Non ce l’ha fatta Paolo Bongioanni, ex direttore dell’Atl di Cuneo e ora consigliere regionale di Fratelli d’Italia a diventare assessore al posto di Roberto Rosso, dimessosi da ogni incarico dopo essere stato arrestato a dicembre per sospetta connivenza con la ‘Ndrangheta.
Le pressioni del presidente provinciale, William Casoni, non sono state sufficienti, anche perché strappare un secondo assessorato al governatore Cirio dopo il “caso Rosso” non era affatto scontato.
I vertici del partito, nazionale e regionale, hanno voluto che quel posto nell’esecutivo andasse al capogruppo Maurizio Marrone, che manterrà le stesse deleghe di Rosso. Il rimpasto avrebbe dovuto essere più ampio, ma la congiuntura ha fatto sì che ci si limitasse ad un solo ricambio. Gli avvicendamenti in casa leghista verranno affrontati quando sarà finita la buriana del coronavirus.
Bongioanni avrebbe anche pagato l’ostracismo di taluni esponenti cuneesi di spicco di Forza Italia, che mal avevano digerito la campagna acquisti condotta da FdI a loro danno.
L’ex direttore dell’Atl andrà comunque a svolgere la funzione di capogruppo succedendo a Marrone.
“Già mesi fa avevo detto che avrei accettato un ruolo di assessore solo se si fosse trattato di talune deleghe: Turismo, Sport e Montagna, ma questo non è stato possibile. Io e Marrone siamo complementari – commenta – per cui non c’è stata rivalità di sorta. Ora mi impegnerò fino in fondo, come capogruppo, per richiamare la maggioranza a prestare il massimo di attenzione alla fase della ripartenza perché se non facciamo in fretta e bene il sistema economico piemontese rischia di collassare".
E quando gli chiediamo se gli spiace che qualcuno abbia posto veti sulla sua designazione risponde sornione: “Mi spiace se ho turbato il sonno a qualcuno, vorrà dire che mi impegnerò ancora di più in vista degli appuntamenti elettorali che, tra due anni, attendono le città di Mondovì e Cuneo”.