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In Breve

| 25 febbraio 2019, 12:06

A Gastronomix si uniscono sapori, storie e culture

Reportage di una settimana, dal 18 al 23 febbraio, tra Canavese e Monferrato, all'insegna dell'enogastronomia locale che ha coinvolto esperti da tutta Europa

A Gastronomix si uniscono sapori, storie e culture

Vino, cibo, prodotti del territorio e paesaggio sono  ingredienti fondamentali per raccontare storia, tradizioni e cultura di un luogo.

Quando avviene la contaminazione tra luoghi diversi del mondo, attraverso professionisti de settore,  ecco che nascono connubi inaspettati.

Questo è accaduto durante Gastronomix, festival ideato da  Progetto Wine & Food di Collisioni, Consorzio Vini DOCG Caluso, Carema e Canavese in collaborazione con il Consorzio Barbera D'Asti e Vini del Monferrato e con il Consorzio Riso di Baraggia.

Dal 18 al 23 febbraio, il festival enogastronomico a cavallo tra le colline del Canavese, le risaie vercellesi e biellesi e il Monferrato, ha coinvolto chef stellati ed emergenti da tutta Europa, gionalisti di settore, sommelier, che hanno partecipato a un considerevole numero di eventi tra visite, masterclass, showcooking, degustazioni e cene  con protagonista la cucina piemontese e le sue mille sfaccettature.

Le location

 L'evento si è aperto  nel territorio del Canavese per spostarsi poi ad Asti, tra degustazioni, laboratori e cene a cura di grandi chef europei aperte al pubblico.

In Canavese siamo davvero felici di avere questa grandissima opportunità, che per noi rappresenta un’iniziativa importante per dare visibilità internazionale al nostro lavoro” prosegue Caterina Andorno, Presidente del Consorzio Vini DOCG Caluso, Carema e Canavese.

 Il castello di Costigliole è diventato scenario di una serie di workshop con ospiti internazionali altamente qualificati alla scoperta delle varie denominazioni tutelate dal Consorzio (che ha sede proprio nel maniero) dalla padrona di casa, la più conosciuta Barbera d’Asti a Grignolino, Ruchè, Albarossa, Albugnano. "Vini dalla grande versatilità – sottolinea Filippo Mobrici, presidente del Consorzio della Barbera d’Asti - capaci di dialogare con tradizioni gastronomiche anche lontane, come dimostra il loro successo nel mondo. Non solo abbinamenti ma vini che diventano preziosi ingredienti nei piatti".

La sera  si sono svolti gli show cooking delle stelle Michelin e dei migliori ristoratori astigiani grazie alla partnership con L’Associazione Ristoratori e Albergatori Astigiani, per proseguire con attività di educational e cooking-lab, il tutto all’Enoteca La Buta e la adiacente Osteria il Podestà.

"Una quarantina di ospiti internazionali per serata. Professionisti particolarmente informati, preparati e attenti – commenta Bruno Violato, presidente dell’associazione – seguono le preparazioni, assaggiano, rivolgono domande, prendono contatti".

Gli chef piemontesi

Protagonisti degli show cooking, il Due Stelle Michelin piemontese Gian Piero Vivalda; gli stellati Walter Ferretto de “Il Cascinalenuovo”, Davide Palluda, Chef del ristorante “All’Enoteca” di Canale e fondatore del Laboratorio DP, Andrea Ribaldone, de “l’Osteria l’Arborina”, Gabriele Boffa, chef del “Relais Sant’Uffizio” a Penango (At), Flavio Costa (Ristorante 21.9*, Piobesi d’Alba) , Enrico Trova (Osteria del Diavolo), Mariuccia Ferrero (Ristorante San Marco*, Canelli),

 

I relatori

A guidare la manifestazione è stato Ian D’Agata, direttore creativo del Progetto Wine & Food di Collisioni, nonché di Indigena, il festival che si tiene annualmente a Barolo, e direttore scientifico del corso 3iC, che ha illustrato agli ospiti i segreti della cucina di Piemonte, con le sue materie prime e la sua tradizione gastronomica in abbinamento ai grandi vini del territorio. "Con Gastronomix si apre una pagina importante per i nostri produttori” commenta il direttore scientifico Ian D’Agata. Se infatti il Progetto Vino di Collisioni ha consentito in questi anni l'arrivo sul territorio di centinaia e centinaia di altissimi professionisti del settore vino, negli anni Gastronomix farà lo stesso col food, consentendo una maggiore interazione dei nostri prodotti agricoli e vini d’eccellenza con i più quotati Chef a livello mondiale: appassionarli alla nostra tradizione è la chiave per far arrivare i nostri vini e i nostri prodotti sulle tavole che contano davvero, consentendo così la loro penetrazione nei mercati esteri”.

