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Attualità | 24 dicembre 2022, 14:15

Nizza Monferrato si prende cura di uno dei suoi figli più illustri e ricostruisce la storia di Francesco Cirio fondatore della celebre azienda di conserve

Tanti i temi toccati nella conferenza stampa dedicata all’imprenditore nativo di Nizza Monferrato, fondatore dell'azienda fondata a Torino nel 1856

Francesco Cirio, fondatore dell'omonima azienda conservatoriera

Ci si è sempre posti il vero dilemma della nascita di una delle figure più interessanti e innovative del diciannovesimo secolo. Per molto tempo si è pensato infatti che Francesco Cirio fosse nato nel 1836, ma come ha spiegato il presidente del consiglio comunale e consigliere per la Promozione del territorio di Nizza Maurizio Martino, “Si avvicina il compleanno di Francesco Pietro Cirio, nato il 24/12/1835 a Nizza Monferrato, nell'archivio diocesiano si è sempre parlato di 1836 probabilmente perché era l'ultimo battezzato del '35, e per sbaglio è stato messo nell'anno successivo”.

Un errore è stata quindi la genesi della ricerca del passato di questo uomo intraprendente ed estremamente abile.

Continua Martino: “Nonostante siano registrati discendenze, per una questione di veridicità storica e perché strettamente collegato a Nizza ci siamo impegnati per rimettere alla luce la storia del suo passato da un anno a questa parte”. 

Aggiunge l'assessore alla cultura Ausilia Quaglia: “Abbiamo colto al volo l'occasione di fare conoscere questo grande personaggio. Francesco Cirio dopotutto è nato a Nizza ed ha abitato a Fontanile", e aggiunge “A libri in Nizza è stato infatti presentato l'emozionante romanzo “Che il mondo ti assomigli” di Allegra Groppelli e Beba Slijepcevic. In occasione del concerto bandistico del Corpo Musicale di Nizza il 29 Dicembre rimarcheremo l'importanza che questo libro ha per la valorizzazione del nostro territorio”.

Consequenziale l'intervento del sindaco di Fontanile Sandra Balbo: “Quando ho ricevuto da Maurizio la mail, pensavo mi augurasse felice Natale un anno fa, invece era per ricostruire la vita di Cirio (ride ndr), dalla Biblioteca di Fontanile abbiamo cercato di tracciare la sua esistenza”, le cose sono proseguite, e insieme alla collaborazione del Comune di Nizza si è decisamente fatta molta più chiarezza sulla biografia giovanile di questo grande industriale.

A ringraziare per l'incarico assegnato è Patrizia Diabate, che asserisce: “Qui siamo in punto di partenza, ci sono buone intenzioni e la voglia di iniziare questo percorso c'è ed è tanta, necessitando della collaborazione di tutti e vi ringrazio in anticipo per questo. Dopotutto egli fu un capitano d'industria molto importante, per cui la sua ricerca risulta difficoltosa, essendo un personaggio della storia italiana molto importante a cui non è mai stata data l'importanza che meritava. Stiamo costruendo un team di storici per affrontare la sfida”.

Prosegue Beppe Baldino: “Mi occupo di ricerca storica da più di 40 anni su queste terre. Tutto nasce ironicamente da una provocazione, pensando che codesta figura venisse da Napoli e non dalle nostre zone. Sulla data di nascita personalmente non ho mai avuto dubbi, ero in archivio. Si parlava di Cirio da Don Bosco, in occasione della morte di quest'ultimo scrisse della perdita di un amico, ed è affascinante notare lo stretto contatto che queste persone hanno mantenuto nella loro epoca, cioè a metà del diciannovesimo secolo”.

Parla da Roma Stefania Baldini, che porta il dna dell'industriale, “Sono una discendente di Cirio, infatti Luigia, Luisa e Giulia sono le figlie dirette di Francesco Cirio. Nel 1882 Luisa Cirio sposa Emanuele Baldini, mio avo. Il libro l'ho apprezzato moltissimo, mi ha commosso e mi ha fatto rivivere cose di cui eravamo e non a conoscenza, in particolar modo quella di Napoli. Una parte delle azioni apparteneva al mio avo, fino al 1972, quando parte delle azioni dell'azienda furono vendute. Mio padre tiene ancora un archivio (più aziendale tuttavia) nonostante le azioni furono vendute”, e termina con l'auspicio di poter trovare il modo di venire a vedere le interessantissime iniziative di Nizza e di mangiare Bagna Cauda, di cui si è detta profonda apprezzatrice.

Beba Slijepcevic, una delle autrici del libro su Cirio spiega di avere la consapevolezza di “Sapere che un territorio ha riscoperto un pezzo di se, una persona mi rende felicissima dell'iniziativa. Abbiamo raccontato di una persona vera, che ha fatto cose che abbiamo scritto. È stato un faro, uno che ha fatto la differenza. Ci siamo legati molto a Cirio, ci sentiamo di fare parte come figlie adottive (ride ndr) perché abbiamo apprezzato tante cose di questa persona. Io sono felice che il nome di questa figura circoli un po' di più, per cui voi giustamente farete questo lavoro di ulteriore ricerca. Per quanto riguarda Don Bosco, sappiamo che c'è stata una stretta amicizia, e cercando di ricostruire abbiamo capito che entrambi, molto impegnati in viaggio, hanno mantenuto un ottimo e solidale rapporto di mutua stima e rispetto”

NeBa

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