/ Curiosità

Curiosità | 29 gennaio 2019, 15:23

Con la scomparsa di Mario Delpui, storico acciugaio, Asti perde un altro pezzo della propria 'storia' recente

In un video tratto dal "Banco delle Memorie", il commerciante ha raccontato il suo antico (e ormai pressoché abbandonato) mestiere

Mario Delpui

Mario Delpui

Asti perde un altro pezzo delle sue tradizioni, è morto ieri Mario Delpui, lo storico acciugaio di Asti. Aveva 92 anni ed era nato in borgata Pagliéres di San Damiano Macra (CN) il rappresentante dell’ultima generazione di una vera e propria dinastia di acciugai. 

Gli acciugai che fin dal medioevo hanno percorso le strade d’Italia e di mezzo mondo provengono tutti dalle povere borgate montane nel territorio alpino di lingua occitana (Val Maira, Valle Grana, Val Varaita…), a testimoniare lo stretto legame esistente tra la provenienza di questo popolo e lo sviluppo dell’attività. Essi costituiscono una vera e propria corporazione, con regole rigide tramandate oralmente - naturalmente in lingua occitana.

Al mestiere dell’acciugaio erano avviati, intorno all’età di 12-14 anni, molti giovani montanari che non avrebbero avuto altro mezzo di sostentamento per loro e per la famiglia, specie durante i lunghi e severi inverni alpini. Un lavoro duro, che cominciava con un praticantato sotto padrone, che implicava l’abbandono della propria casa per commerciare in pianura, nella zona assegnata, ma che costituiva anche un’opportunità di uscire dall’indigenza, se non addirittura di “far fortuna”.

Ed è proprio questo il caso di Mario Delpui, dotato di buon talento commerciale, acciugaio non per vocazione ma perché “così ha deciso il padre”, che riesce comunque a conciliare il mestiere con gli studi (fino al diploma di ragioneria), e che diventa l’acciugaio per eccellenza della città di Asti e dei comuni limitrofi. Di casa in casa, di collina in collina, col proprio carretto carico di acciughe, sotto il sole o nella neve, Mario non è solo un commerciante, ma diventa una personalità nota e molto benvoluta nella società contadina che frequenta.

Attraverso la sua affascinante testimonianza Delpui dipinge per l’ascoltatore l’affresco della società rurale piemontese del Novecento, descrivendone i protagonisti, la povertà e lo sviluppo, le classi sociali. Attraverso le sue parole, da cui trapela continuamente una vasta competenza accumulata in una vita, conosciamo le materie prime, dall’acquisto delle partite all'asta alla tecnica di lavorazione e conservazione; le strategie di vendita e i rischi economici connessi all’attività; la storia del commercio del pesce conservato prima e dopo le Guerre; le virtù nutrizionali dell’acciuga; le regole di condotta dell’acciugaio. Il tutto impreziosito da considerazioni sulla vita, sulla società, sull’attaccamento alle proprie radici, espresse in modo inaspettatamente poetico, e pertanto ancor più efficace e vivido. (Fonte Banco delle Memorie).

"La notizia mi rattrista molto - scrive Massimo Barbero degli Acerbi - lo avevamo intervistato a ottobre del 2017 per il progetto di Nattino 'Banco delle Memorie'.

Un incontro davvero indimenticabile, una lunga chiacchierata. Arrivò con appunti, date, ecc per l’occasione. Era molto contento di raccontarsi. 

 

La video intervista realizzata da Patrizia Camatel, regia video di Riccardo Bosia

Ancora una volta  - continua Barbero - penso a quanto sia prezioso questo progetto di Luciano e l’intento che lo muove. Siamo biblioteche che scompaiono. Questo è un modo per “riuscire a documentare, a fissare, a tramandare gli aspetti più espressivi della memoria orale in quanto essi sono legati, necessariamente, alle persone più anziane trasmettitrici di tale memoria, e dunque destinati in breve tempo a scomparire. Intendiamo qui riferirci a quel patrimonio di cultura contadina, artigiana ed operaia costituito dai racconti, dai modi di dire, dalle espressioni gergali, dai proverbi, ecc. (legati spesso alla lingua piemontese) ma soprattutto ai gesti, ai movimenti, alle posture, agli sguardi, ai segni, ai colori delle espressioni non verbali, agli aspetti fonici, ecc. tipici di un ambiente, di un habitat culturale collegato a uno specifico mondo familiare e di lavoro.”

Curagi.

Massimo Barbero

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium