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Cultura e tempo libero | 05 ottobre 2020, 07:00

'Moi. Dedicato a Camille Claudel'. A Public si racconta un'artista straordinaria

Anteprima della Stagione allo Spazio Kor, sabato 10 ottobre alle 21. Dopo lo spettacolo incontro con l'autrice, l'interprete e il regista

'Moi. Dedicato a Camille Claudel'. A Public si racconta un'artista straordinaria

Sabato 10 ottobre alle ore 21.00, Teatro di Dioniso riprende la programmazione di Parole d’artista allo Spazio Kor, come anteprima della stagione Public 2020/21, con MOI. Dedicato a Camille Claudel.

Programmato per l’aprile scorso (poi sospeso causa covid) all’interno della rassegna curata dal Teatro di Dioniso Parole d’Artista/Movimenti d’Arte Diffusi, MOI vede in scena Lisa Galantini nei panni della grande artista francese.

Il testo è di Chiara Pasetti, la regia di Alberto Giusta. Produzione Associazione culturale “Le Rêve et la vie” in collaborazione con la Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse di Genova.

Scultrice di grande valore

Personaggio straordinario, Camille Claudel, è stata una scultrice di grandissimo valore; nell’immaginario collettivo però il suo nome vive raramente di vita propria ma è invece spesso unito a quello di Auguste Rodin, scultore famosissimo, di cui Camille fu collaboratrice e la grande passione di una vita.

Fu una costante dell’esistenza di Camille l’essere accostata alla figura di un uomo, prima di suo fratello Paul Claudel, poeta e scrittore, poi di Rodin, ma Camille non aveva bisogno di nessuna figura maschile per scintillare: sin da giovanissima fu attratta dalla scultura e si cimentò con l’argilla, modellandola e producendo piccole sculture, molto apprezzate dal padre, che la sostenne per tutta la vita in questa sua inclinazione artistica che Camille trasformò in un vero e proprio mestiere.

Dotata di una capacità non comune di modellazione e di una forza e caparbietà notevoli, intraprese la sua carriera di scultrice e, grazie al talento di cui era ricca, riuscì ad affermarsi ritagliandosi uno spazio d’azione inedito e non piccolo nell’arte.

Dopo un lungo periodo di lavoro gomito a gomito con Rodin, che sin da subito le riconobbe un talento assoluto – famosa è la sua frase Le ho mostrato l'oro, ma l'oro che trova è tutto suo –, e dopo che il suo valore artistico venne ammesso pubblicamente, Camille si trovò a dover fronteggiare il periodo peggiore della sua vita: a causa di un senso di abbandono e solitudine che l’accompagnò per tutta la vita -e in cui la madre ebbe gran parte di colpa- e alla delusione per l’abbandono di Rodin, venne fatta internare in manicomio dove visse per circa trent’anni e dove trovò la morte.

Né il fratello, né Rodin, né, tantomeno, la madre, risposero mai alle lettere accorate in cui Camille proclamava la sua sanità mentale, chiedeva aiuto e scongiurava di essere fatta uscire dal manicomio: non le venne mai perdonata, non solo dalla propria famiglia e dallo scultore, ma dall’intera società, l’autonomia, il coraggio, la forza del suo essere artista senza bisogno di protezioni.

Un'artista che ha vissuto solo per la sua arte

Sottolinea Chiara PasettiConoscevo Camille Claudel soltanto, e di questo mi dispiaccio, per essere stata l’allieva, la modella, la “musa” e la grande passione dello scultore Auguste Rodin. Quando, nel 2013, ho visto le sue sculture in una mostra realizzata nell’ospedale psichiatrico di Montfavet, vicino ad Avignone, dove fu internata trent’anni e dove terminò i suoi giorni nel 1943, ho capito davvero chi è stata Camille Claudel: un’artista di grandissimo talento, che ha vissuto esclusivamente per la sua arte.

Mi sono accostata alle sue opere con ammirazione e passione, e alla sua vita (e alla sua morte) con un misto di rispetto e di rabbia per ciò che ha subito. Ho deciso così di raccontare la sua storia; grazie alla regia di Alberto Giusta e all’interpretazione accorata e potente di Lisa Galantini ho cercato di ridare voce a questa complessa, emozionante, straordinaria figura di donna.”

Note di regia

Alberto Giusta nelle note di regia illustra il suo incontro con Camille: “Considero un privilegio oggi incontrare un personaggio come Camille Claudel. Non la conoscevo. Come ho fatto a essere così cieco e sordo! Una donna unica nella sua arte e nella sua umanità. Di lei ci si innamora quasi immediatamente. Sono sicuro che aveva delle mani bellissime. E comprendo il povero Rodin che ha bruciato d’amore per lei.

Non è una femmina facile da raccontare. Ci vuole follia e pragmatica lucidità. Incarna quell’universo femminile scomodo perché di talento eccelso. Si muove sul palcoscenico della vita come un animale ruvido e al contempo fragile.

Non si comporta mai da vittima anche se è vittima della società maschilista in cui vive.Sapientemente dipinta dall’autrice Chiara Pasetti che con originalità la anima, Camille non poteva che essere impersonata da un altro animale, da palcoscenico questa volta,

come Lisa Galantini, capace di renderne concrete e moderne le sfumature".


Lo spettacolo sarà seguito, alle 22.15 circa, da un incontro con l’autrice Chiara Pasetti, l’interprete Lisa Galantini e il regista Alberto Giusta.

Parole d’artista è la rassegna realizzata da Teatro di Dioniso in collaborazione con Città di Asti, Spazio Kor, Teatro degli Acerbi e Moncirco, con maggiore sostenitore la Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Progetto PATRIC.

Biglietto intero 10 euro (Ridotto 8 euro tesserati Spazio Kor, abbonati Teatro Alfieri, tesserati Plus Biblioteca G. Faletti, under 25 e over 60). Speciale Gruppi: 5 euro (almeno 10 persone).

Per prenotazioni: info@teatrodidioniso.it , www.eventbrite.it . I biglietti saranno acquistabili anche la sera dello spettacolo direttamente in teatro.

 

Comunicato stampa

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