto tutto nuovo e dove per 17 anni abbiamo spostato il centro di Asti in via Gobetti", e La Ferté, aperta quando il bisogno di restare vicino a casa si faceva sentire più forte. Ma anche lì, sabati e domeniche compresi, sempre con quella passione testarda che non conosce pause.
Quando la pista di motocross – altra sua grande creatura – ha chiuso, anche la Ferté ha dovuto mollare. Ma non è durata molto l’inattività: grazie al consiglio di Luca Andreoli, ecco nascere Dietro l’Angolo, nel locale che era stato un negozio di computer, diventato poi punto di riferimento per una ristorazione di carattere.
Una rivoluzione chiamata “apericena”
Col tempo, però, Gippy ha iniziato a sentirsi fuori posto. "Da quando è nata una delle parole più inutili, tristi e brutte: apericena", scrive, con quella vena polemica che gli è sempre appartenuta ma che cela una lucidità amara. Racconta di clienti sempre più esigenti, di mode discutibili, di allergie vere o presunte, e di una ristorazione che ha perso il senso dell’umanità. "Io ho già il mio da fare a fare più o meno bene il mio lavoro, figuriamoci se devo anche stare dietro a ‘sta roba!"
E poi le recensioni online, i "recensionisti", i cellulari a tavola, le richieste bizzarre, il ginseng che scambia per gin. Un mondo che corre troppo e che ha tolto un po’ di magia a quel mestiere fatto di contatto, risate, strette di mano e volti familiari.
Il saluto, tra gratitudine e ironia
Nel suo messaggio, Gippy ringrazia tutti. I colleghi dei locali amici – dalla Grotta al Cope, dall’Hard allo Stregatto, passando per l’Antico Granaio, Casa Dirce, il Cavolo a Merenda, il Cicchetto, il Galletto, il Caffè degli Artisti e tanti altri – e soprattutto i clienti. Quelli che c’erano al Ligure nelle notti bianche indimenticabili, quelli che lo hanno seguito alla Ferté, quelli che non hanno mai smesso di passare dietro l’angolo per un pasto, un saluto, un sorriso.
Tra tutti, un nome su tutti: Mary Resega, simbolo di un legame che ha attraversato fasi di vita, generazioni, stagioni intere. "Ti voglio bene! A te e alla tua splendida famiglia!" scrive con un nodo alla gola.
Ora tocca a Elisa e Davide
Il locale non chiude per sempre: passa in mano a Elisa e Davide, cuoca e pizzaiolo che secondo Gippy sapranno fare meglio di lui e Marco. Questa volta, ci tiene a dire, non si tratta di “fenomeni”, ma di persone vere, pronte a dare nuova linfa a quel piccolo angolo di ristorazione che ha saputo conquistare una città.
Gippy, invece, non va in pensione, quella è ancora lontana. Ma lascia il bancone, il banco, il fronte. Si prende il tempo di cui ha bisogno. E lo fa con lo stile di sempre, quello che lo ha reso, senza ombra di dubbio, uno dei volti più autentici della vita notturna e gastronomica di Asti.
"Vi voglio bene davvero! Tutto quello che ho fatto nel bene e nel male in questi anni è stato possibile essenzialmente grazie a voi. Clienti del Ligure, della Ferté, del Dietro l’Angolo: vi abbraccio e vi ricordo tutti con affetto!"