Dopo quanto accaduto ieri al Senato, in tarda mattinata il premier dimissionario Mario Draghi - ora a colloquio con la presidente del Senato Casellati, dopo aver incontrato il Capo dello Stato - riferirà alla Camera e, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, l’opzione più plausibile che è il Presidente Mattarella, disponga lo scioglimento del parlamento e indica nuove elezioni politiche.
Per le quali già si ipotizzano le date: l’ultima domenica di settembre o, come pare più probabile, la prima di ottobre. Il che comporterebbe, per la prima volta nella storia repubblicana (l’unico precedente, risalente al periodo monarchico, furono le elezioni che portarono al potere il partito fascista), la chiamata alle urne degli italiani in pieno autunno.
Ovvero in un tempo strettissimo, come del resto inevitabile vista la situazione, in cui non si potrà che tornare alle urne con il sistema elettorale in vigore e con un nuovo Parlamento ‘smagrito’ in seguito al taglio dei parlamentari da 945 a 600 (400 alla Camera e 200 al Senato)
Una riorganizzazione che ha necessitato anche la rimodulazione (con ampliamento geografico) dei collegi elettorali, ora basati sul “Rosatellum Ter”, sistema elettorale che prevede il 36% dei seggi assegnato col sistema maggioritario (collegi uninominali in cui viene eletto solo il candidato più votato), e il restante 64% ripartito proporzionalmente tra i collegi plurinominali (i partiti presentano un listino bloccato e i seggi sono assegnati in base ai voti ottenuti da ciascuna forza politica).
Per quanto riguarda Montecitorio i deputati eletti nei collegi plurinominali (cioè con il sistema proporzionale) si riducono da 386 a 245, mentre quelli eletti con il maggioritario passano da 232 a 147. Scendono da 12 a 8 i deputati eletti all’estero.
A Palazzo Madama si scende da 193 a 122 senatori nei collegi plurinominali e da 116 a 74 in quelli uninominali. I senatori eletti all’estero calano da 6 a 4.
Per quanto concerne l’Astigiano, il collegio uninominale Piemonte 2 – U04 accorpa, oltre ovviamente a tutta la Provincia, anche ampie porzioni del Cuneese, con riferimento a Comuni di Langhe e Roero. Per quanto concerne invece il collegio plurinominale, la nostra provincia rientra nel Piemonte 2 – P02 che comprende anche Alessandria e Cuneo. Guardando invece al Senato, l’accorpamento è con l’alessandrino.
Si tratta, pertanto, di ampissime aree che, secondo la tesi sostenuta dai detrattori dello ‘snellimento’ dei collegi, determinerà un’oggettiva difficoltà nel riuscire a rappresentare in parlamento le istanze di territori così estesi e, in molti casi, con esigenze e priorità estremamente differenti.