 

Ogni chef ha raccontato il suo percorso, la sua formazione e la sua filosofia in cucina. Joe Barza, chef libanese che ha ripercorso la sua carriera, ai tempi in cui essere chef  significava scontrarsi con pregiudizi sociali Barza ha spiegato: “Quando ho cominciato la figura di chi cucina non era per niente da vip come quella di oggi : anche per questo ho lavorato e viaggiato in ogni parte del mondo per provare, assaggiare, conoscere, sperimentare e poi ho sentito il bisogno di tornare alle radici, riconoscendo al mio paese una ricchezza culturale e gastronomica che meritava di essere racconatat attraverso i piatti".

C’è invece chi, come l'ungherese Adam Pohner ha raccontato l’impoverimento della cultura enogastronomia durante il comunismo, dove "la povertà e la carenza di materie prime rendevano l’atto di alimentarsi come pura necessità di sopravvivenza,nulla di più.. “.

"Un’esperienza che mi ha arricchito – commenta lo chef svedese Gunnar Forssell, decano della cucina nordica,– è la prima volta che visito Asti e Costigliole ma da 18 anni porto a Torino la cucina svedese.Ne  mio paese, a causa del monopolio e del rigido controllo sugli alcolici, si andava nei ristoranti solamente per bere, non esisteva una cultura del buon cibo. Solo gli chef, oggi, che hanno il compito, soprattutto in Svezia, di educare il cliente ad apprezzare la buona cucina, i prodotti e i grandi vini come quelli del Piemonte”.

Le serate a tema

Forssell  è stato ai fornelli al ristorante L’Angolo del Beato per proporre una cena tradizionale svedese in abbinamento ai grandi vini del Monferrato e del Canavese .

Per chiudere con il botto, sabato si è svolta la cena a tema al ristorante stellato Ca’ Vittoria di Tigliole: con il 26enne chef inglese Charlie Tayler, ora all’esclusivo Ristorante Alyn Williams nel cuore di Mayfair a Londra . Sua spalla in cucina lo chef stellato Massimiliano Musso.

Un menù eclettico con una grande attenzione alle sfumature nel sapore e nei colori,con prodotti freschissimi come barbabietole, rabarbaro, puntarelle, mele, arance che hanno regalato ai piatti leggerezza e profumo, ben sposati ai calici di Erbaluce, Grignolino, Albarossa e Barbera d’Asti ed Erbaluce passito.

L’unico rimpianto degli chef arrivati in questa occasione nel Monferrato? Non potersi cimentare subito con le nuove ricette apprese durante i laboratori: “La bagna cauda di Mariuccia Boria, la crema di cardo Gobbo alle castagne di Enrico Trova, ilpiatto con (barbabuc, acciughe salate, nocciola e tartufo nero) utilizzato dallo chef Costa nella preparazione dell’antipasto. O i ravioli di fonduta di raschera al burro piemontese preparata da Palluda, ed il ricco piatto di Ferretto (cubo di sottopaletta) con la Barbera d’Asti…” raccontano “ Ma acqusite le ricette, le proporremo nei nostri ristoranti!

L'evento è stato un modo per scambiarsi esperienze, approfondire la cultura del vino e del food, conoscere in profondità i grandi prodotti artigianali italiani, mescolare tradizioni e, magari, inventare nuove collaborazioni che possano oltrepassare i confini nazionali. Insomma, creare collisioni enogastronomiche e melting pot culturale.

Gli ospiti

 

Nomi importanti come Christopher Haatuft, Chef norvegese fondatore della cucina neo-fiordica di Bergen; Marianne Lumb,  che nel suo ristorante di Notting Hill a Londra ha soddisfatto star quali Sophie Ellis Bextor, Pink Floyd, Jude Law  Elton John; la superstar della cucina danese Jeppe Foldager, medaglia d’argento al Bocuse d’Or; Maximilian Kindel, Chef presso il due Stelle Michelin Facil di Berlino, Gunnar Forssell, decano della cucina svedese, medaglia d’oro presso l’Accademia di Gastronomia di Stoccolma, e Karl Ljung, vincitore del premio Chef Of The Year.

Presenti inoltre l'ungherese Adám Pohner, rappresentare l’Ungheria alle finali europee del Bocuse d'Or; Kristofer Josefsson, Chef,  in Danimarca; Joe Barza, presentatore del programma televisivo Top Chef in Medio Oriente; Charlie Tayler, chef londinese di cui si è occupato recentemente il Financial Times;  sommelier quali Priscilla Van der Voort, e ancora giornalisti internazionali del settore come Karsten Thurfjell, Penna D’Oro della Accademia Nazionale di Gastronomia in Svezia; Lars Bjerregaard firma di punta della rivista danese Gastromand, la francese Anne Reverdy redattrice di Panier de Saison, Bartek Kiezun food editor di Kukbuk e docente di cultura gastronomica italiana in Polonia, Eric Riewer, giornalista con collaborazioni, con Le Monde, La Revue du Vin de France e la rivista di enogastronomia Gault & Millau.

Manuela Caracciolo

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