Dopo il "terremoto" politico sollevato dal presidente della Provincia Paolo Lanfranco sulle nomine del Gal (LEGGI QUI) e l'annuncio del presidente Mario Sacco di indire nei prossimi giorni una conferenza stampa, la politica si inserisce con decisione nell'argomento.
Scrive Marco Castaldo (Articolo Uno): "Salta all’occhio il numero di ruoli apicali ricoperti (di Sacco ndr) - ma ancor più eclatante e preoccupante è la varietà degli ambiti. Dal commercio all’agricoltura, all’edilizia, al socio-sanitario: e poi, ancora, manifestazioni e turismo, finanza, economia, cultura e istruzione. C’è tutto lo scibile umano ma non si riesce a trovare competenza che non sia l’esperienza acquisita sul campo".
Castaldo nella sua nota si augura che il gesto del presidente della Provincia di Asti sia l’espressione della volontà di riportare la competenza "al centro di un processo di rinnovamento indispensabile per assicurare un futuro ai nostri cittadini", ma in qualità di politico - Castaldo è candidato con Uniti si può - Teme "l’ennesima guerra intestina di gruppi di potere che mantengono lo status quo per continuare una gestione autoreferenziale della politica, volta a spartirsi cariche e ruoli non per trovare soluzioni virtuose per la comunità - ma per meri interessi personali".
Angela Quaglia (CambiAmo Asti), parla di sistema di potere. "Mario Sacco, presidente del GAL, autoproclamatosi presidente a vita , non ha commentato, facendo sapere che preferisce parlarne più in là, magari dopo le elezioni, quando i giochi potrebbero essere stati fatti. Il nostro sindaco, interpellato in proposito, non ha trovato di meglio che rispondere di non avere niente a che fare col GAL e che i suoi avversari si attaccano alle cose più basse”.
Per la consigliera la gestione del sistema in città, riguarda tutti i cittadini che "il 12 giugno decideranno se questo sistema di potere che si autoalimenta debba continuare o se invece sia giusto aprirsi a nuovi criteri di trasparenza e competenza".
Per Mario Malandrone (Ambiente Asti): "Interessa un percorso inclusivo e partecipativo che trasformi sostituisca “potere” con “servizio” e orizzontalità, inclusione. Apprezziamo le parole di Lanfranco, uomo delle istituzioni e che ha un grande rispetto per esse. La mappa del potere è più complessa di ciò che è oggetto di dibattito, basta aver frequentato la politica, organizzazioni, attori economici, potremmo farne una mappa di pagine e pagine e certo la concentrazione di potere verrebbe fuori, ma nella storia della nostra città pure molti altri poteri agiscono, sono ormai consolidati e se non lo son più sgomitano".