Oggi è il grande giorno.
In tutta Italia, Piemonte compreso, la campanella suonerà di nuovo e gli studenti torneranno sui banchi di una scuola tanto desiderata.
Una scuola segnata dal Covid 19 e da un anno orribile, che sicuramente lascerà ferite e segni indelebili sul già precario sistema scolastico nazionale.
Le superiori torneranno il 18, compatibilmente con l'epidemia
Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha confermato il ritorno in classe in presenza da oggi per le primarie e le secondarie di primo grado, con il mantenimento della didattica a distanza al 100% per le scuole superiori fino al 16 gennaio (ad eccezione degli studenti con esigenze speciali e delle attività di laboratorio), con ritorno in classe in presenza a partire dal 18 gennaio, sempre compatibilmente con l’andamento dell’epidemia.
"Il Piemonte è pronto a partire, ma l’attuale quadro epidemiologico ci impone prudenza. L’obiettivo è far tornare in nostri ragazzi in classe ma con continuità e in sicurezza", commenta Cirio.
Una decisione che non sembra mettere tutti d'accordo. Per molti docenti, ma anche alunni e famiglie, il ritorno sui banchi rappresenta una situazione ad alto rischio contagio, soprattutto per quanto riguarda la questione trasporti.
Il nodo trasporti
Un focus importante anche per l'Astigiano, oggetto di diverse riunioni del Tavolo di Coordinamento "Scuola e Trasporti", istituito in Prefettura.
A fine dicembre l'assemblea, composta da esponenti dell'Amministrazione e figure scolastiche, aveva deciso di organizzare l’ingresso degli studenti in modo scaglionato, prevedendo due turni: il primo alle 8; il secondo alle 9.40.
A tal fine è stato previsto il potenziamento delle linee di trasporto pubblico maggiormente fruite, anche con l’utilizzo di mezzi aggiuntivi.
A preoccupare i Dirigenti scolastici dell'Astigiano è soprattutto la questione trasporti.
Le perplessità
"Ci crea perplessità il secondo turno dei trasporti. Dobbiamo pensare a fare recuperare parte delle lezioni a chi entra in aula dopo le 9.30. Il problema è che le ore dei docenti non sono sufficienti. Metteremmo i nostri ragazzi in una situazione a rischio caos", commenta il preside dell'Artom, Franco Calcagno.
Fronte comune su questa posizione anche per i Dirigenti di Classico, Artistico, Quintino Sella e Monti, Stella Perrone e Giorgio Marino.
Il Piano Scuola Sicura
Intanto in Piemonte è partito anche il Piano "Scuola Sicura".
Fino al 31 marzo 2021 si svolgerà uno screening mediante l’esecuzione su base volontaria ogni 15 giorni di un test antigenico o molecolare agli 83.000 componenti del personale docente e non docente dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado, agenzie formative del sistema dell’Istruzione e della Formazione professionale, previa prenotazione del proprio medico di medicina generale (per i non residenti in Piemonte è prevista una corsia preferenziale tramite il Sisp).
Dall’11 gennaio al 31 marzo 2021 svolgimento, con il supporto del referente Covid di ogni scuola, di uno screening modulare sui 75.000 studenti di seconda e terza media, che saranno sottoposti su base volontaria una volta al mese (ogni settimana viene testato un quarto di ogni classe) a tamponi molecolari e antigenici utilizzando gli hotspot presenti in tutto il Piemonte.
"In questo modo - puntualizza l'assessore regionale all'Istruzione, Elena Chiorino - potremo monitorare l’andamento del contagio e contenerlo. Ai genitori chiediamo di accompagnare i figli all’hotspot una volta al mese. Prevediamo un’adesione del 70% degli interessati”.