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Vacanze Astigiane | 31 luglio 2025, 18:00

Vacanze Astigiane tra i gusti di Philippe

Oggi Philippe Moreau, formaggiaio con banco al mercato di St Antoine a Lione, terzo straniero intervistato sul cosa lo avesse portato in vacanza nell’Astigiano

Roccaverano dop, primo tra i formaggi del tour caseario nell'Astigiano di Philippe

Roccaverano dop, primo tra i formaggi del tour caseario nell'Astigiano di Philippe

Lo ricordo bene: era inizio mese che, mentre stavo per tuffarmi in una trofia con il pesto fatto in casa, patate lesse e fagiolini, arrivano di seguito due telefonate da un numero strano: +33 6XXXXXXXX. Difficilmente rispondo alle presunte vendite, tanto più in presenza di un piatto di trofie, e così era stato anche in quell’occasione. Dopo qualche giorno stesso numero, ma altro orario. Rispondo. Era Philippe, un lionese che avevo avuto come ospite del mio country resort di Mombarone nel 2007. Ricordo bene anche lui, marcantonio poco più che trentenne, solare e mai zitto, che si era fermato due o tre giorni a conoscere Asti e dintorni, al seguito di una giovane moglie che per far lui ce ne sarebbero volute due e di una piccolina di poco più che due anni. 

Ricordo la sua passione smodata per i formaggi, diventata mestiere con un banco di prelibatezze casearie al mercato di St Antoine Célestins, il più grande di Lione, lungo le banchine del fiume Saône, di fronte alla Città Vecchia. Non faceva altro che raccontare, con la tipica enfasi gallica, formaggi francesi, tanto che alla fine, in replica della famosa Disfida di Barletta, del 1503, invece di contrapporre tredici cavalieri italiani ad un ugual numero di cavalieri francesi, avevo messo in campo una magica sequenza di grandiosi prodotti caseari, in gran parte locali o piemontesi, vincendo la tenzone, come in passato, già a metà tagliere, nella mitica sequenza Montebore, Castelmagno e Plaisentif. 

Poco prima di arrivare dalle nostre parti, con meta la mia Via dei formaggi Astigiani, aveva provato ad avvisarmi. Ora, arrivata l’ultima tappa del suo tour caseario in quel di Mongardino, prima di continuare la vacanze tra i formaggi della Valle Maira e quelli valdostani, ci aveva riprovato e ci siamo incontrati, per raccontarci quasi vent’anni di vita e i suoi quattro recenti giorni tra i formaggi dell’Astigiano, complice anche qualche bicchiere di buon Nizza.

Il suo tour era cominciato domenica 6 luglio, una delle Domeniche del Roccaverano dop, con porte aperte in molte aziende del Consorzio per conoscere e assaggiare. Capre, prati, formaggi, due allevatori e mastri casari, Stunz a Mombaldone, borgo meraviglioso, piccolo gioiello di intatto Medioevo, e Mattia di Bricco della Croce a Cessole. Qui Philippe e signora ricordano con entusiasmo l’imponenza gargantuesca della chiesa di san Sebastiano, spettacolo settecentesco, più grosso del paese stesso, ultimato nel 1784 su progetto dell’architetto Giacomo Carretto, con, stano ma vero, due chiese, una sull’altra: la superiore è la parrocchiale, quella di sotto l’oratorio della confraternita dei Disciplinati, detta anche dei Battuti. Una mole immensa di mattoni e pietre che li aveva colpiti e impressionati non poco. 

Poi si era dedicato al piccolo allevamento di mucche Rendena e valdostane, Fazenda Bricco Civetta, gestito da Lisa e Massi, tra le colline a nord di Nizza Monferrato. All'allevamento hanno abbinato un micro-caseificio dove producono formaggi a latte crudo e caglio animale, con sapori e profumi delle loro amate colline. Produzione limitata, di succulente mozzarelle che hanno allettato Philippe nel vederle fare da Lisa, poco prima di sbranarne un paio. Più vicini a Vaglio Serra che a Nizza, hanno visitato il piccolo paese immerso nei vigneti. Colpiti non tanto dall’estetica del suo castello, noto come Stella, dal nome dei primi proprietari, ma dal fatto che fosse stato recentemente acquisito da una cordata di imprenditori svedesi, che lo avevano trasformato in resort di grande charme. E ancora, si sono fermati, buon per loro, nell'affascinante giardino pensile antistante il palazzo municipale, giardino dei tassi centenari, eccezionale punto panoramico, luogo di pace troppo facile da ricordare.

In mattinata erano passati a conoscere Lucia che gestisce a Mongardino, con infinita passione, un’azienda tutta al femminile: I formaggi di Bianchina. Passione per le capre, diventata azienda quasi per caso, con le prime due prese più per tener puliti i campi attorno casa che per altro. Sorte volle che una fosse gravida e da lì l'amore non è potuto che crescere fino all’apertura del caseificio dove il latte caprino è trasformato in squisiti formaggi, dalle robiole al primo sale, passando per tomini freschi. Su indicazione di Lucia hanno scoperto il locale Sacro Monte, luogo assolutamente unico nell'Astigiano: quattro cappelle d'accesso, tredici ad anello sul colle e una piccola chiesa. 17 cappelle settecentesche, con i loro gessi policromi riportati in parte all'antico splendore. 

La prima notte di tour l’hanno trascorsa dove c’eravamo conosciuti, ma poi, nel non trovare quella calda follia che caratterizzava un tempo il posto, hanno scelto al volo su Airbnb una bella suite per 5, con giardino e terrazza vista vigneti, a Calamandrana. 

Il Nizza era finito e Philippe aveva da farsi un centinaio di chilometri per arrivare a Dronero. Un abbraccio e un mucchio di reciproche promesse, che saranno sicuramente disattese, nella chiara sensazione d’entusiasmo di chi aveva trovato quello che voleva. Trovato nell’Astigiano.

Davide Palazzetti


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