Anche Asti ha la sua tassa di soggiorno e se nel bilancio di previsione era stato stimato un introito di 150.000 euro per la città, al momento l’introito è di 136.000 euro; soldi usati per varie attività nel rispetto del vincolo d’uso e, come anticipato in conferenza stampa questa mattina dal sindaco Maurizio Rasero “per il prossimo anno 90mila euro verranno destinati all’Atl".
L’assessore Renato Berzano (Bilancio e Tributi, ma anche Ambiente e trasporti, quindi particolarmente coinvolto) ha ricordato che l’attività di controllo svolta dalla Polizia Municipale da metà luglio era uno degli impegni presi con gli albergatori che avevano fatto presente l’esistenza di determinate attività di accoglienza senza nessun tipo di regolamentazione.
“Un lavoro complicato individuare le strutture abusive, ha spiegato Berzano, un’indagine importante e delicata che ha portato miglioramenti anche dal punto di vista della legalità. Lo dovevamo agli albergatori. A seguito di questi controlli, il nostro ufficio tributi sta facendo ulteriori aggiustamenti, molti si sono regolarizzati, alcuni sono 'scomparsi'.
I controlli sono avvenuti in ambito cittadino, preghiamo chi ha attività nelle frazioni di mettersi a posto in tempo”.
Anche il neo assessore alla Sicurezza e Polizia Municipale, Marco Bona ha rimarcato la difficoltà dell’attività di ricerca, lunga e complessa, partita da internet, incrociando i dati e andando direttamente dalle persone.
“Era un lavoro in aggiunta all’ordinario, un’azione che può interessare anche la Guardia di Finanza. L’azione non aveva fine repressivo ma solo far presente che la normativa è cambiata (il Regolamento Regionale è di giugno 2018) e che gli adempimenti devono essere fatti”.
La parte “del leone” è stata naturalmente della Polizia Municipale guidata da Riccardo Saracco che ha ribadito che i controlli saranno estesi a breve nelle frazioni.
“Dal 17 luglio al 3 novembre abbiamo fatto una serie di controlli sulle attività ricettive extralberghiere. Su 67 strutture, 16 non sono state trovate, 51 controllate. Siamo partiti da un file trasmesso dalla Atl, ma alcune non risultavano autorizzate e abbiamo fatto ‘i cani da tartufo’. La maggior parte delle strutture sono su Airbnb e non è stato facile ricostruire, non ci sono insegne. I risultati sono stati comunicati all’ufficio Tributi (anche per la Tari) e allo sportello che dovrebbe autorizzare queste attività”.
Al momento non sono state erogate sanzioni (il regolamento è relativamente nuovo), ma le persone sono state informate, ovviamente chi non si mettera a norma, esplicitandolo al Suap, scatterà la multa da 1000 a tremila euro.