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Economia e lavoro | 05 aprile 2023, 14:32

Lavoro: previsioni per le imprese astigiane e piemontesi per il II trimestre 2023

L'indagine congiunturale dell'Unione industriale di Asti, evidenzia un clima più ottimista. Diminuisce il ricorso alla cassa integrazione

Lavoro: previsioni per le imprese astigiane e piemontesi per il II trimestre 2023

I risultati dell’indagine congiunturale promossa presso le aziende Associate all’Unione Industriale della Provincia di Asti per il secondo trimestre 2023 confermano le aspettative già emerse per il primo trimestre dell’anno, con un clima piuttosto ottimista.

Per quanto concerne l’occupazione il 18,9% delle imprese associate che hanno risposto all’indagine ne prevede un aumento mentre per il restante 78,4 % la previsione per il II trimestre del 2023 risulta costante, solamente il 2,7 % delle imprese ne prevede una diminuzione. Il saldo ottimisti/pessimisti relativo alla produzione si assesta al 18,9% e risulta in aumento rispetto alle previsioni delle precedenti rilevazioni di settembre e dicembre 2022. Previsioni ottimistiche rispetto alle aspettative sugli ordini totali con il 29,7% delle aziende che ne prevede l’aumento contro il solo 5,4% che si aspetta una diminuzione ed un saldo positivo del 24,3%. Il 18,9% delle aziende cha ha risposto all’indagine prevede per il II trimestre del 2023 investimenti significativi, in leggero calo rispetto a quanto previsto per il trimestre precedente, mentre il 59,5% prevede solamente investimenti marginali (come ad esempio sostituzione macchinari) il restante 21,6% non prevede per alcun tipo di investimento.

Migliora l'export

Tornano a migliorare le previsioni legate agli ordini export, dopo un saldo ottimisti pessimisti di -11,1% riscontrato con la prima rilevazione del 2023 si passa infatti ad un saldo 0, con l’85,20% delle imprese che prevede un andamento costante per questi ordini.

Diminuisce sensibilmente rispetto alla precedente rilevazione la percentuale di aziende che prevede di far ricorso alla cassa integrazione (si passa da 10,7% delle previsioni registrate per il I trimestre 2023 a 2,8% dell’attuale indagine, valore leggermente inferiore rispetto alla media regionale). Sostanzialmente stabile il dato fornito dalle imprese relativamente all’utilizzo degli impianti che risulta di 75,78% (75,50% a dicembre). In diminuzione la percentuale delle aziende che si attende aumenti per quanto concerne i prezzi di materie prime (40%), energia (22,9%) e logistica-trasporti (26,7%).

Le aspettative delle imprese associate che hanno risposto alla nostra indagine previsionale per il II trimestre 2023 - commenta il presidente dell’Unione Industriale della Provincia di Asti Andrea Amalberto - sono sostanzialmente buone – e con piacere registriamo un miglioramento degli indicatori relativi a previsioni per ordini export e prospettive di ricorso alla cig. Le insidie previste per l’anno in corso non possono non essere tenute in considerazione ma il nostro tessuto imprenditoriale dimostra ancora una volta di essere solido e strutturato per rispondere al meglio alle sfide che si trova ad affrontare”.

Migliora il clima di fiducia

A livello regionale a dicembre si era parlato di un clima di attesa, improntato alla cautela piuttosto che al pessimismo. A marzo, gli indicatori registrano un sensibile miglioramento del clima di fiducia, spiegato in particolare dall’inversione di tendenza del comparto manifatturiero.

Per quanto riguarda ordini e produzione, il saldo tra previsioni di aumento e riduzione migliora di circa 17 punti percentuali rispetto a dicembre, attestandosi su valori tipici delle fasi di espansione.

Si mantengono gli investimenti

Stabile su livelli elevati il tasso di utilizzo degli impianti, che nel manifatturiero sfiora l’80%. Si rafforzano in misura considerevole le previsioni occupazionali. Nella manifattura la percentuale di utilizzo della CIG scende al 7,8%, vicino ai minimi storici; nei servizi il ricorso agli ammortizzatori sociali è del tutto trascurabile (2,0%). Gli investimenti si mantengono intorno al 30% delle aziende. Un quarto delle imprese ha un portafoglio ordini di oltre 6 mesi, in aumento rispetto ai mesi scorsi. Restano buone le condizioni di pagamento (ritardi negli incassi e tempi medi di pagamento). Sembra interrompersi il trend negativo della redditività; si attenuano le tensioni sui prezzi delle materie prime.

A livello settoriale, le valutazioni delle imprese manifatturiere, a dicembre decisamente prudenti, si allineano a quelle delle imprese dei servizi. Il valore degli indicatori è praticamente identico. In particolare, nel manifatturiero le prospettive si rafforzano in quasi tutti i settori. I comparti manifatturieri che esprimono le valutazioni più favorevoli sul prossimo trimestre sono industrie varie (gioielleria, ecc.), chimica, edilizia e impiantisti, automotive, industria elettrica, prodotti in metallo, macchinari e apparecchi. Per quanto riguarda il comparto dei servizi, in tutti i comparti i saldi perdono qualche punto rispetto a dicembre ma si mantengono ben al di sopra del punto di equilibrio.

