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Eventi | 05 ottobre 2022, 19:19

La pianista astigiana Ernesta Aufiero in concerto al Castello di Belveglio

Sabato 8 ottobre alle 16.30 organizzato dall'Ente concerti Castello di Belveglio. Al termine del concerto vi sarà la premiazione del vincitore del concorso Poesia e filatelia

La pianista astigiana Ernesta Aufiero in concerto al Castello di Belveglio

Sabato 8 ottobre alle 16,30 al Castello di Belveglio, concerto della pianista astigiana Ernesta Aufiero.

Il concerto è organizzato dall'Ente concerti Castello di Belveglio.

La pianista eseguirà un programma che va da Mozart a Debussy, viaggio musicale alla scoperta di opere pianistiche di estrema bellezza, intensità e originalità.

Un viaggio che tocca le pietre miliari della letteratura pianistica, volto a far rivivere la bellezza di opere eterne, ma non solo, al termine del concerto vi sarà la premiazione del vincitore del concorso  Poesia e filatelia,  bandito dall'Ente concerti.

Il vincitore è Francesco Epicoco. La poesia premiata, Metamorfosi, è stata messa in musica da Marlaena Kessick, e sarà eseguita da Bianca Sconfienza, accompagnata al pianoforte da Ernesta Aufiero.

L'ingresso è gratuito.

Ernesta Aufiero

Diplomata a pieni voti al Conservatorio di Milano, laureata anche in giurisprudenza, ha dedicato i primi anni di attività musicale alla promozione della musica sul territorio astigiano, a partire dall'Associazione Alma, nata nel 2011 come scuola di musica itinerante nei comuni dell'Astigiano, che si è poi ampliata con la nascita dell'Orchestra Sinfonica Femminile Alma, e con una rassegna di circa 40 Caffè letterari. Dopo la pausa dovuta al Covid, la pianista ha il piacere di riprendere la sua attività, con un concerto dal programma originale, ambizioso non solo tecnicamente, ma soprattutto dal punto di vista interpretativo. Come ha fatto Mozart da un dramma  a tirare fuori un capolavoro? E come Beethoven ha rivoluzionato totalmente la Sonata classica? Quanti stili e forme musicali sono contenute in un solo brano, la Quarta Ballata di Chopin, l'ultima e la più complessa? Come Debussy ha trasformato la pioggia in musica? Lo scoprirete l'8 ottobre, al Castello di Belveglio.

Il programma

SONATA N. 8 K 310 IN LA MINORE DI W.A. MOZART

Pubblicata a Parigi nel 1778, dove si era recato alla ricerca di fortuna e possibilmente di un impiego. Mozart è ormai consapevole delle potenzialità dello strumento a martelli, e la sonata è studiata proprio per sfruttarne tutte le potenzialità. E’la prima, e con la Sonata in do minore k 457, l’unica in tonalità minore e quindi di impronta altamente drammatica E’ verosimile che nella scelta di questo nuovo pathos espressivo ci sia il desiderio di conquistare il pubblico parigino. Il soggiorno a Parigi fu sfortunato e tragico. Sfortunato perché nella capitale francese non trovò quella considerazione che sperava di incontrare,le sue composizioni erano troppo distanti dai gusti musicali parigini per poter essere apprezzate, tragico perché il musicista, allora ventiduenne, subì la perdita della madre, venuta con lui a Parigi, che morì dopo una malattia e sofferente agonia di 2 mesi, probabilmente a causa delle scarse condizioni igienico-sanitarie della capitale francese. Nonostante queste circostanze o forse proprio a causa di esse, e il dibattito è ancora aperto, il compositore creò un’opera di grande energia vitale, poetica appassionata e contenuto altamente drammatico.

SONATA N. 32 OP. 111 IN DO MINORE DI L.VAN BEETHOVEN

L’arte, soltanto l’arte, mi ha trattenuto.

Solo la musica trattenne Beethoven dall’intenzione di porre fine ai suoi giorni a causa della disperazione totale dovuta alla sordità. E nonostante questa disperazione, la musica risuonava sempre in lui, impetuosa e potente come un oceano in tempesta. E la disperazione divenne arte immensa, affrancandolo per l’eternità davanti a tutti gli uomini. E’l’ultima sonata non solo del compositore tedesco, ma del classicismo intero, che in questa composizione Beethoven conduce all’apice, per annientarlo definitivamente attraverso la creazione di nuove forme musicali. E’ l’ultimo testamento di un’era, scritto attraverso il percorso di dolore di un uomo. Nel primo movimento, un contrasto epico tra 2 temi contrapposti, il primo inesorabile e dilaniante, il secondo consolatorio, luminoso, idilliaco. Due sentimenti che tentano di sopraffarsi l’un l’altro, metafora della lotta tra la vita e la morte. Ma è solo l’inizio dell’ultimo viaggio della Sonata che prosegue con l’Arietta, secondo e ultimo movimento, costituito da un tema con 5 variazioni e coda finale. Un tema iniziale di sedici battute, di una tale idilliaca innocenza e malinconica tranquillità, che proprio non sembra nato per tutte quelle avventure e peripezie, benedizioni e condanne, oscurità e chiarità eccessive, in cui lo svolgimento lo precipita e innalza,è strano, o grandiosamente eccessivo, ma in realtà è indefinibile. E alle fine il pianoforte svuota l’anima da ogni pensiero. Poche note solitarie in un addio che dice Tutto è compiuto. Il terzo movimento non c’è e nulla dopo il secondo potrà essere uguale a prima. Qui la sonata ha toccato una meta oltre la quale non è possibile andare, è un addio alla Sonata, un commiato dalla Sonata stessa.

BALLATA OP. 52 N. 4 IN FA MINORE DI F.CHOPIN

A differenza dei suoi contemporanei Liszt, Mendelsshon e Schumann, Chpin evitava nelle sue opere qualsiasi riferimento a testi letterari e chiamava le sue composizioni direttamente col nome del genere. Delle Ballate dello scrittore polacco Mickiewicz egli prese solo il carattere, epico, lirico, narrativo, fantastico, ma non i versi, anzi aborriva le opere a programma. Composta nel 1842, siamo al momento conclusivo dell’attività creatrice di Chopin, opera di tale elevatezza e intensià, da sfuggire alla possibilità di comprensione dei suoi contemporanei. E’un compendio di tutti gli stili e i generi trattati da Chopin in tutta la sua carriera compositiva, troviamo le Variazioni, la Sonata, il Notturno, la Barcarola. Qui il dramma è espresso solo con mezzi sonori, senza testo e senza parole, un dramma spirituale, di espressività puramente musicale. Sconvolgente il finale, su cui è anche stata scritto un romanzo, Presto con fuoco, di Roberto Cotroneo, 5 accordi, in maggiore, in estatica attesa, introducono la conclusione, tragica e violenta, inaspettata e prepotentemente bella.

JARDINS SOUS LA PLUIE, DA ESTAMPES, DEBUSSY

Una pioggia autunnale in musica. E’ forse la pagina pianistica più nota di Debussy. Si riconosce lo scroscio regolare della pioggia, gli zampilli allegri delle gocce d’acqua, l’infuriare del vento, e dopo una parte centrale più tranquilla in cui la pioggia si attenua,e l’autore si abbandona al ricordo nostalgico di vecchie melodie infantili, nel finale la pioggia scende violenta e inesorabile. Il pianoforte, si sa, è lo strumento preferito da Debussy, non per nulla il pianismo debussyano ha fatto scuola,ed è stato un punto di riferimento importante, per musicisti come Ravel,Albeniz, Bàartok e Schoenberg.

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