Lunedì, nella Sala Tovo della Provincia di Asti, si è svolto il "Seminario sul diritto antidiscriminatorio e sugli stereotipi di genere, ruolo della Consigliera di Parità", organizzato in collaborazione con i nodi regionale e provinciale antidiscriminazione.
La Consigliera di Parità della Provincia di Asti, professoressa Loredana Tuzii, ha presieduto l'evento affiancata da Nadia Cottu (Nodo antidiscriminazione del Comune di Asti), con la partecipazione di membri delle Commissioni Pari Opportunità del Comune di Asti e della Provincia.
Durante l'apertura, Enzo Cucco (Funzionario della Regione Piemonte - Direzione Sanità e Welfare, Settore politiche per le pari opportunità, diritti e inclusione) ha fornito una definizione del termine "discriminazione" e ha ricordato la complessità del tema in Italia, dove manca una specifica legge organica.
Tuttavia, l'Italia è l'unica nazione europea ad aver istituito la figura della Consigliera di Parità, che tutela il diritto all’uguaglianza sul posto di lavoro. In Piemonte, la legge di riferimento è la n. 5 del 23 marzo 2016, che si concentra sulla prevenzione e il contrasto a ogni forma di discriminazione, fornendo strumenti concreti come il Fondo di solidarietà per la tutela giurisdizionale delle vittime di discriminazioni.
Per maggiori informazioni sull'argomento, si può consultare il sito web della Regione Piemonte dedicato ai diritti e alle politiche sociali: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/diritti-politiche-sociali/diritti/antidiscriminazioni
Come contrastare la piaga delle discriminazioni sul luogo di lavoro?
Denunciare ogni forma di vessazione sul posto di lavoro e rivolgersi ai nodi antidiscriminazione e alla Consigliera di Parità. La professoressa Tuzii ha sottolineato che il problema della vessazione sul posto di lavoro riguarda trasversalmente sia donne che uomini. Invitando tutti gli operatori a sviluppare tavoli di confronto e prospettare iniziative comuni, vista la cronica mancanza di risorse.
Ha altresì espresso la convinzione che la via del dialogo sia il primo passo per scardinare gli stereotipi e favorire la diversità, che porta ricchezza. Inoltre, ha affrontato il tema del differente trattamento salariale in base al genere e citato i risultati del sondaggio "Lei" condotto dalla Fondazione Libellula. Dal quale è emerso che il 46% delle lavoratrici dipendenti non ha mai chiesto un aumento di stipendio nonostante gli anni di esperienza professionale, per motivi quali la paura di essere giudicate male o la convinzione di non meritarsi il riconoscimento.
Infine, la professoressa Tuzii ha trattato l’argomento della Parità di Genere in Italia, secondo il Global Gender Gap Report 2022, che posiziona l'Italia al 63esimo posto su 146 Paesi. Il Rapporto stima che la parità di genere sarà raggiunta tra 132 anni.
Gender Gap nel mondo: Italia dopo Uganda e Zambia
Il Global Gender Gap Index 2022 del World Economic Forum è il rapporto che ogni anno misura il raggiungimento degli obiettivi di parità tra uomini e donne nei campi economico, politico, della salute e del livello di istruzione. La classifica mondiale del 2022 vede l'Islanda al primo posto, seguita dalla Finlandia e dalla Norvegia nella Top 3. L'Italia, invece, si posiziona al 63° posto su 146 Paesi valutati, piazzandosi dopo Uganda e Zambia, e appena prima della Tanzania.
Questo risultato ci colloca a metà classifica, lontani dagli Stati più avanzati. In particolare, la Spagna si trova in 17esima posizione, 46 posizioni avanti rispetto all'Italia, mentre la Francia è in 15esima posizione, con un distacco di 48 posizioni. La Germania, invece, si posiziona al decimo posto, con un distacco di 53 posizioni rispetto all'Italia. A separarci dalla Spagna (17esima) ben 46 posizioni, 48 dalla Francia (15esima) e 53 dalla Germania (decima).