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Attualità | 08 marzo 2023, 19:05

"Torino è una città di merda: si mangia e si beve male". Il video anti-poveri scatena la rivolta dei ristoratori: "Mai più quel vino nei nostri locali"

Fanno discutere le esternazioni di Franco Morando, direttore di Montalbera di Castagnole Monferrato e dell'avvocatessa Alessandra De Michelis

"Torino è una città di merda: si mangia e si beve male". Il video anti-poveri scatena la rivolta dei ristoratori: "Mai più quel vino nei nostri locali"

"Nei miei tre locali toglierò immediatamente dalla carta dei vini i prodotti della casa vinicola Montalbera (azienda di Castagnole Monferrato, ndr)", parola di Fulvio Griffa, presidente di Fiepet-Confesercenti. 

E' la legge del taglione ai tempi dei social network, dove una manciata di foto e video (magari ammiccanti) ti porta sulle soglie della notorietà (addirittura in televisione, in un programma simil-reality) e dove un altro video, decisamente più spontaneo e altrettanto maldestro, ti catapulta verso il basso.

Griffa, alla guida dell’associazione dei pubblici esercizi di Torino, sintetizza la posizione di tanti gestori di locali dopo la pubblicazione del video in cui un noto imprenditore, Franco Morando (Direttore generale e CEO di Montalbera) e un'avvocatessa - Alessandra De Michelis, di recente al centro dell'attenzione essenzialmente per la comunicazione digitale adottata con il profilo Dc Legal show - divulgano il proprio pensiero sui "poveri" e sulla città della Mole. La legale ha poi cercato di puntualizzare, con un altro video, spiegando di avercela coi poveri "di spirito". E anche Morando ha ritrattato. Ma ormai la polemica era innescata.

Le parole che hanno scatenato l'indignazione

Una ripresa di alcuni minuti, in cui le parole e i concetti espressi tradiscono più di qualche posizione discutibile sulle fasce meno abbienti della popolazione e su Torino. "I poveri dovrebbero bruciare all'inferno", dice lei in una delle considerazioni. Insieme a lui che rincara la dose: "Torino è una città di merda, la più di merda del mondo, una città povera: lo dico anche contro i miei interessi, legati al vino. Se volete mangiare male e bere male, venite a Torino. E' veramente imbarazzante".

Le parole degli esercenti torinesi

Ce n'è abbastanza per scatenare la rivolta da parte degli esercenti di locali pubblici, che in pochi istanti hanno riconosciuto il volto e la voce maschile nel video. "Mai più comprerò il suo vino, e chiederò ai miei colleghi di fare altrettanto. Una persona così non merita nessun tipo di considerazione, tanto più di essere ospitato nel mio locale”, è la posizione di uno degli associati. E ancora: “Il nome del mio locale non avrà mai più nulla a che fare con la sua etichetta. Spiegherò a tutti i miei clienti il motivo facendo vedere e ascoltare il video”. “Noi lavoriamo tutti i giorni per rendere Torino accogliente. E l’enogastronomia è il nostro biglietto da visita. Nessuno può permettersi di descrive così Torino e noi ristoratori”.

Banchieri: "Le scuse non bastano"

Una levata di scudi, che trova sostegno anche da Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti: "Il mondo della ristorazione è in rivolta e come associazione riteniamo opportuno dare voce alla categoria. Una categoria che con fatica esce da anni difficili e che con sacrificio sta riportando la città alla sua vivacità e alla sua vocazione naturale, quella enogastronomica. Non possiamo accettare questa denigrazione verso professionisti preparati, attenti e appassionati, capaci di promuovere del buon nome di Torino, sia a livello nazionale che internazionale. Certe esternazioni vanno condannate duramente e rispedite al mittente. Le scuse non bastano, l’offesa personale e professionale inferta ai ristoratori lascia una profonda amarezza e una ferita insanabile”.

Massimiliano Sciullo

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