Avrebbe 65 anni oggi, anzi il 19 agosto l'astigiano Mauro Alganon, rimasto ucciso nella strage di Bologna, 43 anni fa.
Un boato che ha cambiato per sempre la storia dell'Italia. L'attacco fu perpetrato da un gruppo neofascista noto come "Ordine Nuovo" o "Nuclei Armati Rivoluzionari" (NAR), con presunte connessioni con la rete di estrema destra.
L'esplosione di una bomba in una sala d'attesa della stazione, causò la morte di 85 persone e ferì altre centinaia. Tra le vittime c'erano cittadini italiani e stranieri, tra cui molti turisti che stavano viaggiando attraverso la stazione. E lui, Mauro, che viaggiava con un amico che si salvò per essere uscito a prendere aria.
I due stavano aspettando la coincidenza per Padova. Mauro, che faceva il commesso in una libreria era in ferie e, per una tragica, terribile coincidenza, il suo treno era partito in ritardo da Asti.
Una vita da vivere dissolta in un attimo e, come succede da qualche anno a questa parte, l'amministrazione astigiana preferisce ricordarlo nel giardino che porta il suo nome, alla presenza della sorella Silvana e i nipoti.
Presenti diverse istituzioni e rappresentanti della vita civile, politica e religiosa della città. La nuova targa è stata affissa all'entrata, dato che la precedente affissa al muro è nascosta dagli alberi.