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Attualità | 19 aprile 2020, 21:38

Cirio: per la ‘fase due’ sanitaria del Piemonte sarà prioritario l’incremento della medicina territoriale

Sarà il punto principale sul quale dovrà lavorare la task force, guidata dall’ex ministro Fazio, che la Giunta nominerà domani

Cirio: per la ‘fase due’ sanitaria del Piemonte sarà prioritario l’incremento della medicina territoriale

 

"In Piemonte e Lombardia il dati relativi l’emergenza coronavirus calano più lentamente rispetto alle altre regioni. Io mi attengo al giudizio degli esperti che spiegano questo fenomeno in considerazione del fatto che abbiamo importato parte del contagio lombardo e anche al tempo, nel senso che qui il contagio si è sviluppato con qualche settimana di ritardo rispetto alle regioni limitrofe. I numeri restano ‘importanti’, ma mostrano anche un lento abbassamento del numero di contagi, con costante tendenza verso il ribasso. Altri numeri che ci rincuorano sono quelli delle terapie intensive, anch’essi in calo”.

Lo ha affermato il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, in apertura della diretta Facebook nel corso della quale ha fatto il punto sull’emergenza sanitaria della regione.

COME CAMBIERA' LA SANITA' NELLA FASE DUE

Quindi è iniziata una fase nuova della sanità piemontese, dalla necessità di avere molteplici letti di terapia intensiva a quella di far tornare alla normalità il nostro sistema sanitario. I nostri ospedali debbono poter tornare alla normalità, perché ci si ammala anche di altre cose. Per cui oggi è necessario liberare le strutture dai malati di coronavirus, che hanno superato la fase critica ma sono ancora infetti, grazie a strutture apposite come le Officine Grandi Riparazioni in cui abbiamo costruito in 12 giorni una struttura assistenziale.

Una volta che verrà smantellato, questo ospedale da campo potrà venire riutilizzato ove necessario per oltre l’80% delle strutture. E’ la stessa logica alla base dell’ospedale di Verduno, che sta fungendo da polmone per liberare gli altri ospedali e ospitare persone che hanno superato l’acuzia della malattia.


INCREMENTARE LA MEDICINA TERRITORIALE

Abbiamo costituito una task force di esperti, che nominerò domani, e che racchiude alcuni importanti esperti del mondo sanitario piemontese. Tutte persone che rappresentano aspetti fondamentali per ricostruire la medicina di territorio. Quando abbiamo parlato di sanità piemontese, ho già sottolineato che quando è esplosa l’emergenza coronavirus ero presidente dal sette mesi e ho trovato una sanità con punte di straordinaria eccellenza nei nostri ospedali. Quello che mancava era la medicina di territorio, che è l’obiettivo che ci poniamo nell’immediatezza. Una medicina fatta di medici di base e case della salute, che consente di curare i malati a casa prima che si aggravino e vadano negli ospedali.

In Piemonte, per scelte che vanno anche lontane nel tempo, la medicina di territorio era carente. Rafforzarla, ci consentirà di creare un filtro territoriale necessario per curare prima e meglio le persone. Così come dobbiamo incrementare il numero di tamponi, ad oggi ne sono stati fatti circa 100.000, ma per arrivare al numero attuali di tamponi giornalieri abbiamo dovuto predisporre macchinari e laboratori analisi che non c’erano.


LA ‘QUESTIONE ORTI’

Per la questione degli orti, il ministro dell’Agricoltura Bellanova oggi ha detto che si può andare nel proprio orto. In Piemonte, in assenza di ordinanze restrittive in tal senso, vale quanto detto dalla ministra. Ma bisogna andarci da soli e per le proprie esigenze personali, però l’orto non può essere il giardino della propria seconda casa. E’ permesso andarci anche al di fuori del proprio comune, ma il limite per evitare che diventi la scusa per uscire è che non si trovi nella seconda casa. Io mi affido eperò al buon senso di tutti, ricordando che le cose vanno meglio ma dobbiamo sopportare ancora per qualche giorno le misure di contenimento.


IN ARRIVO 5 MILIONI DI MASCHERINE

Abbiamo fatto un bando, vinto da 3 aziende piemontesi, che dalla prima settimana di maggio ci darà modo di distribuire a tutti i cittadini piemontesi una mascherina. Ne sono state acquistate 5 milioni, del tipo lavabile, e solo una volta che saranno state tutte consegnate valuteremo il renderle obbligatorie. Provvedimento che io credo sarà opportuno adottare.

Stiamo poi lavorando sul tema dei test sierologici, sui quali si sta dibattendo molto anche a livello nazionale. Quando parliamo di tamponi, intendiamo tamponi virologico, quello sierologico invece è con la goccia di sangue. Quello per il quale si dà “la patente di immunità” a quanti hanno sviluppato gli anticorpi al virus. Noi ci siamo già mossi per creare un protocollo piemontese di validazione dei test sierologici e nei prossimi giorni dovremmo avere novità importanti in tal senso.


AL LAVORO PER IL ‘RIPARTI PIEMONTE’

Siamo in dirittura d’arrivo del progetto di rimodulazione del piano di competitività, destinandole al “Piemonte riparti”. Ci sono misure per le attività produttive, ma anche misure per le famiglie. Soprattutto per quanti hanno avuto dei costi legati al tenere a casa i bambini ed insieme a queste ci sono misure importanti per la cassa integrazione in deroga, definendo accordi con le Banche per non dover aspettare l’INPS. Ma con l’assessore Chiorino stiamo definendo interventi anche per chi è escluso dalla cassa integrazione in deroga.

Dal giorno in cui inizierà la fase due, non sarà tutto come prima. Ci troveremo a dover affrontare una nuova normalità con cui tutti dovremo fare i conti, tenendo conto di regole di convivenza nuove per lavorare tutti insieme a far ripartire la nostra regione. La luce in fondo al tunnel la si vede, ci sono piccoli segnali positivi ma non devono essere visti come scuse per allentare anzitempo le misure di contenimento.

Gabriele Massaro

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