Il professore di biologia entrò in classe. “Buongiorno proff!”. “Buongiorno ragazzi! Oggi parliamo di un argomento molto importante. Una materia fondamentale per la vostra crescita educativa: l’educazione civica. “Professore, mi scusi, ma che cosa è l’educazione civica?, chiese Paolo, sporgendosi dal banco della prima fila. Il professore sorrise. “L'educazione civica è lo studio delle forme di governo di una cittadinanza, con particolare attenzione al ruolo dei cittadini, alla gestione e al modo di operare dello Stato. All'interno di una determinata politica o tradizione etica, l'educazione civica consiste nell'educazione dei cittadini”.
I ragazzi smisero di parlare tra di loro e si girarono tutti verso il professor Mancini. “La storia dell'educazione civica risale a Platone nell'antica Grecia e a Confucio in Cina. Costoro hanno contribuito l'uno in Occidente, l'altro in Oriente, a elaborare i concetti di diritto e di giustizia da attuare nella vita pubblica”. “Wow! Che figata”, commentò Luigi. “Allora è una roba seria!”. Il professore si avvicinò alla grande piantina geografica dell’Italia, appesa alla parete e riprese il discorso. “In Italia, è stato Aldo Moro il primo a introdurre nel 1958 l'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole medie e superiori: due ore alla settimana obbligatorie, affidate al professore di storia, senza valutazione. Poi, di colpo è stata soppressa a partire dall’anno scolastico 1990/1991”. Il professore si interruppe e guardò fuori dalla finestra. Il suo sguardo si era incupito. “Mi scusi proff, ma perché è stata abolita?”, riprese Luigi, questa volta con un tono più contenuto. “No lo so”, rispose Mancini. “Forse perché l’abolizione di quell’ora di insegnamento è stato il primo dei tanti tagli di spesa che in tutti questi anni si sono abbattuti sulla scuola”. “Ma perché eliminare una materia che insegna a noi giovani come rispettare le regole, le persone, l’ambiente? Perché ci hanno tolto questo grande vantaggio nella nostra crescita?”, riprese Luigi, gesticolando, come di solito faceva, quando parlava di qualcosa che lo interessava veramente. Il professore sorrise sarcasticamente. “Forse perché qualcuno ha pensato che oramai la società italiana era diventata troppo evoluta e che per tanto, non era più prioritario insegnare “certe materie”. “Proff mi scusi”, si intromise Sara. “ Ora che mi ricordo mio padre mi ha parlato una volta di questa “Educazione civica” e mi ha detto che era «l'ora più noiosa della settimana», durante la quale si lanciavano aeroplanini di carta o si giocava alla battaglia navale, anche perchè per quella materia non era previsto il voto in pagella! Ma lei cosa ne pensa?”. L’uomo prese in mano un grande volume con in evidenza un titolo scritto in rosso, “Educazione alla cittadinanza” e, portandoselo al petto, riprese: “Io penso che questa lacuna di più di 20 anni ha contribuito non poco alla distruzione sistematica del senso civico non solo dei giovani, ma di tutta la nostra società. Ragazzi, avete mai letto i blog dedicati alla scuola su questo argomento? Molti bravi insegnati raccontano le conseguenze di questo autentico disastro culturale. Io penso che chi conosce, chi è informato, chi ha una cultura civica, sa come rispettare le regole e sa farle rispettare, creando così un vantaggio non solo per sè stesso ma anche per tutta la comunità. Il senso civico ti permette di affrontare momenti difficili, cambiamenti drastici e dolorosi, tutti uniti, per un unico obbiettivo!
