Sull'obbligo di scontrini digitali elettronici, Uncem auspicava che del Decreto Crescita venissero definite le proroghe e le esenzioni per i piccoli esercizi commerciali nelle aree montane. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze non ha risposto a una serie di istanze arrivate dalle associazioni di categoria e da Uncem. Nel Decreto Crescita vi era la possibilità di fare modifiche alla norma, invece niente. Il rischio, come sulle fatture elettroniche, è che l'aumento di burocrazia - oltre al divario digitale che limita la connettività nelle zone alpine e appenniniche del Paese - metta in difficoltà in particolare i piccoli esercenti, costretti a nuove spese per adeguare i registratori di cassa, che diventeranno registratori telematici. L'invio dei dati dal 1° luglio 2019 riguarda i soggetti con volume d'affari superiore a 400mila euro, circa 260mila imprese in Italia. Per quelli di piccole dimensioni si parte il 1° gennaio 2020. Ma anche questi sei mesi in più per adeguarsi non sono sufficienti.
L'obbligo di utilizzare gli strumenti telematici a oggi, senza una modifica della norma come Uncem chiede, è dunque esteso anche agli esercizi che sono situati in zone dove non c'è copertura, dove la banda ultralarga sta lentamente arrivando. Vedremo, in mancanza di altri provvedimenti, se sarà sufficiente aver introdotto 12 giorni di tempo, concessi agli esercenti per trasmettere i dati dei corrispettivi giornalieri all'Agenzia delle entrate. Vedremo anche se, come scritto nel Decreto Crescita non ci saranno sanzioni per i primi sei mesi e come funzionerà la 'lotteria degli scontrini', sempre dal 2020, rivolta ai cittadini clienti, per la quale attendiamo di vedere il decreto attuativo".
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.