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Economia e lavoro | 03 ottobre 2022, 13:23

Le incertezze frenano la crescita industriale piemontese, ma il trend resta positivo

Anche l’Astigiano (+ 4,2%) cresce più della media regionale (+ 3,8%), ma pesa l’incognita dell’autunno

Le incertezze frenano la crescita industriale piemontese, ma il trend resta positivo

Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte comunica i dati della 203ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali.

La rilevazione è stata condotta nei mesi di luglio e agosto 2022 con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2022 e ha coinvolto 1.728 imprese manifatturiere piemontesi, per un numero complessivo di 102.245 addetti e un valore pari a circa 57,2 miliardi di euro di fatturato.

Nel II trimestre 2022, nonostante le crescenti difficoltà a causa del vertiginoso aumento dei costi (in particolare di quelli energetici, destinati a incidere sensibilmente sulla produzione di alcuni comparti), resta positivo il quadro congiunturale complessivo dell’industria manifatturiera piemontese. Appare evidente un rallentamento nei principali indicatori che rimangono tuttavia positivi, testimoniando la forza del sistema manifatturiero regionale e la sua capacità di adattarsi agli ormai frequenti shock esterni.

Analizzando i risultati emerge come, dopo la variazione del +5,2% registrata nel I trimestre 2022, le incertezze e le difficoltà generate dalla congiuntura internazionale abbiano iniziato a frenare il ritmo espansivo del tessuto manifatturiero piemontese. Nel II trimestre, infatti, la variazione tendenziale della produzione industriale si è attestata al +3,8%, portando a una crescita media nel I semestre dell’anno pari al 4,5%.

“I risultati di questo trimestre ci restituiscono un Piemonte che continua a difendersi bene alle varie sfide nazionali e internazionali che, purtroppo, deve continuare a fronteggiare – ha commentato Gian Paolo Coscia, presidente della Camera di Commercio di Alessandria-Asti e dell’Unioncamere Piemonte – La vera incognita sarà l’autunno, quando si esaurirà la spinta del rimbalzo post-crisi pandemica. Un futuro che possiamo già intravedere nelle aspettative al ribasso degli imprenditori: un’incertezza dovuta per lo più alle forniture di gas e al prezzo dell'energia e che avrà ripercussioni anche sulla seconda parte dell’anno. Come sempre, le Camere di commercio piemontesi sosterranno le imprese con tutti gli strumenti a disposizione, con l’unico obiettivo di ridare fiducia al sistema economico regionale”.

Il risultato segnato dalla produzione industriale (+3,8%) è stato accompagnato da un incremento degli ordinativi provenienti dal mercato interno (+3,9%) e da una forte espansione di quelli esteri (+44,4%), sostenuti dalla performance del comparto aerospaziale. Il fatturato totale ha segnato un +6,1% e la componente estera ha mostrato un aumento del 3,2%.

La tenuta dell’attività produttiva delle imprese piemontesi nel periodo preso in esame viene confermata anche dal grado di utilizzo degli impianti (69,8%) che, pur subendo un leggero rallentamento, si mantiene su livelli pre-pandemici, già riconquistati a fine 2021.

Tutti i principali settori della manifattura regionale hanno esibito nel II trimestre 2022 una crescita della produzione industriale, ad eccezione dei mezzi di trasporto che scontano il confronto con mesi di sviluppo straordinario (la crescita del II trimestre 2022 era stata, infatti, dell’84,9%).

TESSILE, ELETTRICITA' E ELETTRONICA I SETTORI IN MAGGIOR RIPRESA

Dopo il ritardo nella ripresa dalla crisi, la performance più intensa è stata quella della filiera tessile, che ha evidenziato un aumento della produzione dell’8,9%. Al secondo posto per intensità d’incremento della produzione si trova il comparto dell’elettricità ed elettronica e la filiera alimentare, entrambi con una crescita del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2021. Evidenziano una variazione superiore alla media regionale del periodo anche la meccanica (+4,3%) e le industria del legno e del mobile (+4,0%).  Le aziende della chimica/plastica segnano un incremento della produzione del 2,9%, le industrie dei metalli seguono con un +2,0%.

Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate sotto il profilo dimensionale emerge una tenuta diffusa a tutte le classi dei livelli produttivi, con risultati migliori per le PMI.

Le micro dimensioni (0-9 addetti) registrano una crescita del 3,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Le piccole imprese (10-49 addetti) e le medie aziende (50-249 addetti) mostrano un aumento, rispettivamente pari a 4,2 e 4,3 punti percentuali. Le imprese di grandi dimensioni (oltre 250 addetti), infine, registrano una crescita tendenziale della produzione del 3,5%.

IN CRESCITA TUTTE LE PROVINCE PIEMONTESI

La performance ancora positiva mostrata a livello complessivo regionale nel II trimestre 2022 nasce da trend di crescita segnati in tutte le realtà provinciali.

Biella segna la crescita più elevata (+9,4%), risultato imputabile alla ripresa della produzione delle industrie del tessile e abbigliamento, in particolare quelle che producono filati e tessuti.

Ad Alessandria il rilancio produttivo si attesta al +5,6%, grazie alle industrie alimentari e a quelle orafe. Nel Verbano Cusio Ossola l’aumento della produzione (+4,8%) viene sostenuto dall’ottimo andamento della filiera tessile e dal comparto della rubinetteria e del valvolame.

Vercelli registra un +4,4%, grazie alla chimica e alla metalmeccanica, settore che traina anche la crescita complessiva di Asti (+4,2%)Torino chiude il II trimestre 2022 con un incremento della produzione del 3,4%, frutto di una crescita superiore alla media dell’elettricità e dell’elettronica, della chimica e dell’alimentare che contrastano la sostanziale stabilità manifestata a livello produttivo dai mezzi di trasporto. Cuneo (+3,3%), penalizzata dal risultato dei mezzi di trasporto e Novara (+2,2%) da quello della chimica mostrano gli incrementi meno intensi.

Le aspettative degli imprenditori piemontesi si fanno più caute confermando la crescente preoccupazione rispetto al futuro di breve periodo su cui pesano numerose incognite, in primis le forniture di gas e il prezzo dell'energia.

Ne consegue una riduzione del clima di fiducia complessivo che passa dal 103,1 registrato nel I trimestre 2022 al 87,3 attuale. In particolare, grava sul peggioramento delle aspettative la previsione relativa al fatturato e quella sulla produzione; tengono meglio le aspettative sugli ordini complessivi.

CS

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