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Attualità | 25 novembre 2021, 19:31

La gonna di Rasero non piace ad Asti Pride: botta e risposta su Facebook. L'associazione: "Il primo cittadino mette le mani avanti ogni volta che tenta di mostrare attenzione alla lotta alle discriminazioni ed alle violenze"

Rasero: "Guido un'amministrazione che ha da sempre combattuto contro ogni forma di discriminazione. Vuole essere un modo per rompere quel muro di ipocrita retorica che accompagna eventi di questo genere"

La gonna di Rasero non piace ad Asti Pride: botta e risposta su Facebook. L'associazione: "Il primo cittadino mette le mani avanti ogni volta che tenta di mostrare attenzione alla lotta alle discriminazioni ed alle violenze"

C'era da scommetterci che l'ennesima iniziativa del sindaco di Asti, Maurizio Rasero, sfociasse in polemica. Sicuramente era preparato, il sindaco. Il suo indossare la gonna nella giornata contro la violenza sulle donne, per essere vicino alle iniziative e dimostrare la vicinanza, ha suscitato moltissimi commenti benevoli e qualche critica.

Il sindaco ha scritto sui social: "Ieri e nei giorni precedenti come domani ed in quelli successivi, questo potrebbe sembrare altro, oggi NO, oggi sono necessari gesti forti per portare l’attenzione su una questione : Stop alla violenza contro le donne!"

Ogni mezzo utile a combattere la violenza è condiviso

Commenti ironici, alcuni profondi come quello del segretario Cisl Stefano Calella che scrive: "Devo dire che mi ha colpito molto questo gesto, il mio limite culturale mi ha condizionato, lo ammetto! Però il significato di questo gesto va oltre ogni pregiudizio. Ogni mezzo utile a combattere la violenza sulle donne è ammesso e condiviso. Bravo Sindaco".

L'iniziativa è un'idea di un gruppo di ragazzi di un istituto superiore di Monza che ha colpito il sindaco che non solo ha postato la foto sui social, ma ha partecipato, con la gonna alle iniziative.

Il botta e risposta con Asti Pride

Non ha apprezzato però l'Associazione Asti Pride che con una nota rimarca: "Cos’altro potrebbe sembrare?’ È la domanda che rivolgiamo al primo cittadino. Cos’altro potrebbe sembrare se non un uomo che indossa una gonna? Seppur consapevoli che il messaggio sia quello di sensibilizzazione e del fatto che l’idea sia partita qualche giorno fa da gruppo di studenti di Monza, utilizzare la frase ‘questo potrebbe sembrare altro’ è estremamente discriminatorio e profondamente fuori luogo. Ci chiediamo perché il primo cittadino debba sempre mettere le mani avanti ogni volta che tenta (a nostro parere non riuscendoci) di mostrare attenzione alla lotta alle discriminazioni ed alle violenze. Sarebbe stata molto più apprezzabile un’azione simbolica non preceduta da puntualizzazioni dal sapore discriminatorio".

Dispiaciuto il sindaco ha replicato: Mi spiace davvero che la vogliate mettere su questo piano . Con il sembrare altro intendevo che qualcuno la ha definita pagliacciata. Per me era un gesto invece sentito tutto qui . Poi se volete fare polemica mi spiace. Credo di aver da sempre dimostrato apertura su molti temi da voi proposti e credo di guidare una amministrazione che ha da sempre combattuto contro ogni forma di discriminazione . Mi spiace per questo vostro intervento di cui prendo atto".

È un modo per rompere il muro di ipocrisia

E aggiunge: "In un giorno qualunque, questa potrebbe sembrare solo una trovata mediatica, finalizzata soprattutto a creare sconcerto o consenso, ma in una giornata di lotta contro la discriminazione di genere e la violenza contro le donne, indossare un capo d'abbigliamento fuori contesto, un capo evocato spesso per fastidiosi e contraddittori distinguo (donne in gonnella vs donne coi pantaloni, con queste ultime indicate come esempi di emancipazione) vuole essere un modo per rompere quel muro di ipocrita retorica che accompagna eventi di questo genere. E a giudicare da alcune reazioni scomposte e poco meditate, alcune delle quali inaspettate, ci sono ancora una volta riuscito".

Non è tardata la replica di Asti Pride che rimarca non si tratti di polemica: "È una semplice analisi di ciò che Lei ha scritto pubblicamente a commento della foto e del suo atto simbolico. Lei afferma che nei giorni precedenti il 25 Novembre o nei giorni successivi, un uomo che indossa una gonna potrebbe sembrare ALTRO. Cosa potrebbe sembrare? Un pagliaccio? Un poco di buono? Un omosessuale? Un travestito? Una persona trans? Chi lotta veramente contro ogni forma di discriminazione sa bene che un corretto linguaggio e comportamenti politici coerenti sono parti fondamentali di una vera azione di inclusione. Azione di cui non troviamo traccia, se non nei proclami, all'interno della sua amministrazione. Ma di questo è da tempo che ne abbiamo, con amarezza, preso atto"

 

Betty Martinelli

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