/ Attualità

Attualità | 09 aprile 2021, 11:11

La storia del Piemonte come territorio delle comunità ebraiche con il libro "L'edera e la stella"

Ad Asti risiedono tutt'oggi una sinagoga settecentesca e uno dei tre musei regionali

libro l'edera e la stella

L'edera e la stella

Il Piemonte rappresenta uno dei territori più importanti per la storia delle comunità ebraiche in Italia.
Una dozzina le sinagoghe integre: quella cinquecentesca di Casale Monferrato (di rito tedesco) con annesso fficiomuseo, le seicentesche di Cuneo e Vercelli, le settecentesche di Biella, Carmagnola, Cherasco, Mondovì e Saluzzo, le ottocentesche di Alessandria. Asti, Torino e Ivrea.

Oltre che in molte di queste località, ghetti sono stati presenti per oltre un secolo, fino al 1848, ad Acqui Terme, Chieri, Fossano, Moncalvo, Nizza Monferrato, Savigliano (qui dal 1774) e Trino, spesso con sinagoghe oggi dismesse o smantellate e con cimiteri ebraici. Ma si ha notizia di una sinagoga data alle fiamme a Tortona già in epoca romana.

Il primo documentato insediamento degli ebrei in Piemonte risale al Quattrocento, probabilmente dopo l’espulsione dalla Francia decretata nel 1394. A Savigliano sorgeva la comunità più numerosa, di cui si hanno notizie fin dal 1404. A Torino, dove oggi è presente la quarta comunità d’Italia per numero di membri (poco meno di un migliaio) sono stati ammessi ufficialmente solo nel 1424.

La presenza degli ebrei in Piemonte si è rafforzata dopo la diaspora dalla Spagna nel 1492. Ad Asti si sono insediati principalmente nel rione San Secondo, dove è presente uno dei tre musei regionali. Nel Settecento in Piemonte vivevano circa cinquemila ebrei, di cui 1.400 a Torino.

Ma la storia dell’ebraismo italiano copre ben due millenni. Dimostrazione che le esperienze di questa comunità, tra le più coese e longeve al mondo, fanno strettamente parte del patrimonio sociale e culturale del nostro Paese.

Nel suo lungo cammino, la civiltà ebraica ha conservato anche in Italia forti elementi identitari: ad esempio la coesione sociale, la propensione al commercio, il profondo legame con Gerusalemme, l’unicità del Dio ebraico, la censura dell’idolatria, le rigide prescrizioni alimentari, l’osservanza del sabato, spesso considerato una specie di privilegio per le implicazioni nella vita lavorativa e militare. Un ampio ventaglio di peculiarità che invita all’approfondimento storico, in quanto raramente in un popolo c’è tanta stretta interconnessione tra il lontano passato e il presente.

Si ha conferma di questa sovrapposizione tra epoche storiche differenti nelle pagine del libro “L’edera e la stella”, appena edito da Herkules book, scritto dal professor Salvatore Russo, docente della cattedra di Greco presso la Pontificia Università Urbaniana e recensito da Unsic.

Nelle 318 pagine del volume emerge in modo netto questo unicum delle comunità ebraiche, che ha finito non solo per contrassegnare gruppi tendenzialmente arroccati alla vita intorno alle sinagoghe, ma anche per riproporre nel tempo analoghi problemi, come il contrasto interno tra l’assoluta fedeltà agli insegnamenti dei padri, con l'isolamento e le angherie quale frequente esito, e la strada all’integrazione, con il conseguente rischio di liquefare il ricco patrimonio valoriale.

Proprio questo dualismo tra la strenue difesa delle tradizioni e la scelta dell’annessione culturale fa da filo conduttore alla ricerca del professor Russo che si concentra in particolare sulle fasi embrionali delle diaspore, con specifica attenzione all’importante comunità giudaico-ellenistica insediata per 400 anni ad Alessandria d’Egitto, tra il II secolo avanti e dopo Cristo, dove sono già presenti tutti i fattori caratterizzanti la successiva storia ebraica fino ai nostri giorni.

L’autore del libro “L’edera e la stella” focalizza l’attenzione sul cruciale incontro tra l’ebraismo e l’ellenismo, che matura con la crisi della Grecia classica e le conquiste egemoniche di Alessandro Magno dal Nilo all’Indo fino alla presa dell’Egitto da parte di Roma (Cesare, Marco Antonio e Ottaviano): le città greche, conservando il ruolo di guida culturale, determinano un osmosi tra l’ellenismo e la millenaria cultura egiziana, ponendo gli ebrei di fronte al solito dilemma tra l’adeguamento al nuovo mondo, con la strada obbligata dell’integrazione, e il suo rifiuto, con la scelta dell’isolamento, ma anche dei conflitti interni e delle persecuzioni. L’approfondimento di questo periodo è cruciale per comprendere la successiva storia ebraica, fatta di avvicendamenti tra tolleranza, oppressione e diaspore.

 

Comunicato Stampa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium