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Politica | 24 gennaio 2019, 12:32

Nelle carceri piemontesi uno sportello per aiutare i detenuti a trovare lavoro dopo il fine pena

I carcerati potranno partecipare ad attività di orientamento, accompagnamento al lavoro interno ed esterno, incrocio domanda-offerta tramite sportelli istituiti internamente e gestiti da operatori dei servizi accreditati

Nelle carceri piemontesi uno sportello per aiutare i detenuti a trovare lavoro dopo il fine pena

Uno sportello lavoro all'interno delle 13 carceri piemontesi per aiutare i detenuti vicini al fine pena nel reinserimento sociale e lavorativo.

È questo l'obiettivo del protocollo, della durata triennale, firmato questa mattina dalla Regione Piemonte, dal Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria per il Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e all'Ufficio regionale del Garante dei detenuti.

I carcerati potranno partecipare ad attività di orientamento, accompagnamento al lavoro interno ed esterno, incrocio domanda-offerta tramite sportelli istituiti internamente e gestiti da operatori dei servizi accreditati. Alle politiche attive potranno affiancarsi interventi socio-educativi, di mediazione linguistica e culturale o laboratori e seminari formativi. 

"Attualmente - ha spiegato il Garante Regionale Bruno Mellano - nei 13 istituti piemontesi ci sono 4.478 carcerati, la maggior parte con una pena a medio-breve termine." "Nei prossimi 12 mesi - ha aggiunto - saranno oltre 800 coloro che usciranno dalle strutture: l'intesa si rivolge, nei prossimi 4 anni, ad una platea potenziale di circa 2.300 persone. È necessario costruire percorsi di uscita reale dal carcere, anche per una sicurezza generale dei territori."

"La pena - ha commentato il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino - deve essere pensata come istituto rieducativo, non come vendetta." "Ogni riferimento a sceneggiate viste in questi giorni - ha aggiunto il governatore con riferimento all'arresto di Cesare Battisti - è voluto. Il protocollo firmato oggi è importante perché contribuisce a superare le difficoltà che ostacolano il pieno esercizio dei diritti dei detenuti."

A copertura dei costi delle attività, come ha spiegato l’assessore regionale al lavoro Gianna Pentenero, la Regione ha stanziato inizialmente 3 milioni di euro euro grazie a risorse provenienti dal Fondo sociale europeo.

Redazione


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