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Attualità | 12 gennaio 2019, 08:34

Oggi in piazza Castello la manifestazione Si Tav

Una rappresentanza astigiana si schiera tra chi è d'accordo con la costruzione della linea Torino-Lione

Oggi in piazza Castello la manifestazione Si Tav

Apartitico, senza bandiere politiche, sospinto dalla cosiddetta società civile che vuole la realizzazione della Torino-Lione.

Alle 11.30 di oggi una nuova manifestazione Sì Tav è pronta a colorare piazza Castello, diventata ormai l'arena in cui si sfidano a colpi di slogan e appuntamenti i due fronti contrapposti sul tema TAV.

Tra i numerosissimi aderenti anche alcuni rappresentanti dei comuni astigiani come Cinaglio, Buttigliera, Portacomaro, Costigliole, Roatto, Aramengo, Castagnole Lanze, Baldichieri, Calosso, Moasca, Piovà Massaia, Incisa, Quaranti San Martino Alfieri

Il sindaco Maurizio Rasero si è dichiarato " a favore della realizzazione della Tav. ma voglio portare - aggiunge- anche le istanze della città inserendole in un discorso più generale che affronti la questione delle infrastrutture in questa Regione".

Nella grande piazza Si Tav, a Torino, c’erano anche questa mattina, tra gli oltre trentamila manifestanti, Angela Motta, Vicepresidente del Consiglio Regionale, numerosi sindaci e amministratori dell’Astigiano: il modo più diretto per ribadire l’urgenza di andare avanti sul progetto del nuovo tracciato per non condannare il Piemonte all’isolamento.

Volere la Tav - dichiara Angela Motta - significa costruire un pezzo di futuro che porti sviluppo e benessere alla comunità piemontese. Di segnali negativi ce ne sono stati fin troppi in questi anni, per non parlare delle ultime settimane: Asti che perde i Frecciabianca, un governo che non investe e le avvisaglie su un’altra possibile recessione nel nostro Paese disegnano un contesto non favorevole alla crescita”.

"Il Piemonte - sottolinea Motta - vuole andare avanti e lo vuole fare in fretta. I due deputati astigiani a Roma come difenderanno il nostro territorio avendo sulla Tav posizioni diametralmente opposte? Noi amministratori astigiani abbiamo voluto essere presenti oggi a Torino anche per ribadire al governo che vanno concluse altre opere importanti come l’Asti-Cuneo: a Roma è ora di dare risposte, basta rinvii e litigi su ogni cosa".

E se a iniziare nel mese di novembre furono proprio i sostenitori raccoltisi attorno alle sette "Madamin" e al conteporaneo movimento di opinione promosso da Mino Giachino, ex sottosegretario ai tempi del governo Berlusconi, l'8 dicembre ha sancito la risposta di chi, invece, alla grande infrastruttura tra Italia e Francia si oppone.

Quel popolo No Tav che dalla valle ha portato nel centro di Torino i suoi colori e le sue modalità di espressione collaudate da anni di lotta e di protesta.

Quello che si consuma oggi, dunque, è il terzo atto di questa vicenda, accompagnata in parallelo dalla telenovela legata all'analisi costi-benefici: strumento decisivo, per il governo e in particolare per il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Spada di Damocle realizzata appositamente perché dia risultati di un certo orientamento, per chi invece non si riconosce nei dubbi e nelle titubanze dell'esecutivo.O meglio, parte dell'esecutivo.

Perché se è vero che il mondo grillino era e resta fieramente no Tav (ma sarebbe riduttivo sovrapporre completamente le due dimensioni: non sono pochi gli oppositori alla Torino-Lione che non si riconoscono nel Movimento 5 Stelle), il socio di minoranza del Governo, rappresentato dalla Lega e da Matteo Salvini, ha sempre scelto una posizione più morbida, quasi attendista. E nella giornata di giovedì, a poche ore di distanza dalla presentazione della manifestazione di questa mattina, ha di fatto sciolto le riserve aderendo di fatto all'evento di oggi.

Un passaggio legato a doppio filo proprio al lavoro "diplomatico" fatto da Mino Giachino, che si è premurato di "scolorire" da qualunque tinta politica l'evento, garantendo soprattutto al Carroccio che non sarà un appuntamento contro il governo Lega-Cinque stelle.

Altro elemento caldo è quello del referendum, strumento consultivo sbandierato a più riprese dal governatore del Piemonte Sergio Chiamparino (con possibile estensione anche ad altre regioni del Nord Italia), in caso di decisione negativa da parte di Roma. E anche in questo caso il ruolo della Lega è stato di certo non marginale, visto che proprio Giachino ha rivelato come sia stato il Carroccio a rispolverare una proposta di legge ferma in Consiglio regionale che permetterebbe di introdurre la consultazione popolare su questi temi nel giro di poche ore, se i tempi lo rendessero urgente e necessario.

Insomma, sarà una manifestazione apartitica, ma i contenuti politici locali e nazionali saranno evidenti, oggi, in piazza Castello. E accanto agli organizzatori e alla cosiddetta società civile ci sarà anche la folta rappresentanza del mondo economico. Un mondo mai così compatto nel dire sì alla Tav e di certo poco avvezzo a scendere in piazza. Ma che ormai ha "sdoganato" anche questo elemento di presenza politica e di manifestazione del proprio pensiero.

Saranno 33, come ormai abitudine, le sigle rappresentante. E l'unica frattura si registra nel mondo sindacale, dove la Cgil (e in particolare il suo settore metalmeccanico rappresentato da Fiom) da tempo ha messo in chiaro la propria molteplicità di vedute in chiave TAV.

Un elemento altrettanto caratteristico dell'appuntamento di oggi - che gli organizzatori hanno sottolineato essere un flash mob e non un'adunata della portata della scorsa volta, cercando anche di sottrarsi al braccio di ferro dei numeri che inevitabilmente si era scatenato calcolando le presenze alle diverse manifestazioni - sarà quello legato alla presenza dei sindaci. Senza fasce tricolori, si è detto, proprio per dribblare le polemiche che avevano accompagnato la piazza no Tav, ma ciascuno con un cartello che riporterà il nome del territorio di appartenenza, quasi a restituire in maniera "plastica" la diffusione del sostegno a un'opera che, mai come in questi giorni, sembra essere a rischio

Cinzia Gatti

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