Il Palazzo degli Spagnoli è un’importante costruzione all’incrocio tra corso Alfieri e via Teatro Alfieri. Oggi imponente ma anonimo, certo non più capace di evidenziare il suo essere uno tra i luoghi più ricchi di storia in città.
Fu fatto edificare a fine ‘400 da Giangiacomo Trivulzio, grande condottiero di ventura, protagonista della storia italiana di quegli anni, col pallino di arte e cultura ed immense risorse per circondarsene. Nel 1495 Trivulzio venne nominato governatore di Asti da Carlo VIII, re di Francia, e definì la propria splendida residenza in città, acquistando dalla famiglia Falletti un gruppo di costruzioni nobili di origine medioevale, prospicienti la via Maestra. Ristrutturate a tempo di record, divennero un sontuoso palazzo a pianta quadrata con una importante corte interna, porticata a colonne con capitelli, di cui oggi se ne può ancora ammirare una manica.
A metà ‘500 il nipote Gianfrancesco Trivulzio, cedette il palazzo all'amministrazione di Carlo V di Spagna, che lo destinò ad ospedale per i soldati spagnoli che presidiavano la città. Da qui il suo nome. Nel 1587, terminato il presidio spagnolo ad Asti, passa a Corrado Asinari, vescovo di Vercelli, signore di Costigliole e governatore pontificio di Ascoli, Spoleto, Perugia, dell'Umbria e della città di Roma, altro personaggio storico di eccezionale importanza.
Più o meno nello stesso periodo il Comune stabiliva invece sede definitiva nel Palazzo di Città, bell'edificio di origini medioevali oggi barocco ad opera di Benedetto Alfieri, che verso fine Seicento subì il danneggiamento di alcuni ambienti fino a portarlo al decadimento. L'ingente spesa per il restauro spinse l’amministrazione comunale a tentare l'acquisto proprio di Palazzo degli Spagnoli.
Era il 1694 quando l’erede di Corrado, Ghiron Roberto Asinari di San Marzano, vende il palazzo per 15.000 lire al Comune di Asti. Il contratto viene però impugnato dal fratello del venditore che ritiene non congruo il prezzo; ne nasce un lungo contenzioso che blocca tutto. A risolvere definitivamente la questione ci pensò la guerra tra Piemonte e Francia, iniziata nel 1704, che colpì anche Asti, obbligando il Comune a recedere dal contratto, rinunciandovi definitivamente.
A fine Settecento il Palazzo venne poi venduto a tal Giuseppe Torre, che, secondo le dicerie del popolino, aveva trovato un tesoro di monete e oggetti preziosi nella cantina della casa dove abitava in affitto. Il Torre fece, ahimè, tramezzare ed abbassare gli imponenti saloni ricavandovi molti alloggi, e vi aprì un'osteria con annesso albergo.
Speriamo allora che, non aveste avuto ancora occasione di approfondire l’importanza storica di questo edificio, l’articolo vi offra lo spunto per farlo, con l’invito a guardarlo da domani con occhi nuovi, esempio eccezionale della ricchezza del patrimonio storico e monumentale di Asti, a riprova della considerazione che viviamo in un posto bellissimo.