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Economia e lavoro | 02 maggio 2020, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo, affamato di turismo

Puntata speciale: si torna a parlare di turismo. È necessario, è ora. Ne parlo con Mauro Carbone, nella prima di varie interviste ad operatori e sindaci

Viviamo in un posto bellissimo, affamato di turismo

Tonino Carotone, già vent’anni fa, ci cantava che il nostro è un mondo difficile e vita intensa / felicità a momenti e futuro incerto / il fuoco e l’acqua con certa calma / serata di vento e nostra piccola vita / e nostro grande cuore. 

Grazie a ‘sto accidenti di virus, da difficile è diventato difficilissimo, per persone, aziende e interi comparti produttivi, con il turismo sicuramente uno dei più colpiti. In cerca allora di fuoco, acqua e cuore si doveva iniziare a parlarne, per un futuro, prossimo, meno incerto.  Ho scelto di cominciare da chi ha onere ed onore di promuoverne sviluppo ieri, ripartenza oggi: Mauro Carbone, direttore dell’Ente Turismo che dalle Langhe arriva fino all’Astigiano.

Con Mauro ci conosciamo da tempo, roba di palloni ovali, fango e birra, pochi contatti professionali fino alla fusione tra le due ATL. Poi, per l’incidenza del mio segno zodiacale ed ascendente, ariete e toro, nel non condividere scelte su nuova denominazione e posizionamento territoriale, ci siamo allontanati un po’. Ora, con il virus di mezzo, si riparte da zero con una sola certezza: solo assieme possiamo farcela, si torna a giocare nella stessa squadra.

E allora l’intervista, basata su tre domande, le stesse che saranno proposte ai prossimi intervistati. Le domande non sono mie, ma riprese da un articolo di Panorama del 16 aprile, le cui risposte di Carbone avevo definito non commentabili. In poco tempo, la situazione, ahimè, è cambiata moltissimo e le ho riproposte.

Quali iniziative avete studiato per raccontare il territorio per  stimolare l’interesse quando si potrà tornare a viaggiare?

Tutto dipenderà da quali mercati saranno accessibili. Ora siamo ancora ai confini regionali, ma è plausibile che da giugno siano consentiti i movimenti almeno a livello nazionale. Fino a che rimarrà così, potremo lavorare essenzialmente sul Nord Italia fino alla Toscana. Lombardia, Emilia e Veneto sono le Regioni da cui proviene il grosso dei flussi interni.Molti Paesi europei, soprattutto quelli a vocazione balneare, stanno lavorando per ripristinare la possibilità di viaggi internazionali, almeno dagli Stati europei che storicamente reggono il mercato turistico, Germania in primis. I messaggi su cui punteremo saranno relativi a sicurezza, spazi all’aria aperta, qualità della vita. Con la Regione Piemonte sta per partire un tavolo di coordinamento che dovrà assicurare una strategia coordinata e risorse adeguate per dare fiato al mercato e permettere alle strutture di generare liquidità nel secondo semestre I mercati internazionali di prossimità (Svizzera, Germania, Francia, Austria nell’ordine) sarebbero utilissimi a salvare le aziende. Ad oggi sappiamo che molte prenotazioni per l’autunno sono ancora confermate e che questi Paesi, pur in modo diverso, stanno iniziando a uscire dal lockdown. E’ fondamentale che il Governo conceda l’ingresso senza quarantena ai visitatori di questi quattro Paesi: per il nostro territorio significherebbe probabilmente triplicare il fatturato potenziale.

Il turismo, sia come incoming, sia come outgoing è tra i settori più colpiti da questa emergenza: cosa è mancato al sistema Italia a suo avviso per fronteggiare tempestivamente l’emergenza? Quali sono a suo avviso gli interventi efficaci che potrebbero fare per supportarvi nella fase di rilancio e ora per tener vivo il territorio?

Dal Governo ci aspettiamo un paio di interventi fondamentali. Come detto, aprire le frontiere almeno terrestri da Paesi contigui con accordi bilaterali che garantiscano la sicurezza e assicurino la libertà di movimento. Inoltre è fondamentale che le nostre aziende riaprano. Il comparto più debole è probabilmente la ristorazione: il distanziamento sociale farà lievitare i costi e contrarre i ricavi. E nella ristorazione il numero di addetti è difficile da ridurre senza compromettere la qualità. Quindi il Governo dovrà avere il coraggio di mettere mano al cuneo fiscale del settore. Con un costo non molto diverso dalla cassa integrazione si possono mettere le imprese nella condizione di riaprire, abbattendo una parte del costo del personale. Abbiamo troppe aziende, sia nella ricettività che nella ristorazione, che valutano di rimanere chiuse anche da giugno. Sarebbe una situazione gravissima: se il governo trova una formula di sostegno per chi apre, da erogare fino a fine anno, il sistema riparte e salviamo il comparto.

Quali importanti attività di promozione avete in programma?

Ovviamente dobbiamo rimodulare quasi tutto. Innanzitutto i mercati. Il lungo raggio che era un focus forte del nostro programma, soprattutto il Nord America, deve essere visto in prospettiva 2021. Altrettanta attenzione dovrà essere riservata alla modulazione dei messaggi. Il tema della sicurezza deve essere al centro dell’attenzione. Anche le strategie legate agli eventi dovranno essere ripensate. Alcuni eventi non ci saranno, altri saranno riprogettati secondo gli stessi principi. Quindi la relativa comunicazione dovrà essere riformulata. L’augurio è che a brevissimo siano definite le norme di distanziamento sociale. Per capire come dovrà cambiare il nostro prodotto turistico e cosa sarà possibile vendere nei prossimi mesi.

Davide Palazzetti

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