Resta ampia la forbice dimensionale, tra imprese con oltre 50 addetti da un lato e imprese al di sotto dei 50 addetti dall’altro. Il saldo crescita-riduzione riferito ai livelli produttivi è rispettivamente di 21% e 13%.

Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte: "La resilienza dimostrata dall'industria della nostra regione negli ultimi 18 mesi, quando i margini sono stati erosi dall’aumento del costo delle materie prime e dell’energia, sta dando i suoi frutti. Le imprese piemontesi hanno saputo rimanere competitive, all’interno delle filiere produttive e di fornitura, dove da sempre rappresentano un’eccellenza. Nei prossimi mesi il nostro tessuto imprenditoriale è però chiamato a raccogliere nuove sfide ed opportunità, penso alle infrastrutture materiali e immateriali, ma anche al pieno utilizzo delle risorse del Pnrr e dei fondi strutturali europei. A fare la differenza sarà la capacità di concretizzare il partenariato pubblico-privato. Dare insomma concretezza alle sinergie che possono consolidare lo sviluppo e la gestione delle transizioni tecnologica e ambientale".

I risultati dell'indagine

Per il secondo trimestre del 2023, le attese sulla produzione delle oltre 1.100 imprese piemontesi migliorano sensibilmente rispetto a quelle del primo trimestre: il 25,4% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 9,8% che si attende una diminuzione. Il saldo ottimisti-pessimisti è pari a +15,6% (era +4,0% a settembre).

Il 21,1% delle rispondenti prevede un aumento dell’occupazione, contro il 4,5% che ne prevede la riduzione, e un saldo ottimisti-pessimisti pari a +16,6% (era 9,9% la scorsa rilevazione). Trend positivo anche per gli ordinativi, con un saldo del +14,9% e un aumento di 13,5 punti percentuali rispetto alla scorsa rilevazione.

Tornano a crescere le aspettative sull’export, con un saldo ottimisti-pessimisti pari a +3,0%, probabilmente grazie al rallentamento dei costi delle materie prime energetiche e di conseguenza della logistica. Buono il livello degli investimenti, che interessano oggi il 28,4% delle rispondenti (era il 27,0 a dicembre). Cala ulteriormente il ricorso alla cassa integrazione, che interessa ora il 6,1% delle imprese. Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (80%). Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), più ottimiste sui livelli produttivi (saldo +21,4%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo di 8 punti inferiore (+13,2%).

Si assestano gli aumenti dei prezzi, rispetto al 2022: il 31,9% delle aziende del campione prevede aumenti nei prezzi delle commodity nei prossimi tre mesi (la percentuale registrata a dicembre era del 56,1%). Il 22,4% si aspetta ulteriori ancora aumenti energetici (era il 66,6%), mentre il 30,3% teme la salita dei costi di logistica e trasporti (era il 61,2%).

Abbastanza bene Asti

A livello territoriale, si osserva un miglioramento superiore alla media regionale per Canavese, Torino, Asti e Novara, con saldi sulle previsioni di produzione rispettivamente del +30,2%; +22,8%; +18,9% e +18,3%. Seguono Cuneo, Verbania, Biella e Alessandria con salti del +13,6%, +12,5%, +12,2% e 11,5%. Unica provincia con segno negativo è Vercelli, che registra un -1,1%, comunque in miglioramento rispetto al -9,6% della scorsa rilevazione.

Nel manifatturiero, si registra un marcato miglioramento delle attese, rispetto a dicembre, con saldi che passano dal -1,9% a +15,5% per la produzione.

I saldi ottimisti-pessimisti per ordinativi e occupazione sono pari a +12,6% e -14,9% (erano -4,5% e +7,7% a dicembre). Il saldo dell’export torna positivo (+4,9%, da -2,3%)

Bene gli investimenti, che interessano il 29,5% delle aziende, in salita rispetto al 28,3% di dicembre. Stabili il tasso di utilizzo delle risorse (78%), mentre scende ancora il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 7,8% delle imprese.

A livello settoriale, le attese della metalmeccanica (+15,7% il saldo ottimisti-pessimisti) migliorano sensibilmente rispetto al primo trimestre (+3,2%), con un ricorso alla CIG da parte del 7,0% delle aziende; gli investimenti del comparto interessano il 31,9% delle rispondenti. In particolare, si segnala la performance positiva del comparto automotive (+31,0%), industria elettrica ed elettronica (+19,0%) e macchinari e apparecchi (+15,3%).

Tra gli altri settori manifatturieri si segnala il buon andamento di edilizia e impiantisti (+33,3%), manifatture varie (-24,7%), chimica (+19,0%), alimentare (+13,5%), tessile (12,3%). Più prudenti, ma positive, gomma-plastica (+8,9%) e legno (+6,7%).

Nei servizi il clima di fiducia resta stabilmente positivo rispetto a dicembre. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari al 15,8% (era 17,9% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +20,5% (da +15,7%), quello sull’occupazione è pari +20,8% (era 15,1%). Gli investimenti crescono leggermente (25,7%), stabile il ricorso alla CIG (2,0%). Resta alto il tasso di utilizzo delle risorse (85%).

A livello settoriale, le attese delle aziende del terziario sono positive in quasi tutti i comparti, con saldi pari a +27,0% per i servizi alle imprese, +20,9% per l’ICT, 14,0% per gli altri servizi, +12,0% per i trasporti. Più caute le attese per commercio e turismo (+4,4%) e utility (-5,6%).


Redazione

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