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Attualità | 22 gennaio 2021, 18:29

Da piazza San Secondo ad Asti un presidio per dire 'No' alla violenza in Bosnia [FOTOGALLERY]

Bandiere e messaggi sotto la pioggia per ricordare le violenze che colpiscono chi fugge dal loro Paese per cercare un mondo migliore

In piazza San Secondo, presidio per la Bosnia sotto la pioggia

MerfePhoto

"Tutte le vite valgono", "Stiamo umani", "Respingiamo la violenza dai confini", sono solo alcune delle frasi che oggi, in piazza San Secondo ad Asti, hanno sottolineato la pacifica lotta "per un'immediata evacuazione dei migranti dai campi bosniaci, con una rapida ricollocazione nei paesi dell'Unione Europea".

Il presidio è stato organizzato dal Cantiere astigiano per la Pace con il titolo
"Bonia respingiamo la violenza dai confini".

Non restiamo indifferenti... stiamo umani

Sotto la pioggia astigiana i partecipanti con le loro bandiere e i loro messaggi hanno voluto ribadire che "Di fronte a quanto sta succedendo in Bosnia non si può restare indifferenti"

Quella che da quasi tutti i nostri media viene chiamata “crisi umanitaria”, ieri a Moria, oggi in Bosnia, è in realtà una situazione di violenza sistemica che colpisce tutti coloro che scappano dai loro Paesi per questioni economiche, guerre, o disastri ambientali", ribadiscono dal Cantiere.
"Uomini, donne, famiglie intere intraprendono un viaggio sulla Rotta Balcanica con la legittima speranza di trovare un mondo migliore e invece incontrano un’Europa chiusa nei suoi confini blindati, la violenza delle leggi e della polizia o il razzismo e l’indifferenza della gente".

Spesso con i sandali in mezzo alla neve

Colpisce l’aspetto umanitario dei campi profughi in Bosnia, dove almeno 2000 persone sono accampate senza luce, né riscaldamento, nel cantone di Una Sana, comprese quelle rimaste senza riparo nel campo bruciato di Lipa, nel comune di Bihac, con temperature che in questi giorni stanno andando a meno 10 gradi. "Uomini donne e bambini senza riparo, talvolta senza adeguati indumenti, con i sandali ai piedi in mezzo alla neve.
L’Unione Europea risponde con il silenzio, con lo scaricabarile delle responsabilità o, come in Grecia, con dei generosi contributi economici ai governi statali che trasformano il loro Paese in un arcipelago di campi profughi disumani ed eterni”
.

Un'iniziativa che si è svolta nel rispetto delle normative per ribadire alcuni punti essenziali:

I punti

- No alle violenze e alle torture che quotidianamente si verificano ai confini nei confronti di persone che hanno la sola colpa di essere migranti;
- No alla violenza delle Leggi e di dispositivi illegittimi, come quello che chiama i respingimenti “riammissioni informali”, che respingono, escludono, torturano, uccidono, e che di fatto creano le situazioni di stallo come quella di Bihac;
- Sì ai corridoi umanitari per persone o famiglie vulnerabili;
- Sì ad un programma di evacuazione umanitaria e di ricollocamento dei migranti in tutti i paesi dell’Unione Europea (Superamento dell’accordo di Dublino)

Betty Martinelli

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