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Green | 22 aprile 2021, 15:22

La proposta: trasformiamo l’area della ex Way Assauto in un grande parco urbano

Lo caldeggiano Beppe Rovera e Laurana Lajolo, immaginando un’area “attorno al quale costruire opportunità sportive e scolastiche”

Una foto d'epoca della Way Assauto

Una foto d'epoca della Way Assauto (immagine tratta dal profilo Facebook di Beppe Rovera)

“Oggi, giornata della Terra, Laurana Lajolo (figlia del celebre partigiano, intellettuale e uomo politico Davide Lajolo, nonché già assessore comunale e da sempre molto impegnata in ambito sociale e culturale, ndr.) mi invita a condividere con lei un sogno: la trasformazione dell'ex WayAssauto in un grande parco urbano che conservando la testimonianza del lavoro (migliaia gli astigiani vissuti in quegli stabilimenti) ridoni respiro e bellezza a una città tuttora smarrita nella ricerca di una nuova vocazione, dopo il declino industriale”.

Lo scrive, in un post pubblicato sul suo profilo Facebook personale, il giornalista Beppe Rovera – creatore e per molti anni ‘volto’ della trasmissione Rai “Ambiente, Italia” e già candidato sindaco di Asti per la lista “Ambiente, Asti”, nelle cui file ha poi svolto attività di consigliere comunale prima di passare il testimone a Mario Malandrone – facendo propria una proposta certamente destinata a suscitare molteplici reazioni.

Il giornalista immagina un parco attorno al quale costruire opportunità sportive e scolastiche col riutilizzo di strutture costate un'enormità per essere riadattate (l'Enofila) e mai davvero destinate a qualcosa. I progetti individuati per investire i soldi che deriveranno dal Recovery plan potrebbero trovare una "visione" se imperniati su un qualcosa di semplice e forte ad un tempo; come un parco, sull'esperienza di altri Stati che han saputo sin da subito trasformare vecchie cittadelle industriali in volani ecologici di nuovo sviluppo. A vantaggio di tutti”.

Da profondo conoscitore delle problematiche ambientali quale egli è, Rovera non sottovaluta il problema correlato a dover bonificare l’area contaminata in profondità da cromo esavalente e da altri veleni. “Ma l'occasione è buona e giusta: ragioniamoci su – conclude – Col parco anche le piante collaboreranno, e non poco, al risanamento sotto il profilo sanitario, in attesa che chi deve faccia finalmente per intero la sua parte”.

Redazione

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