La pandemia, con le relative chiusure forzate di molti esercizi e settori commerciali, ha contribuito in modo determinante allo svilupparsi di “nuove povertà” che toccano famiglie che, se fino al periodo precedente riuscivano ad arrivare a fine mese, oggi si ritrovano in estrema difficoltà, magari senza lavoro, con un mutuo o un affitto gravoso da pagare e i figli da mantenere, tanto da essere costretti a chiedere un pasto caldo alle tante associazioni di volontariato che si occupano degli “ultimi”.
Un fenomeno segnalato in forte crescita anche in Piemonte, complice, tra l’altro, la grave e preesistente crisi economica che coinvolge il settore auto e il suo indotto. In sostanza, secondo l’Istat , i morsi della povertà tornano a farsi sentire tanto che siamo tornati ai livelli del 2005. Con stime in preoccupante crescita. A confermalo sono i dati dell’Ires, presentati oggi nel Rapporto “Piemonte economico e sociale”, che non lasciano spazio a troppe interpretazioni.
L’Ires ha calcolato il rischio povertà in Piemonte in tre distinte fattispecie: 1- prima della pandemia 2 - alla fine del 2020, con i benefici e, in ultimo, alla fine dello scorso anno, ma senza i benefici stessi. In sostanza si segnala un aumento di circa il 2% all’anno del rischio povertà con picchi del 5% all’anno nelle famiglie con minori.
In Piemonte il rischio, considerando tutte le famiglie, era del 15,0% prima della pandemia, del 17,2% a fine del 2020, con i benefici, e del 19,0% per le famiglie senza benefici. Più drammatica la situazione delle famiglie con minori. Qui il rischio povertà è passato dal 18.3% del pre Covid all’attuale 25,5%. Non se la passano bene nemmeno i lavoratori del settore industria (dal 14,5% al 25,5%) e i lavoratori del settore servizi scivolati dal 16,1 del 2019 al 19,6%.
“Mi sono immediatamente attivata per mettere in campo misure di contrasto delle nuove povertà – ha affermato l’assessore al Welfare Chiara Caucino – Come prima cosa abbiamo offerto sostegno agli Ambiti territoriali per le azioni finanziate sul fondo Povertà (circa 35 milioni per 32 Ambiti Territoriali). Inoltre, sono stati stanziati oltre 10 milioni di euro in favore del Terzo Settore finalizzati proprio per le azioni di contrasto alle nuove e vecchie povertà. A questi si aggiungono altri 200mila euro stanziati per il nuovo protocollo con la Prefettura sui senza dimora”.
“Abbiamo anche messo mano on determinazione alla gestione del progetto europeo di sostegno ai senza dimora attivo nelle città di Asti, Alessandria, Biella, Cuneo e Novara – ha aggiunto l’assessore – E istituito il coordinamento delle azioni finanziate sul Fondo estreme povertà in tutti i capoluoghi di provincia. E per i più bisognosi abbiamo messo a disposizione 800mila euro per rinforzare la rete di distribuzione di cibo ai meno abbienti piemontesi, oltre che 450 mila euro al Banco Alimentare del Piemonte per un triennio”.
Anche se il lavoro più difficile comincia proprio ora, con l’auspicato rallentamento della pandemia: “Lo stop, prima o poi inevitabile, del blocco dei licenziamenti, così come le conseguenze a lungo termine della pandemia in chiave occupazionale, rappresentano fattori che dovremo affrontare, mettendo in campo tutte le misure più efficaci per tutelare le famiglie e gli individui che più di altri sono stati distrutti dagli effetti nefasti del Covid e che devono essere sostenuti con ogni mezzo”, ha concluso la Caucino.