L’ultimo incontro del ciclo di appuntamento con il “Festival del paesaggio agrario 2020”, trasmesso online l’11 novembre e incentrato sul tema “Beni materiali e immateriali: investimenti per il futuro”, ha visto la partecipazione di due illustri protagonisti della vita economica cittadina.
Ovvero il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti Mario Sacco e il presidente di Banca di Asti Giorgio Galvagno. Oltre a loro, hanno preso parte all’incontro – la cui registrazione è visibile, così come quelle degli incontri precedenti, sul sito www.davidelajolo.it – anche gli organizzatori del Festival Laurana Lajolo (presidente dell’Associazione culturale Davide Lajolo) e Roberto Cerrato (direttore del sito UNESCO)
Dopo aver illustrato le linee di intervento secondo i compiti istituzionali, Sacco e Galvagno hanno dimostrato una convergenza di valutazione sulle esigenze dei piccoli paesi e hanno espresso la volontà di fare sinergia di sistema tra attori pubblici e privati, tra istituzioni, imprese, associazioni per una politica di pianificazione che rafforzi la qualificazione scolastica e universitaria, i servizi, le imprese e l’innovazione con l’attenzione di creare posti di lavoro per i giovani.
Galvagno, a una domanda specifica del giornalista Beppe Rovera, che ha moderato l’incontro, ha dichiarato che quest’anno ci sono difficoltà normative per devolvere gli utili della Banca alla Fondazione, ma che, consapevole della gravità del momento e del ruolo della Fondazione sul territorio, metterà tutto l’impegno per superare possibili ostacoli.
Sacco ha riconosciuto la funzione importante della Provincia sul territorio e ha dato notizia che, a seguito della richiesta del presidente Lanfranco di sottoscrivere un patto di collaborazione tra Fondazione e Provincia di Asti per tutto il territorio, ha demandato il compito al comitato scientifico del polo universitario.
Lajolo e Cerrato hanno sintetizzato i contenuti emersi sulle condizioni dei piccoli paesi, evidenziando la mancanza di servizi adeguati, ma anche individuando potenzialità e opportunità, che, se sostenute da progetti e investimenti, possono dare impulsi positivi per l’incremento del turismo rurale e attraendo nuovi residenti. La pandemia sta, infatti, modificando condizioni di lavoro e di vita, mettendo in discussione la stessa dimensione della città metropolitana, e possono avere una nuova vita i paesi ritenuti finora marginali e caratterizzati dal decremento demografico e dall’invecchiamento.
Sono, però, necessari interventi strutturali nei piccoli comuni che compongono la nostra provincia: dall’utilizzo degli immobili vuoti al miglioramento dell’apparato amministrativo alla difesa del piccolo commercio, dal ripristino delle ferrovie locali all’estensione della digitalizzazione, che vanno inseriti in una programmazione territoriale, così come ha sintetizzato in un precedente incontro il presidente della Provincia di Asti Paolo Lanfranco, convinto sostenitore del ripristino delle funzioni delle amministrazioni provinciali.