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In Breve

| 09 settembre 2019, 13:41

Alla Douja d'Or vi toccherà scegliere tra 112 rossi

Proseguendo gli approfondimenti dedicati al ricco Settembre Astigiiano, Davide Palazzetti ci guida alla scoperta di alcuni dei vini d'eccellenza presenti al Salone

Alla Douja d'Or vi toccherà scegliere tra 112 rossi

E’ da poco cominciata la festa del vino, la Douja d’Or. Il centro di Asti è diventato enorme cantina, con degustazioni sparse tra piazze, saloni e cortili dei nostri più importanti palazzi storici. Bellissimo.

Occasione unica per degustare tantissimi vini: quelli selezionati sono 268. 112 i rossi, provenienti da diverse regioni italiane, dal Piemonte 57. Vista l’impossibilità fisica di assaggiarli tutti, vi toccherà scegliere.

Per dare una mano, vi propongo le mie scelte. Tanto per cominciare restringiamo il campo per arrivare a tre proposte, solo i premiati: i rossi sono nove, quattro piemontesi, due dell’Astigiano...assai più facile scegliere.

Partirei allora con un Castel del Monte Nero di Troia DOCG Riserva 2014, aristocratico vino della Cantina Ruvo di Puglia, Bari: colore rosso intenso, tipico del vitigno, il Nero di Troia, più antico e rappresentativo di quella regione. Al naso arrivano subito i frutti rossi, e poi piacevoli sentori di affumicato, tabacco e vaniglia, arricchiti dalle spezie del legno, giuste, che odio i vini troppo legnosi, che lo ha cullato per una dozzina di mesi. In bocca velluto e tannino perfetto, pur se importante.

Da sud a nord: come secondo assaggio l’Alto Adige Lagrein Riserva 2016, prodotto di punta, nella linea Maturum di Martini K.& Sohn, Bolzano. Il Lagrein è certamente il vitigno a bacca rossa più caratteristico e pregiato dell’Alto Adige, qui si presenta nel suo colore rosso granata intenso, con un gradevole profumo di viole, mirtillo e more, sapore intenso e complesso, pieno e vellutato con sfumature di cioccolato amaro e pepe.

Terzo e ultimo, Sardegna: Isola dei Nuraghi Cagnulari 2017. il Cagnulari è un antico vitigno di probabile origine spagnola diffuso soprattutto nel sassarese, in seguito al dominio aragonese del seicento. Aromi di piccoli frutti rossi, sottobosco e spezie si fondono ed esaltano un gusto equilibrato e persistente. Colore rosso rubino intenso. Grande intensità aromatica, con sentori di confettura e geranio. Asciutto e piacevolmente sapido con struttura calda e vivace, in cui si percepiscono delicata acidità e morbidezza di tannini.

Davide Palazzetti

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