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Attualità | 11 ottobre 2023, 17:06

"Le mani sulla città", il mensile del Fatto Quotidiano, "Millenium", torna sul "Sistema Asti"

Nel mirino del giornalista Ettore Boffano, il ragionier Mario Sacco e le diverse cariche ricoperte. Chi gli succederà alla Fondazione?

La 'copertina' del supplemento al Fatto, Millenium

La 'copertina' del supplemento al Fatto, Millenium

Le mani (del ragioniere) sulla città. L’appendice “La storia” del supplemento mensile del Fatto Quotidiano, titola così 4 fitte pagine dedicate all’ormai ‘famoso’ “Sistema Asti”.

Ancora una volta la nostra città finisce al centro del Fatto (ma non solo), a firma dell’arguto e famoso giornalista Ettore Boffano che, un po’ con ironia e arguzia, un po’ con disincanto, traccia le linee di un potere che, in una piccola città di 75mila abitanti, sarebbe incentrato nelle mani di pochi

Il ragioniere in questione è Mario Sacco, 69 anni, alla presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, di Astiss, di Asti Musei, di Confcooperative e del Gal, Gruppo di azione locale, soggetto privato e pubblico che distribuisce fondi europei per garantire lo sviluppo di aree rurali.

Una questione, quella del Gal, che aveva già scaldato gli animi, ad iniziare da quello dell’ex presidente della Provincia ed ex leghista, Paolo Lanfranco.

Un uomo solo al comando?

E’ quello che sottolinea Boffano nel suo speciale, ricordando che Asti, per sua vocazione è dedita all’agricoltura per un’alta percentuale e quindi l’incarico al Gal sarebbe tutt’altro che piccola cosa.

Il Sistema Asti o, come lo chiama qualcuno “Poltrone e sofà” viene quindi, ancora una volta messo sotto i riflettori, sottolineando come le Fondazioni siano parte preponderante di una città.

“Realtà che, scrive Boffano, un tempo, ospitavano solo una banca e oggi invece hanno visto duplicarsi posti, cariche e consigli d’amministrazione. Quelli degli istituti di credito e quelli delle fondazioni bancarie, pensati e realizzati da Giuliano Amato nella legge che porta il suo nome. Un ircocervo, un pasticcio istituzionale, un incrocio di potenza e di vizi quasi da 'setta' dell’economia, della finanza, della politica e, spesso, del familismo. In particolare, per il ruolo delle fondazioni: con una natura all’apparenza privatistica, cui sono assegnati però compiti di cura di interessi pubblici e che, soprattutto, sono guidate da organi nominati da soggetti pubblici locali (gli stessi cui poi elargiscono denaro e sostegno: di fatto, condizionandoli), vigilati infine da autorità pubbliche”.

Niente di nuovo sotto il sole diranno in tanti

E che dire dei Comuni perennemente in difficoltà che devono attingere dalla bontà dei fondi elargiti dalle Fondazioni. Bene, grazie alle Fondazioni si può fare cultura di livello senza investire troppi fondi.

Ma, certo, l’ultima parola arriva da chi dona: “Dalle nomine degli assessori competenti, ai cartelloni, alle mostre, ai programmi delle rassegne. Le fondazioni bancarie rappresentano dunque delle zone d’ombra, frutto dell’ambiguità derivata dalla scelta di affidare loro l’amministrazione di patrimoni secondo logiche privatistiche, al fine di destinarne gli utili ad attività pubbliche”, scrive Boffano su Millenium.

Chi succederà a chi?

Il giornalista si spinge a definire Asti come piccola casta cittadina e ricorda che, nella primavera scorsa, è stato il parlamentare astigiano di Fratelli d’Italia , Marcello Coppo, a tentare di inserire nella nuova legge sugli enti pubblici una norma che autorizzasse il terzo mandato per i presidenti della fondazioni bancarie. Norma che non è stata inserita e quindi il mandato di Sacco è in dirittura di arrivo. Chi gli succederà?

Il vicepresidente della Fondazione, Sergio Ebarnabo (sempre Fratelli d’Italia), potrebbe essere in corsa alle prossime regionali.

Il giornalista torinese è andato a “scartabellare” tra i vari incarichi astigiani per “scoprire” che il vicepresidente di Astiss è Giorgio Galvagno, 80 anni, già sindaco socialista di Asti ai tempi della Prima Repubblica, poi “finito in una piccola mani pulite locale (ne è uscito patteggiando una pena di 6 mesi e 26 giorni di carcere) e infine risorto ancora come sindaco tra il 2007 e il 2012 e poi come deputato (sempre nelle file di Forza Italia). Ma, soprattutto, continua a essere presidente della Cassa di Risparmio di Asti, quella il cui pacchetto azionario più importante appartiene alla Fondazione con oltre il 30%.

Il suo successore potrebbe essere il figlio Marco, attuale capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale.

E il sindaco Maurizio Rasero, rieletto dopo un primo mandato nel 2017 quando lasciò la vicepresidenza della Cassa? Secondo Boffano sarà decisivo nella scelta del presidente della fondazione

Betty Martinelli

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