Queste sono le basi di una società civile ed equilibrata. Ma oggi giorno di equilibrio ce n’è poco, perché la maggior parte della popolazione non è più in grado di distinguere il bene dal male. Non ci sono regole e quelle poche che ci sono, di solito non vengono rispettate, rendendo possibile ogni illecito”. “Condivido pienamente”, si intromise Ottavio. “Io penso che anche l'esplosione di violenza nelle scuole da parte di studenti bulli, spesso uniti in vere e proprie gang, dipenda dalla mancanza di senso civico, che induce molti giovani a violare qualsiasi regola di buona convivenza”. “Bravo Ottavio”, rispose il professore, girandosi poi verso una ragazza in penultima fila. “E tu cosa ne pensi, Genny?”. La ragazza sorrise. “Sì, anch’io condivido, ma secondo me, il discorso è più ampio: è proprio una questione di mancanza di educazione alla salute. Fin da piccoli ci viene insegnato di tutto! Impariamo a leggere, scrivere, a fare di conto. Ci vengono insegnate la letteratura, la geografia, le scienze, la storia fino a quelle conoscenze specifiche che un giorno diventeranno le basi fondamentali della nostra cultura. Un grande bagaglio che ci permetterà di scegliere la nostra vita professionale, nonché di inserirci nella società e di crearci la nostra famiglia. A mio parere però manca un percorso di formazione importante: “l’educazione alla salute”! A nessuno di noi viene insegnato come prenderci cura di noi stessi, come mangiare, cosa ci fa bene e cosa ci fa male. Nessuno ci dice quanto lo stress può farci ammalare. Quanto l’abuso di farmaci e di alcool può essere pericoloso. Nessuno ci parla dei valori importanti della vita, tra cui appunto il senso civico e il rispetto! Perché non ci insegnano a mantenerci in salute? Dovrebbe essere un nostro diritto, così diventerebbe anche un nostro dovere”. “Hai ragione Genny”, rispose Mancini. “Si parla poco di salute, perché siamo troppo concentrati sulla malattia e su come contrastarla. Io invece sono convinto che la strada giusta da intraprendere sia proprio quella della conoscenza e della consapevolezza che nel tempo ci permetteranno di fare scelte di salute per noi e per i nostri figli”. “Quindi proff, educazione civica e educazione alla salute viaggiano a braccetto?”, incalzò la ragazza. “Certo, una cosa non esclude l’altra, anzi si completano, si rafforzano. La prima cosa da fare è trasformare la “salute” da un concetto astratto a qualcosa di reale. Perché nella nostra società questo principio dovrebbe ritornare ad essere un principio prioritario, da insegnare e tramandare. Pensate che da millenni, interi popoli, con diverse culture, in diverse epoche storiche, hanno lottato per questo principio fondamentale. Pensate all’antica Grecia, esisteva una attenzione particolare nei confronti di tutto ciò che poteva garantire salute e benessere. Prendersi cura di sè stessi era un precetto fondamentale che veniva insegnato fin dalla giovanissima età e che permetteva di crescere con una condotta personale giusta ed equilibrata. La salute era uno stile di vita! C’era la cura del corpo e della mente! La persona era considerata un individuo unico, completo, in grado di migliorarsi e crescere nella consapevolezza. Oggi giorno, pensateci, è ancora così? Direi proprio di no.
C’è poca consapevolezza di ciò che fa bene o al contrario ci danneggia”. “Ma proff, a proposito di salute, l’altro giorno ho letto un articolo che parlava di Microbiota e sistema immunitario”, si intromise Francesco. “Che cosa è il Microbiota? Ed è vero che lui è fondamentale per la nostra salute?”. “Bravo Francesco. Hai proprio toccato il fulcro del problema. Perché tutto parte da lì: dal nostro intestino. La nostra salute organica/metabolica ma anche la nostra capacità di vivere in una società rispettandosi a vicenda, facendo, ognuno, scelte di salute che porteranno vantaggio per noi stessi e per la comunità, vi sembrerà impossibile, ma parte proprio dalla salute del nostro intestino. Provo a spiegarvi. Sempre più spesso si sente parlare della stretta correlazione che intercorre tra il Microbiota e il nostro Sistema Immunitario. Sono sempre più numerosi gli studi scientifici che comprovano quanto la nostra salute dipende anche, da quanto e come entrambi riescono a collaborare. Esiste uno stretto legame tra il Microbiota, questa numerosissima popolazione di microorganismi che vive nelle nostre mucose intestinali (pensate che sono dieci volte più numerosi delle nostre cellule) e i nostri globuli bianchi. E’ fondamentale però che ci sia tra loro una giusta modulazione e a questo scopo, concorre anche la nutrizione, in riferimento ai nutrienti che riusciamo ad apportare alle nostre cellule con i nostri pasti quotidiani. In questo caso parliamo di Immunonutrizione, che riguarda appunto il rapporto tra cibo e modulazione della risposta immunitaria. L'interazione tra cibo e sistema immunitario avviene a livello intestinale, dove è proprio il Microbiota a regolare l'attività immunomodulante, sintetizzando metaboliti che andranno a generare una appropriata risposta anti-infiammatoria o pro-infiammatoria. Il nostro sistema immunitario deve proteggerci con una adeguata reazione e seconda dell’entità patogena che deve contrastare: virus, batterio, parassita, tossina ecc. Tutto deve essere ben regolato. Perché un sistema immunitario efficiente, ben nutrito, saprà difenderci, perché questo è il suo ruolo”. “Questo cosa vuol dire?”, domandò Cristina. “Che anche attraverso il cibo noi riusciamo a influenzare il nostro stato di salute?”. “Certo”, rispose il professore. “Vi faccio un esempio. Avete mai sentito parlare dei Beta-glucani?”. Tutti risero. “E chi sono dei marziani?”, rispose Vincenzo. Il professore sorrise a sua volta. “Purtroppo per un certo senso sì, perché quasi nessuno ne parla. I beta-glucani, sono dei polisaccaridi che si trovano nella crusca dei cereali, soprattutto orzo e avena. Sono abbondanti anche nei funghi e nelle alghe.
