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Cronaca | 17 aprile 2024, 17:48

Escort e champagne in cambio di appalti: ai domiciliari un imprenditore reggiano attivo anche ad Asti

Enrico Benedetti è amministratore della Ecologia Soluzione Ambiente di Bibbiano (RE), cui è stata affidata la sperimentazione della 'raccolta verticale' dei rifiuti

Guardia di Finanza - Immagine d'archivio

Guardia di Finanza - Immagine d'archivio

Doverosamente premesso che nell’ambito dell’indagine non figurano elementi correlati o correlabili alle attività astigiane dell’azienda, l’indagine della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di Reggio Emilia che vede tra i coinvolti Enrico Benedetti, socio e amministratore unico di Esa (Ecologia Soluzione Ambiente) Spa, sta destando molto scalpore anche ad Asti.

La società che fa capo all’imprenditore emiliano, attualmente agli arresti domiciliari nella sua villa di Montecavolo (RE) e chiamato a rispondere dei reati di concorso in corruzione e sfruttamento della prostituzione, è infatti la vincitrice del bando di gara indetto dall’Asp per il piano di raccolta rifiuti verticale che negli ultimi mesi ha suscitato molte perplessità tra i cittadini e esponenti dell’opposizione in consiglio comunale. 

E sempre Esa Spa - come affermato alcune settimane fa dal Movimento 5 Stelle (CLICCA QUI per rileggere l’articolo) e confermato dalla rendicontazione elettorale successivamente caricata sul sito del Comune - ha contribuito alla campagna elettorale del sindaco Rasero, con un contributo di 3.000 euro. 

“Perché mia un’azienda del reggiano dovrebbe avere interesse a finanziare la campagna elettorale di un candidato sindaco in Piemonte?” si era chiesto il consigliere comunale pentastellato Massimo Cerruti, affiancato dal consulente legale del Movimento avvocato Alberto Pasta.

"Alla luce dell'arresto dell'amministratore unico dell'Esa, diventa ancora più preoccupante quanto scoperto dal sottoscritto e dall'avvocato Alberto Pasta", ha commentato a caldo il consigliere Cerruti.

 
Escort e champagne per aggiudicarsi importanti commesse

Ribadito ulteriormente che i fatti astigiani non figurano in alcun modo nei faldoni dell’inchiesta “Leonida”, è altrettanto inconfutabile che le pesanti accuse che la Procura di Reggio e le Fiamme Gialle emiliane muovono nei suoi confronti gettano pesanti ombre sulla figura dell’imprenditore a capo dell’azienda di Bibbiano (RE).

Procura e Finanza ritengono che sia stato proprio l’imprenditore ad ordire un rodato sistema corruttivo finalizzato ad ottenere ingenti commesse per lo smaltimento di rifiuti pericolosi tra cui missili, bombe al fosforo e bossoli e altro materiale bellico che necessita di specifici trattamenti.

Per ingraziarsi i favori di importanti funzionari dell’esercito – finiti anch’essi nel ciclone dell’inchiesta, che ha visto l’esecuzione di 5 misure cautelari (arresti domiciliari per l’imprenditore e 4 misure interdittive) e l’emissione di 14 avvisi di garanzia – l’imprenditore e i suoi collaboratori, tra cui anche sua figlia Margherita, avrebbero imbastito un efficace sistema corruttivo ‘omaggiando’ i militari con i servizi di alcune escort, bottiglie di champagne, cene in ristoranti eleganti e pernottamenti in hotel di lusso, nonché di buoni carburante e biglietti per partite di calcio.

L’inchiesta – avviata nel reggiano ma estesa alle provincie di Parma, Verona, Brescia, Lucca, Livorno, Sassari, Roma e Sienaprosegue per appurare eventuali ulteriori ramificazioni del sistema corruttivo emerso sulla base delle indagini dei finanzieri emiliani.

Gabriele Massaro

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