Fino alle 14, all'ospedale di Asti, nella piazza interna, si sta svolgendo il flash mob organizzato da Cgil, Cisl e Uil, cui hanno aderito anche il NurSind e in Nursing Up.
La difesa della sanità pubblica è al centro di questo momento, dopo la notizia che al Cardinal Massaia mancano 100 medici, 150 infermieri e 100 Oss.
Le richieste
Dall’abbattimento delle liste di attesa all'aumento dei posti letto e la creazione anche ad Asti città di posti letto per Hospice, alla stabilizzazione dei numerosi precari ancora presenti, ma anche il potenziamento del reparto di pronto soccorso e dei servizi territoriali domiciliari.
Questi i punti al centro delle richieste dei sindacati. Spiega Luca Quagliotti Cgil: "Arriviamo da decenni di tagli per miliardi di euro e da mancati investimenti a favore della sanità privata che solo l'anno scorso ha guadagnato 9 miliardi di euro. E nella nuova finanziaria ci sono nuovi tagli".
Stefano Calella Cisl: "Una sanità territoriale che non funziona crea liste di attesa enormi. Serve una grande attenzione anche sulle case di comunità. Abbiamo ancora i lavoratori del Maina, disoccupati che non sono stati contattati dall'Asl di Asti che ne avrebbe bisogno".
"I problemi sono diversi - spiega Armando Dagna di Uil - quello più grosso è la carenza di personale che dilata all'estremo le liste di attesa. I cittadini più lontani, spesso non riescono ad accedere al servizio pubblico smettendo di curarsi".
"Siamo in linea cn Cgil, Cisl e Uil sul fatto che la sanità pubblica non si deve svendere - chiosa il segretario Nursind - Gabriele Montana - perché è un diritto sancito dalla Costituzione. Oggi l'utenza va in libera professione per passare prima. Domani cosa succederà. La libera professione deve essere una scelta non un obbligo. La sanità pubblica è in declino, bisogna salvarla"
Videointerviste
Al flash mob era presente anche il MoVimento 5 Stelle astigiano
Secondo Massimo Cerruti, portavoce in Comune, la Regione "sta procedendo ad una progressiva privatizzazione senza vere e proprie riforme strutturali, ma con tagli mirati e scelte politiche sbagliate".
Giorgio Spata, ex Consigliere Comunale pentastellato rimarca: “La Giunta Regionale promette la realizzazione di 6,7 o 8 nuovi nosocomi diffusi sul territorio piemontese. La dura realtà è che i soldi ci sono, forse, per uno solo. Dal centrodestra solo una continua propaganda, ho prenotato una risonanza magnetica e mi hanno detto che il primo posto disponibile è a settembre. Sono costretto a rivolgermi ai privati".
Insieme a lui Daniele Mazzola, attivista del MoVimento: “Due anni fa sono stato ricoverato per una grave tonsillite. Da allora sono in lista d’attesa per una tonsillectomia, mi hanno detto che prima o poi sarà il mio turno. Mio padre ha un’ernia da operare, il primo posto disponibile è tra due anni. Non credo sia questa la sanità pubblica che meritiamo”.
Chiude la Consigliera Regionale Sarah Disabato, che da anni porta avanti la battaglia in Consiglio Regionale: “In questi anni abbiamo lavorato sodo in Regione per difendere la sanità pubblica, di fronte al muro di gomma innalzato dal Centrodestra. Le lunghe liste d’attesa sono un problema costante, i pronto soccorso scoppiano ai primi casi di influenza, i professionisti scarseggiano a causa delle mancate assunzioni e i nostri ospedali sono lasciati in mano alle cooperative di medici gettonisti, con costi esorbitanti per le Aziende sanitarie. Sembra che la pandemia non abbia insegnato nulla”.