Una volta introdotti con gli alimenti, i beta-glucani sono capaci di modulare il sistema immunitario, stimolando l'attività dei fagociti (una sottoclasse dei globuli bianchi che ha il compito di intrappolare e distruggere sostanze estranee come virus, parassiti e batteri), senza il rischio di indurre quella risposta immunitaria esagerata che è alla base di molti fenomeni allergici, di intolleranze e di malattie autoimmuni. In qualità di fibre solubili, i beta-glucani contribuiscono anche al mantenimento della salute gastrointestinale, aumentando la massa fecale e modificando il transito intestinale. Quest’ultima azione è importantissima visto che le mucose intestinali sono la “casa” del nostro sistema immunitario, per cui mantenerle pulite è sicuramente fondamentale. Quindi capite perché loro rafforzano il nostro sistema immunitario?”. “Proff”, si intromise Marta. “Io ho sentito parlare di probiotici. Che cosa sono? Anche loro sono dei marziani?”. “Questa la so io”, si intromise Ludovica alzando la mano. “Perché mia madre è una nutrizionista e parla sovente di loro. Sono dei microrganismi che hanno la proprietà di influenzare positivamente l’ambiente intestinale, preservando e ricostruendo la cosiddetta “flora batterica”. Quest’ultima è costituita da una notevole ed eterogenea popolazione di batteri che abita stabilmente nel nostro apparato digerente, ed in particolare nell’intestino. I probiotici sono presenti nel cibo fermentato: yogurt freschi, crauti, verdure fermentate, ricotta di capra o pecora, kefir, the kombucha, miso, tempeh”. “Ma che brava Ludovica”, rispose il professore. “Dieci e lode. Allora visto che l’argomento vi appassiona tanto, vi rivelo altri cibi che agiscono molto positivamente sul nostro Microbiota e di conseguenza sul nostro sistema immunitario. Vi leggo uno stralcio di un articolo interessante di Nutrigenomica… “Anche le vitamine sono ottime alleate del nostro sistema immunitario.
La vit. A è contenuta soprattutto nelle verdure arancioni; la vit. D in uova e pesce; la vit. E in oli vegetali, semi, nocciole, pinoli e mandorle; la vit. C in tutta la frutta, soprattutto negli agrumi, nell’acerola, nel succo di noni, ma anche nei peperoni e nel prezzemolo ; la vit. B in carne, uova, formaggio e latte. Tutte hanno una forte azione modulante sul sistema immunitario. Importantissima anche la fibra, in specifico i FOS (frutto-oligosaccaridi), che riducono il tempo di transito del cibo nel colon, stimolando la peristalsi. Modulano l'assorbimento del glucosio e riducono quello del colesterolo. Attraverso la loro fermentazione permettono la sintetizzazione di importantissimi acidi grassi a catena corta con una azione trofica e protettiva della mucosa intestinale, favorendone l'integrità e quindi il giusto assorbimento dei nutrienti. Nutrienti fondamentali per il nostro sistema immunitario”. “Proff, che figata!”, esclamò Ludovica. “Ma lei non potrebbe proporre in parlamento l’introduzione di una nuova materia?! Educazione civica e alla salute. Ci insegnerebbero a fare “scelte di salute”, come ad esempio saper riconoscere il cibo di qualità, quello che potenzia le nostre cellule. Cosa ci fa male e bene, ci renderebbe più forti e meno ansiosi. Impareremmo a rispettare più noi stessi e gli altri. Magari potremmo imparare a gestire lo stress, perché sapremmo quanto lui, se mal gestito, può farci ammalare.
Ci insegnerebbero a non dare nulla per scontato ma a essere grati per quello che abbiamo, perché magari lo abbiamo conquistato con l’impegno e i sacrifici. Ci farebbero capire che la natura va rispetta, curata, protetta perché lei ci accoglie, così come va rispettato, curato e protetto il nostro organismo, perché lui ci permette la vita. Così saremmo tutti più sani e felici!!”, concluse la ragazza con una bella risata. Tutti i ragazzi si alzarono in piedi, abbracciandosi tra fischietti e pacche di mano. “Proff, lei è un mito. Siamo fortunati ad averla come insegnante!”. Mancini sorrise. Quella lezione non l’avrebbe mai dimentica per tutta la vita.
Simona Oberto cura il sito web www.cibocuranaturale.com e la pagina facebook "Il tuo coach alimentare".