Ho volutamente lasciato passare qualche settimana affinché si placasse il bailamme attorno all’Adunata Nazionale degli Alpini di Rimini e alle presunte molestie sessuali, forse, accadute in quei giorni. E quindi, scemato il tourbillon di dichiarazioni, post sui social, prese di posizione, frasi ad effetto e slogan, torno sulla questione per dire – a gran voce – che IO STO CON GLI ALPINI, SEMPRE.
Non ho fatto il militare, ho scelto il servizio civile per dedicare un paio di anni della mia gioventù ai poveri del Cottolengo; quindi, non posso essere tacciato di militarismo. Non entro nel merito di quanto dichiarato da alcune organizzazioni e associazioni sui presunti episodi di Rimini: ci sono state denunce e ci penserà la magistratura a fare luce.
Per il mio lavoro di cronista mi sono trovato a raccontare tutte le alluvioni che dal 1994 hanno flagellato il Piemonte e sempre – ribadisco sempre – ho visto che soltanto l’ efficienza, la tenacia, l’organizzazione e l’abnegazione degli Alpini sono state davvero indispensabili alle popolazioni colpite. Lo stesso dicasi per il terremoto dell’Irpinia e del Friuli: ero lì come volontario e ho visto con i miei occhi le Penne Nere tirar via macerie e cadaveri, ricostruire case e strade.
Venendo a tempi più recenti, se non fosse arrivato il generale Figliuolo e l’impeccabile organizzazione degli Alpini, per la campagna di vaccinazione contro il Covid, sono certo che saremmo ancora alle prese con le Primule di Arcuri.
E l’elenco potrebbe continuare.
Eppure, decine di migliaia di persone hanno firmato la petizione perché vengano sospese, per i prossimi due anni, le Adunate delle Penne Nere. Posso dirlo? Mi sembra una grande sciocchezza.
Tanto gli Alpini, alla prossima emergenza nazionale, saranno lì, in prima linea, a dare una mano al popolo italiano.