"Non abbiamo mai spiegato abbastanza, lasciando questi argomenti a chi la pensa diversamente, i temi del green legati all'alta velocità. E abbiamo anche sbagliato a chiamarla Torino-Lione quando invece è solo una parte della Lisbona-Kiev e che va a incrociare altri corridoi europei. Invece si tratta di una grande opera che è legata strettamente proprio alle politiche anche ambientali dell'Europa". Così Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, intervenendo al convegno Il treno del Green Deal. I cantieri delle grandi opere come opportunità per Piemonte e Auvergne-Rhone-Alpes, organizzato a Novara dalla Regione Piemonte in collaborazione con Telt.
"All'epoca delle decisioni iniziali, il governo italiano si impegnò in Europa per fare in modo che il tragitto passasse a sud e non a nord delle Alpi, come voleva qualcuno. E questo serve a valorizzare il nostro territorio e i nostri porti della Liguria, di cui siamo retroporto naturale". "Il nostro futuro passa da queste grandi opere, che sono essenziali - conclude Cirio - ed è intuitivo come un treno inquini meno di migliaia di camion che passano su gomma alle strade. Non intendo cambiare la mia posizione sulla Tav, ma è importante sensibilizzare l'opinione pubblica dal basso. Bisogna andare anche nelle scuole a spiegarlo, visto che saranno i bambini di oggi a sfruttare la Tav nella loro vita, più di noi".
E conclude: "Se la consapevolezza dei benefici ambientali legati a queste infrastrutture fosse più diffusa - ha aggiunto il presidente della Regione - forse non sarei costretto a muovermi, e non solo io, con persone che badano alla mia sicurezza per le mie posizioni sulla Tav. Ma non per questo intendo cambiare la mia opinione".
"Ci sono segnali che ci dicono che dobbiamo fare tutto il necessario, comprese le grandi opere, per riuscire ad arrivare a limitare le emissioni delle CO2 e serve coraggio e visione, non solo sul presente, ma per le prossime generazioni. Spesso le grandi opere sul momento non vengono apprezzate, ma dopo un secolo se ne capisce l'importanza", ha aggiunto l'assessore regionale all'Ambiente, Matteo Marnati. "Noi sosteniamo i grandi corridoi europei - ha aggiungo Marnati - perché se non riusciamo a realizzarli rischieremo di rimanere tagliati dal Nord Europa e da quei mercati che non fanno sconti".
"Vogliamo valorizzare il territorio nell'ottica di uno sviluppo sostenibile - ha detto Manuela Rocca, a nome di Telt - e vogliamo contribuire per quanto di nostra competenza a lasciare benefici duraturi. Senza dimenticare il rispetto della legalità perché la nostra opera possa essere irreprensibile anche sotto questo punto di vista".
E Mario Virano, direttore generale di Telt, ha aggiunto: "Le grandi opere, come la Tav sono strumenti della nuova politica ambientale, sono una parte integrante del Green Deal". "Credo - ha sottolineato - che tutti abbiano preso atto che l'opera è irreversibile, anche gli oppositori. Siamo usciti dalla fase in cui eravamo obbligati a difenderci, a difendere l'opera, fase che rendeva complicato socializzare l'effetto rete. Se vogliamo essere competitivi con le megalopoli asiatiche, senza rinunciare ai nostri elementi identitari, l'unico modo è che le nostre città, che sono per lo più sotto il milione di abitanti, si mettano in rete, che andare da una città all'altra sia come oggi andare da un quartiere all'altro. Questo significa che noi possiamo competere con un sistema pluralistico all'interno di una competizione mondiale e io mi ostino a pensare che anche questo è ambiente".