"I ragazzi non vedono l'ora di tornare in classe. Hanno voglia di normalità". Con le parole della professoressa Chiara Cerrato si sfata un mito.
I ragazzi astigiani hanno voglia di ritornare sui banchi di scuola, per imparare e socializzare di nuovo. Da oggi in Italia ogni scuola di ordine e grado e tutte le università rimarranno chiuse fino al 3 aprile, per cercare di fronteggiare l'emergenza Coronavirus.
Una decisione che l'ambiente scolastico astigiano ha accolto bene, certo, ma non senza preoccupazioni.
Didattica online in poco tempo
"La decisione di chiudere le scuole ad Asti è stata giusta fin dall'inizio: dobbiamo tutelare la salute di tutti e la scuola è un luogo di aggregazione molto grande. Tutto questo porta, ovviamente, un disagio per le famiglie. Ringrazio i Dirigenti Scolastici astigiani, perché in pochissimo tempo si sono organizzati con nuove piattaforme e strategie di apprendimento online", spiega l'assessore comunale all'Istruzione, Elisa Pietragalla.
Anche la didattica astigiana ha dovuto adattarsi alle nuove esigenze, diventando smart, a portata di tutti. Così fino al 3 aprile - salvo ulteriori comunicazioni - i ragazzi dovranno studiare da casa, attraverso un sistema di didattica a distanza, che desta comunque perplessità negli "addetti ai lavori".
È una sfida, è responsabilità. Chi ti controlla?
"I mezzi informatici sono fondamentali, certo, ma non possono e non devono sostituire le lezioni frontali in presenza. Sarà per i nostri ragazzi una sfida interessante, che li stimolerà a sviluppare un senso di responsabilità. A distanza non possiamo controllarli sempre e anche il potere del voto si perde un po'. Tra professore e alunno si crea un rapporto più paritario, ma deve esserci responsabilità", spiega il Dirigente Scolastico di Artom e Castigliano, Franco Calcagno.
Una situazione indubbiamente non semplice e distesa, che stimola gli stessi professori a dimostrare una certa vicinanza ai ragazzi.
"Ragazzi, noi ci siamo, anche dietro allo schermo di un pc"
"Vogliamo far capire ai ragazzi che non sono soli, che noi ci siamo, anche dietro allo schermo di un pc. La didattica online non è da sottovalutare ed è davvero efficace solo se c'è collaborazione tra le due parti", ci racconta una professoressa delle scuole medie di Costigliole d'Asti.
Video tutorial: anche i prof a scuola digitale
I docenti sono stati formati ad hoc per poter offrire un servizio digitale ai loro ragazzi. Molte scuole, infatti, hanno messo a disposizione dei loro professori dei veri e propri video tutorial del MIUR, per spiegare al meglio il funzionamento delle piattaforme da utilizzare.
L'anno scolastico è salvo. Niente sei politico
Il Governo tranquillizza: nessuno perderà l'anno scolastico, neanche le categorie più "a rischio", ovvero i ragazzi che quest'anno sono chiamati a sostenere esami di Stato (terza media e quinta superiore). In attesa di ulteriori disposizioni, non resta altro da fare che sperare. Il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha anche escluso, allo stato attuale, qualsiasi ipotesi di sei politico.
Gli stessi docenti lavorano da casa e si riuniscono in videoconferenze, nel puro rispetto delle normative.
La didattica digitale, attualmente, si sta dimostrando comunque un valido strumento per affrontare l'emergenza sanitaria. Più difficile e complesso è il quadro dei bimbi più piccoli, che, di fronte allo schermo di un computer, spesso si mostrano disorientati e tendono a perdere la concentrazione.
"Dopo l'agevolazione per i nidi comunali, stiamo studiando nuovi provvedimenti per venire in aiuto delle famiglie astigiane con bimbi piccoli a casa ancora per un bel po' di tempo", spiega l'assessore Pietragalla.
Ragazzi...
Volendo regalare un messaggio di speranza e ottimismo ai nostri ragazzi, condividiamo le parole di alcuni intervistati.
"Ai ragazzi chiedo di seguire i consigli dei professori. Questo è un anno difficile, ma sicuramente le loro indicazioni vi aiuteranno!", Elisa Pietragalla.
"Abbiate fiducia nel mondo che gli adulti vi stanno descrivendo. State a casa. Approfittatene per leggere e approfondire temi magari non trattati a scuola", Franco Calcagno.