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Attualità | 07 gennaio 2022, 17:34

Oggi è Natale per migliaia di macedoni residenti nell'Astigiano

Diverse migliaia nei territori di Langa Roero e Monferrato di fede ortodossa e che contano il calendario seguendo il calcolo giuliano con uno slittamento di due settimane circa rispetto al nostro

Foto tratta dalla Messa dei popoli ad Asti il 6 gennaio 2021

Foto tratta dalla Messa dei popoli ad Asti il 6 gennaio 2021

L’Epifania porta via tutte le feste. Ma questo non vale per migliaia di cittadini della nostra provincia per cui il Natale inizia oggi, giovedì 7 gennaio.

Sono molti i cittadini di origine macedone che da anni abitano (e lavorano tra i filari) tra le colline di Langhe, Roero e Monferrato. Una buona percentuale è fatta da praticanti ortodossi.

Per loro nella serata di ieri – quella che per noi è l’Epifania e che sancisce la fine di tutte le festività legate alla Natività – si è celebrata la vigilia di Natale con la rituale messa e la fine del digiuno.

Questo perché queste comunità cristiane contano i giorni basandosi sul calendario Giuliano, creato sotto il regno di Giulio Cesare nel 45 avanti Cristo. Per questo motivo rispetto al nostro c'è uno sfasamento di 15 giorni circa.

Seguono questo calcolo russi, serbi, macedoni, greci, georgiani e gran parte degli abitanti del blocco slavo degli abitanti del blocco slavo.

Non, ad esempio, i rumeni (altra comunità numerosa presente nel cuneese e nell’astigiano) i quali, nonostante siano per la maggior parte fedeli ortodossi, si basano sulle feste del calendario Gregoriano.

Nel Natale cristiano ortodosso si celebra la nascita di Gesù e si sancisce la fine di uno dei quattro digiuni che i credenti praticano durante l’anno: in quello di Natale (che dura poco più di un mese) non si può mangiare carne, uova, formaggi e altri tipi di alimenti. Si può mangiare, in giorni stabiliti, il pesce. Mentre nel digiuno di Quaresima, il più importante nella tradizione ortodossa, per 40 giorni non si può mangiare nemmeno il pesce e non si può utilizzare olio in cottura. Ci sono poi due digiuni “minori”: quello apostolico (nei giorni di S.S. Pietro e Paolo) e quello dell’Assunzione (intorno a Ferragosto).

Tra Langhe, Roero e Monferrato vivono e lavorano circa 6 mila macedoni. Come da tradizione questa mattina si è svolta la tradizionale messa presso l’arciconfraternita di San Michele Arcangelo a Neive. Qui sono passati tra ieri sera e oggi tra le 500 e le 600 persone.

“Abbiamo celebrato la messa in anticipo – spiega Padre Matevski Mihajlo, conosciuto come padre Michele – così da poter dare la possibilità a tutti di partecipare in momenti diversi alla funzione e non creare assembramenti. I festeggiamenti si sono svolti tutti nel rispetto delle normative anti-contagio."

Al termine del rito, solitamente, si sta in casa con i parenti dove avviene lo scambio dei doni.

Vista la “diaspora” di questi popoli in territori dove si celebrano le feste con il calendario gregoriano, lo scambio dei doni viene fatto il (nostro) 25 dicembre, come nella tradizione cattolica.

Lo stesso vale per l’albero. I fedeli ortodossi presenti in questo territorio lo addobbano all'Immacolata e viene disfatto intorno al 14 gennaio (data del Capodanno ortodosso dove si celebra Santo Basilio Grande).

Mentre l'“Epifania giuliana” slitta al 19 gennaio. Per i fedeli cristiani delle chiese orientali in questa data scelebra il battesimo di Gesù Cristo con le divine liturgie e la benedizione solenne delle acque che si fa sia in chiesa e sia lungo corsi d’acqua, sulle sponde di laghi o in riva al mare.

In questi territori è diventato negli anni ormai consueto l'appuntamento del bagno nelle acque fredde del Tanaro. Rito saltato lo scorso anno causa Covid e che probabilmente anche nel 2022 non si farà.

Daniele Caponnetto

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