Una lamentela che non riguarda le liste di attesa o i tagli alla sanità, ma una presunta violazione alla legge 3 del 16 gennaio 2003 e Decreto legislativo del 12 gennaio 2016, quando l'ospedale Cardinal Massaia di Asti aderì a "Ospedale senza fumo", con aree preposte al fumo.
Le zone dedicate alla sigaretta, anche quella elettronica, erano state ridimensionate a pochi spazio nei quali sia i dipendenti sia, utenti e pazienti dovevano rimanere e il divieto era esteso alle zone esterne con particolare attenzione nelle zone di passaggio, nelle aree di attesa per le minicar elettriche e nei pressi di apparecchiature elettriche, nonché nelle aree contigue agli ingressi dei presidi ospedalieri e territoriali.
Diversa la cartellonistica esposta
Per favorire il rispetto del divieto nelle aree esterne, il fumo è stato consentito in zone ben delimitate e segnalate da cartellonistica adeguata che invita a non gettare a terra le sigarette, ma in appositi posacenere collocati allo scopo.
E l'area esterna del Cardinal Massaia consentita al fumo sarebbe esclusivamente la "Terrazza esterna a piano terra adiacente al bar, limitatamente ad area adeguatamente circoscritta distanziata dalle porte d’ingresso, utilizzabile sia dai dipendenti che dagli esterni".
Le violazioni vanno da 27,50 a 275 euro e raddoppiano (da 55 a 550 euro) nel caso in cui la violazione del divieto avvenga in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza o di lattanti o di bambini fino a dodici anni di età. I soggetti chiamati funzionalmente o istituzionalmente (per legge, regolamento o disposizioni amministrative) a vigilare sul rispetto del divieto di fumo, in caso di mancata ottemperanza al loro compito, sono soggetti ad una sanzione pecuniaria amministrativa che va da 220 a 2.200 euro.
Le considerazioni di una paziente oncologica in cura
Ad entrare in merito è una paziente oncologica in cura all'ospedale da quasi nove anni che scrive "in questo ultimo periodo sono sottoposta a chemioterapia e soffro gli effetti pesanti che comporta questa terapia. Ultimamente ho notato che uscendo dal Day Hospital oncologico si sente la puzza di fumo che arriva dall’ingresso principale, fatto che mi ha portato a notare una situazione che sembra chiaramente contro la legge".
Marcela, che ha inviato la lettera anche all'Asl, ricorda, appunto che, dal 2016, sono stati posizionati cartelli informativi davanti all’ingresso pedonale, nel piazzale davanti al parcheggio esterno, nella passarella che collega il parcheggio con l’ospedale.
"Attualmente - rimarca - sono stati posizionati posaceneri ai due lati dell’ingresso principale dell’ospedale che sono in chiaro conflitto con le norme scritte e, anzi, favoriscono la violazione del divieto di fumo. Chiedo che questi posacenere vengano rimossi dall’ingresso principale e che siano rinnovati i cartelloni informativi in modo che l’area di divieto fumo sia chiaramente identificabile".
Serve una campagna di comunicazione
Marcela chiede anche, nel rispetto di malati e utenti, una campagna di comunicazione con volontari che interagiscano con i passanti.
"I posaceneri potrebbero venire spostati nella zona di attesa / fermata bus, con cartelli informativi su fumo e pulizia dello spazio pubblico. Sono consapevole delle difficoltà nell’educare la società a una cultura della prevenzione, ma è proprio questo uno dei compiti principali dell’Asl".
"Avete diritto di fumare ma fate parte di una comunità"
E suggerisce agli amici fumatori: "Avete senza dubbio il diritto di fumare negli spazi dedicati, ma quando lo fate guardate che vi sta intorno, dove potete buttare le cicche. Fate parte di una comunità e avete una responsabilità verso gli altri. Guardate il pavimento intorno e riflettete riguardo a dove vanno a finire le cicche se buttate in terra, cosa per altro proibita dal nostro ordinamento e passibile anch’essa di multa".