Il decreto legge approvato nel pomeriggio di ieri dall’Esecutivo ha introdotto una ulteriore stretta, dopo quelle fissata dai DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri), in merito alle misure di contenimento resesi necessarie per cercare di limitare la diffusione del coronavirus Covid-19.
Un ulteriore “giro di vite” che prevede, tra l’altro, sanzioni da 400 a 3.000 euro (aumentabili di un terzo se il trasgressore viene colto a bordo di un automezzo) per chi aggira le misure e una pena che può arrivare fino a 5 anni di reclusione per quanti, positivi al virus e pertanto sottoposti a quarantena, escano dalle proprie abitazioni. Non sono invece previste confische di auto, moto e veicoli in genere.
Tutto ciò premesso, il nuovo provvedimento, come del resto già accaduto con i precedenti, si presta ad ampi margini interpretativi (e conseguenti dubbi su ciò che è concesso e ciò che non lo).
Per cercare di far maggiore chiarezza a riguardo, abbiamo chiesto il supporto dell’avvocato Alberto Pasta, noto penalista astigiano Patrocinante in Cassazione.