L’ormai quasi ex presidente della Provincia di Asti, Paolo Lanfranco, con la sua lettera ai soci del Gal (Gruppo azione locale), come da anticipazioni di ieri del giornale La Stampa, ha nuovamente fatto ‘volare gli stracci’, contro il ‘Sistema Asti’.
Dopo le nomine al cda del Polo universitario, che avevano fatto molto discurere, Lanfranco, con una lettera ai soci del Gal, ha voluto mettere in luce alcune irregolarità, soprattutto sulla designazione degli 8 rappresentanti dei soci privati.
Con le elezioni non sarà più presidente della Provincia
Pochi giorni e Paolo Lanfranco, che con le nuove elezioni non sarà più sindaco di Valfenera, non rimarrà presidente della Provincia e uscirà di conseguenza, anche dal Gal.
Con una lettera inviata al presidente del Gal Mario Sacco, al direttore Carlevaro e ai consiglieri di amministrazione, ha mandato anche il suo intervento all’assemblea dei soci tenutasi giovedì scorso.
Lanfranco nella sua relazione sottolinea la la mancata presentazione da parte del presidente, insieme alla lista dei candidati, della “memoria documentale delle valutazioni effettuate in rapporto ai criteri adottati" nell’individuazione dei rappresentanti del settore privato.
“Al riguardo è opportuno che io rimarchi ancora una volta, in considerazioni della opposta tesi sostenuta in Assemblea dal presidente e dal direttore, come tale previsione sia esplicitamente prevista dal Regolamento elettorale approvato in data 23 marzo alla lettera ’D. Procedura’. Formalizzo l’invito a riportare il contenuto della risposta al quesito da me posto in ordine al parere ANAC, ovvero la decisione, di cui si è fatto portavoce in Assemblea il consigliere Murgia, di non condividere con l’Assemblea la risposta ricevuta da ANAC e di affidare un incarico professionale ad un secondo studio legale per formulare un’interpretazione da sottoporre solo in futuro ai soci”.
Ostacoli asfissianti ai quali non facciamo attenzione
Nella sua relazione Lanfranco ripercorre quanto avvenuto negli ultimi due anni in ordine al rinnovo degli organi amministrativi del GAL.
“Premetto – sostiene Lanfranco - che sarebbe bello potersi occupare di idee, di progetti, di visioni, in un territorio che tutti amiamo e cui per questo abbiamo dedicato enormi energie. Ma dopo un percorso amministrativo piuttosto lungo, che mi ha dato modo di conoscere dal di dentro molti aspetti nascosti della gestione pubblica, ho maturato la convinzione che per fare ciò sia necessario liberarsi da ostacoli asfissianti ai quali, spesso, non facciamo più attenzione a causa di una preoccupante assuefazione”.
Inizialmente era emersa l'istanza dei rappresentanti dei soci pubblici, i Comuni, di non vedersi esclusi dalla possibilità di affidare l'incarico di presidente del GAL ad un sindaco, ma nel luglio 2020, in un incontro nel Salone consiliare della Provincia, venne dato mandato all’unanimità a Lanfranco di riferire tale indirizzo al presidente uscente Mario Sacco.
Dopo due anni mancano risposte all'impossibilita per un sindaco di ricoprire la carica di presidente
“Il presidente Sacco – continua Lanfranco - mi chiese allora di favorire la conclusione del suo percorso, iniziato come presidente nel 1997, attraverso un accompagnamento non traumatico, e garantendomi al tempo stesso che si sarebbe ritirato rispettando l'indirizzo emerso nell'incontro dei Sindaci, dopo un ultimo mandato della durata di un solo esercizio. Mandato che gli venne cosi accordato nell'Assemblea del 23 luglio 2020 ‘con l'impegno del consiglio a predisporre conseguenti eventuali regolamenti ed i patti parasociali, acquisendo i necessari pareri e consulenze di merito’”.
“Devo rimarcare – continua Lanfranco - come dopo due anni ancora non sia stata data una riposta chiara e definitiva in ordine all'impossibilita per un Sindaco di ricoprire la carica di presidente, il tema e servito solo per enfatizzare in modo volutamente confuso i danni che ne sarebbero conseguiti ed i pericoli paventati per tutti i soci”.
Il parere verbale esposto dall'avv. Giuseppe Rossetto nell'Assemblea del giugno 2021 e la richiesta di parere all'ANAC di cui non è stata resa nota l'eventuale risposta, hanno “consentito di sostenere una tesi quella utile al presidente uscente, in palese contrasto con pareri, sentenze, e con i numerosi esempi concreti che in alcun modo mettono in discussione la possibilità di eleggere un rappresentante di un socio pubblico alla presidenza. Circolano voci anche su ulteriori pareri richiesti, e immagino pagati, su questo tema e chiedo se ciò risponda al vero”, accusa Lanfranco che ricorda che nella primavera 2021, non risultava comunque in alcun modo neppure avviata la revisione statutaria, nonostante i solleciti anche scritti.
“L'obiettivo dell'abile presidente Sacco era evidente – rimarca - mettere nelle condizioni i soci di non avere alternative se non accordare nuovamente a lui un ulteriore mandato, e dando avvio ai lavori di revisione dello Statuto solo in quel frangente. Ricorderete quanto fu sgradevole dovrei forse usare termini più forti — ii modo con cui venne peraltro osteggiata, nella burrascosa assemblea del 21 giugno 2021, la richiesta di estendere la composizione della Commissione incaricata di mettere mano allo Statuto ad alcuni soggetti, esterni al CdA uscente, designati dai territori”.
Impedito il rinnovo degli organi
Nella sua forte lettera, l’ormai ex presidente della Provincia biasima il comportamento con cui, nell'impossibilita di ottenere un nuovo mandato, “Il presidente non ha più convocato e, di fatto, impedito il rinnovo degli organi, stabilendo, senza votazione alcuna e tra la esplicite perplessità manifestata da alcuni dei soci, di proseguire nel presiedere l'uscente CdA, che infatti ancora oggi opera in regime di prorogatio”.
Una discreta ‘bomba’ in periodo elettorale, che non mancherà di far discutere e prossimamente il presidente Sacco terrà una conferenza stampa.
Qui la relazione integrale