Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte ha diffuso i dati della 209ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio 2024 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2023 e ha coinvolto 1.788 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 91.343 addetti e un valore pari a circa 57,5 miliardi di euro di fatturato.
Nel corso del 2023 l’economia internazionale e nazionale ha continuato a crescere, sebbene in rallentamento rispetto all’anno precedente. In base alle stime preliminari, il Pil italiano è aumentato dello 0,7% rispetto al 2022, sostenuto dal contributo positivo fornito dalla domanda interna al netto delle scorte, a fronte dell’apporto marginalmente negativo fornito dalla domanda estera netta. Le prospettive economiche internazionali restano, tuttavia, caratterizzate da elevata incertezza e rischi al ribasso legati in primo luogo all’acuirsi delle tensioni geo-politiche e a condizioni finanziarie meno favorevoli.
In questo contesto il tessuto manifatturiero regionale ha registrato, nella media del 2023, una buona tenuta, evidenziando dinamiche positive diffuse alla quasi totalità dei settori di attività e a tutte le classi dimensionali; a livello territoriale, invece, alcune realtà hanno manifestato più difficoltà di altre.
La crescita media della produzione manifatturiera per l’intero 2023 è stata pari al +1,5%, confermando il trend positivo degli ultimi due anni (nel 2021 e 2022 la crescita media annua era stata, rispettivamente, pari al +10,3% e +3,4%), seppur in rallentamento. Il risultato rappresenta la sintesi di una crescita la cui intensità si è mantenuta costante nell’arco dell’anno: alle variazioni del +1,4% e +1,6% rispettivamente registrate nel I e II trimestre del 2023, nel periodo luglio-settembre l’intensità è calata al +1,0%, per poi aumentare al +1,8% nel trimestre conclusivo dell’anno.
“A fronte di un consuntivo 2023 ancora positivo si confermano però i timori per il breve periodo che appare ancora incerto e condizionato da incognite difficilmente prevedibili. In questo quadro, guardiamo con fiducia al sistema bancario: è sempre più indispensabile sostenere le attività economiche con piani finanziari che possano permettere di investire per il futuro", ha commentato Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.
Concentrando l’attenzione sull’ultimo trimestre del 2023 si rileva, tuttavia, come la crescita della produzione industriale (+1,8%) si collochi in uno scenario caratterizzato da tendenze contrastanti registrate per gli altri indicatori congiunturali. Il fatturato totale ha continuato a crescere, registrando una variazione del +2,8% rispetto al IV trimestre del 2022, sostenuto sia dalla componente estera, che è cresciuta del 5,5% su base annua, sia da quella interna, aumentata dell’1,5%.
Non è altrettanto positiva la tendenza registrata sul fronte degli ordinativi totali, diminuiti dello 0,5% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2022, a seguito della crescita registrata sul mercato interno (+1,1%) e del brusco calo della componente estera (-3,7%).
Il grado di utilizzo degli impianti è, inoltre, sceso dal 68,4% del IV trimestre 2022 al 64,7% del periodo ottobre-dicembre 2023
La maggior parte dei settori di specializzazione della manifattura piemontese evidenzia anche nel IV trimestre dell’anno risultati positivi.
Dopo quattro trimestri consecutivi di primato, nel periodo ottobre-dicembre 2023 i mezzi di trasporto non rappresentano più il settore trainante il tessuto manifatturiero locale. Sono, infatti, le industrie meccaniche ad avere registrato la crescita più intensa della rispettiva produzione (+2,8% rispetto al IV trimestre del 2022), seguite a breve distanza da quelle dei metalli (+2,4%). Positive, ma al di sotto della media regionale, anche le tendenze registrate per le industrie alimentari (+1,7%), per quelle chimiche e delle materie plastiche (+1,5%) e per l’elettricità ed elettronica (+1,3%); di intensità analoga a quest’ultima è anche la variazione messa a segno dai mezzi di trasporto (+1,3%), che rappresenta la sintesi di andamenti contrastanti registrati per la produzione di autoveicoli (stabile nel confronto con il IV trimestre dello scorso anno, +0,4%), la produzione di componenti autoveicolari cresciuta del 5,6% su base annua, e quella del settore aerospaziale che ha, invece, scontato un calo tendenziale del 17,7%.
Continuano, invece, le difficoltà per le industrie tessili e dell’abbigliamento (-0,4%) e per il comparto del legno-mobile (-0,7%).
Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate sotto il profilo dimensionale si segnala un trend ancora positivo diffuso a tutte le realtà produttive: sono, però, le piccole (10-49 addetti) e le micro imprese (fino a 9 addetti) a realizzare i risultati migliori, con variazioni della produzione rispettivamente del +2,9% e +2,3% rispetto IV trimestre del 2022, mentre le medie (50-249 addetti, +0,7%) e le grandi imprese (oltre 250 addetti, +0,8%) registrano aumenti di intensità minore.
Novara registra la crescita di maggiore intensità, con una variazione della produzione industriale su base annua del +3,8%, sostenuta dalla crescita a doppia cifra delle industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche. Segue, a poca distanza, la provincia di Cuneo, che registra un incremento del 3,1%, frutto dei buoni risultati messi a segno sia dalle industrie alimentari che da quelle metalmeccaniche. Superiore alla media regionale anche la dinamica di Torino (+2,3%), sintesi di aumenti dei livelli produttivi registrati per le industrie tessili e dell’abbigliamento e, in minor misura, per quelle metalmeccaniche e dell’alimentare. Il Verbano C.O. (+1,8%) segnala uno sviluppo di intensità analoga alla media piemontese, sostenuto dalla rubinetteria e valvolame.
Il tessuto manifatturiero di Vercelli evidenzia una variazione della produzione del +1,0% rispetto al IV trimestre del 2022, frutto tuttavia di dinamiche settoriali contrastanti (alle tendenze positive dell’alimentare e della chimica-plastica si contrappongono i cali produttivi del tessile e della metalmeccanica); anche la sostanziale stazionarietà registrata dalla provincia di Asti (+0,2%) scaturisce da risultati settoriali tra loro discrepanti (la flessione delle industrie metalmeccaniche viene di fatto compensata dalla crescita realizzata dalle industrie alimentari e da quelle chimiche). Il comparto tessile penalizza la provincia di Biella, che chiude il IV trimestre del 2023 con un calo della produzione industriale dell’1,8%, mentre ad Alessandria (-1,0%) le difficoltà appaiono diffuse a tutti i comparti di specializzazione.
A fronte di un 2023 caratterizzato ancora da una buona tenuta degli indicatori congiunturali, per quanto non per tutti i settori e non per tutti i territori, si conferma l’incertezza per il futuro di breve periodo, con un clima di fiducia degli imprenditori in peggioramento alla fine dell’anno.
Focus investimenti e innovazione
Nel corso del 2023 il 34,7% delle imprese manifatturiere piemontesi ha effettuato investimenti.Le industrie chimiche e delle materie plastiche (47,1%), le alimentari (44,0%) e quelle dei mezzi di trasporto (40,6%) mostrano una maggiore propensione a investire, mentre a livello territoriale spiccano le imprese manifatturiere di Cuneo (41,9%) e Asti (40,4%). La tendenza a investire aumenta al crescere della dimensione aziendale: il 100% delle imprese di grandi dimensioni ha, infatti, effettuato investimenti.
Il 38,7% delle imprese ha, inoltre, introdotto innovazioni, per lo più di prodotto e di processo.