Da ieri sera, l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha dato disposizione a tutte le aziende sanitarie del Piemonte di sospendere temporaneamente i ricoveri no Covid, escluse le urgenze, i ricoveri oncologici e quelli in cosiddetta fascia “A”, cioè da effettuare entro 30 giorni.
Differite anche tutte le attività ambulatoriali, ad eccezione di quelle contrassegnate con codice “U” (urgenti, da garantire entro 72 ore) e “B”, da assicurare entro i entro 10 giorni. Esclusi dal provvedimento anche gli screening oncologici.
Il piano pandemico e le vaccinazioni
In questo modo, si punta a passare da un numero di posti letto dedicati al Covid di 2.201 (20% del totale disponibile) a 4.403 (35-40%), come previsto dal piano pandemico.
Ieri in Piemonte sono stati 2.086 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 347dopo test antigenico), pari al 8,8% dei 23.758 tamponi eseguiti, di cui 12.895 antigenici. Dei 2.086 nuovi casi, gli asintomatici sono 740 (35.5%). Nell'Astigiano i nuovi casi sono stati 41 e non si sono registrati decessi.
Sempre ieri sono state vaccinate 12.120 persone, tra cui 7.652 ultraottantenni ed è arrivata la notizia che dal 15 marzo inizieranno alcune nuove fasi del piano vaccinale della Regione per chi ha un'età compresta tra 70 e 79 anni.
Questa fascia potrà esprimere la preadesione alla vaccinazione sul portale www.ilPiemontetivaccina.it La richiesta arriverà in modo automatico al medico di famiglia, che si accorderà con l’assistito per fissare la data della vaccinazione ed eseguirla con il vaccino AstraZeneca nel suo ambulatorio, oppure in un ambulatorio di medicina di gruppo o in uno messo a disposizione dall’azienda sanitaria del territorio.
Il timore dell'Ordine dei Medici
Con questi dati e gli ospedali del Piemonte che stanno per superare le soglie di attenzione, l'Ordine dei Medici chiede che il Piemonte diventi subito zona rossa.
Il presidente Guido Giustetto sostiene che : “Intervenire quando la situazione è fuori controllo non serve, demenziale che il Governo assuma decisioni sulla base di rilevazioni risalenti a 10 giorni prima. L’incidenza di persone positive in Piemonte, che al 7 marzo era di 277 ogni 100 mila abitanti, potrebbe raddoppiare entro le prossime due settimane a parità di condizioni, con il concreto rischio di saturazione dei reparti ospedalieri”.
Si va verso una Pasqua blindata
L’ufficialità dovrebbe arrivare nel corso delle prossime ore ma, per buona parte dell’Italia si va verso una Pasqua ‘chiusa’ sulla falsa riga delle feste di fine anno.
Da fonti nazionali, infatti, le decisioni del Governo verranno rese note con largo anticipo, per evitare problematiche simili a quelle del giorno di San Valentino e della settimana del Festival a Sanremo. Ma le indicazioni che arrivano parlano di chiusura totale nei weekend e proroga del divieto di spostamento tra regioni. Le decisioni che saranno prese dal Consiglio dei ministri di domani, non dovrebbero essere applicate nel prossimo fine settimana e non saranno applicate con Dpcm ma con un decreto o disegno di legge, in modo da coinvolgere le Camere
Sembra che la novità più importante che verrà introdotta riguardi l’automatico ingresso in zona rossa, per le Regioni che superano i 250 contagi ogni 100mila abitanti. Oggi è prevista la conferenza ‘Stato-Regioni’ mentre domani dovrebbe essere convocata una nuova ‘cabina di regia’.
In generale i dati del contagio preoccupano medici e Istituzioni. Quindi il Governo intende seguire le indicazioni del Cts, in particolare un inasprimento delle misure nei weekend, soprattutto a Pasqua. Sui nuovi eventuali provvedimenti non tutte le parti al Governo sarebbero d'accordo ma c’è anche chi vorrebbe una ‘stretta’ già dal prossimo fine settimana. Non sembra possibile, invece, la strada del lockdown nazionale.