Riceviamo e pubblichiamo una nota del dottor Mario Alfani ex presidente dell'Ordine dei Medici di Asti sui trasferimenti dei pazienti dall'ospedale di Asti alla San Giuseppe
L’ospedale di Asti deve recuperare gli spazi a suo tempo dedicati all’emergenza COVID per riprendere l’attività ordinaria. Un’ attività ordinaria che si è dovuto sacrificare alle esigenze imposte dall’emergenza sopraggiunta, ma comunque già prima in sofferenza: carenza di posti letto, pressione sul Pronto Soccorso, filtro del territorio inadeguato, tempi d’attesa lunghi ecc.
Si devono quindi sistemare altrove numerosi i pazienti ricoverati in ospedale e, con sconcerto, vedo l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Asti schierarsi pubblicamente per sostenere una delle strutture proposte, la RSA San Giuseppe.
Non entro nel merito: la RSA San Giuseppe, se effettivamente presenta tutti i requisiti necessari, può essere una buona soluzione, oltretutto in Asti. Viene comunque il magone pensando alle numerose strutture sanitarie di proprietà pubblica ormai diventate scatoloni vuoti a fare brutta mostra di sé per la città e a denunciare un’inerzia inveterata, e che invece potrebbero essere stabilmente rimesse in funzione e tornare utili se non per questa almeno per la prossima emergenza: emergenze che prima o poi si ripresenteranno, speriamo non già a settembre per il temuto nuovo picco della pandemia, quando in ogni caso non potremmo più dire di essere colti di sorpresa.
Altrove stanno le mie perplessità: se è doveroso da parte dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri esprimere anche con concretezza le legittime preoccupazioni dei medici, altro è sponsorizzare questo o quel fornitore o prestatore di servizi, oltretutto in confusione di ruoli e nella sussistenza di evidente conflitto di interessi (il Presidente dell’Ordine è anche il Direttore Sanitario della San Giuseppe), ancorché di per sé legittimi. Così come mi sembra inopportuno, e sotto certi aspetti anche azzardato per un organo che ha funzioni istituzionali ben definite, assumersi la responsabilità di entrare nel merito di specifiche scelte tecniche. Questo è un momento di più accentuata criticità della nostra sanità: prima o poi comunque si passerà oltre, come sempre avviene, ma è compito di tutti ridurre i danni al minimo possibile, anche perché per danni qui si intende soprattutto sofferenza delle persone e morte. Più lo sapremo affrontare con concretezza e sinergia d’azione, nel rispetto collaborativo e consapevole ognuno delle proprie chiare prerogative e competenze, più presto si inizierà a smaltire la grande quantità di prestazioni man mano rinviate, quando ancora possibile.
Dott. Mario Alfani
Già Presidente dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Asti