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Cultura e tempo libero | 13 dicembre 2025, 08:45

Gelindo a veglia: la tradizione piemontese del Natale in scena a Castagnole Monferrato

Domenica 14 dicembre alla Villa La Mercantile la commedia natalizia con J'Arliquato. Una storia di accoglienza e solidarietà scritta da Luciano Nattino

Gelindo a veglia: la tradizione piemontese del Natale in scena a Castagnole Monferrato

La domenica che precede il Natale si illumina di una luce particolare a Castagnole Monferrato, dove la Villa La Mercantile ospita domenica 14 dicembre, alle 16, la rappresentazione di "Gelindo a veglia", una tenera commedia natalizia che affonda le radici nella tradizione piemontese più autentica. Lo spettacolo si inserisce nel programma "Monferrato spirituale 2025", promosso dal Comune di Castagnole Monferrato e sostenuto dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione CRAsti e dalla Fondazione CRT.

La favola tradizionale piemontese

La storia che verrà portata in scena racconta di Gelindo, il primo contadino ad arrivare alla grotta – il crutin – dove è nato il Bambin Gesù. Secondo la tradizione, è proprio Gelindo a fornire l'indicazione a Giuseppe e Maria dove cercare riparo: non è un caso, poiché egli è il proprietario della grotta e il padrone del bue. Nel presepe piemontese, Gelindo occupa un posto d'onore, il primo pastore davanti alla capanna, con un agnello sulle spalle.

Quando arriva alla grotta, Gelindo non viene solo: porta con sé la sua famiglia e doni di accoglienza. Sua moglie Alinda offre un panno bianco alla giovane coppia, sua figlia Aurelia porta le uova, il cognato Medoro i formaggi, e il garzone Tirsi salamini e vino. È un gesto di solidarietà umana che trascende il religioso: è la comunità contadina che si fa carico di sostenere chi si trova nel bisogno.

Una versione fedele alla tradizione

La pièce rappresentata domenica rimane fedele alla "divota cumedia" della tradizione piemontese, interpretando la versione che Luciano Nattino scrisse per J'Arliquato, il gruppo folk di Castiglione d'Asti. Sul palco si alterneranno Pierluigi Ponzo, Silvia Masoero, Angela Bortot, Aldo Rizzone, Mauro Aspromonte, Ernesto Secco, Eleonora Bortot e Fiore Montanella, accompagnati dal coro di J'Arliquato e dalla collaborazione di Patrizia Camatel.

È una scelta consapevole quella di affidare questa storia a un ensemble locale: garantisce autenticità di linguaggio, di tono, di sensibilità culturale. La lingua piemontese non è un elemento decorativo, ma il veicolo naturale attraverso cui la comunità locale riconosce se stessa e la propria identità.

Quello che emerge da questa favola, a più di due millenni dalla sua collocazione temporale, è un messaggio ancora straordinariamente attuale. In un'epoca dove il tema dell'accoglienza è centrale nelle nostre società, la figura di Gelindo – il contadino che apre la sua proprietà, la sua grotta, la sua tavola – rappresenta un modello di solidarietà consapevole e generosa. Non è carità calata dall'alto, ma gesto fraterno di una comunità che riconosce l'altro nel suo bisogno.

La tradizione piemontese, in questo senso, custodisce una saggezza che merita di essere riscoperta e tramandata, soprattutto in un contesto dove le nuove generazioni hanno sempre meno occasioni di entrare in contatto con il patrimonio culturale immateriale delle loro radici.

Lo spettacolo si terrà domenica 14 dicembre alle 16 presso la Villa La Mercantile di Castagnole Monferrato. L'ingresso è libero.

Per informazioni: cell. 3287069085 - archivioteatralita.it

Redazione

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