Viviamo in un posto bellissimo | 27 aprile 2024, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo dove è meglio guardare avanti

Puntata di inutile rammarico nel ricordare quando Asti era veramente capitale del vino, quando le grandi esposizioni enologiche italiane si ospitavano all’Alla

Viviamo in un posto bellissimo dove è meglio guardare avanti

Dall’alba del 27 aprile del 1911, l’area del parco del Valentino, a Torino, era tutta un via vai di persone. Persone indaffarate ad ottimizzare il lavoro dei mesi precedenti. Ancora 48 ore e si sarebbe inaugurata l’Esposizione internazionale dell'industria e del lavoro, esposizione universale organizzata in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia. Per la costruzione delle strutture espositive erano stati impiegati ben 3.500 operai. nell’allestire i vari padiglioni, per una superficie totale di circa 350.000 metri quadrati, su un'area complessiva di 120 ettari. A fine manifestazione, il 19 novembre, si contarono quasi 7 milioni di visitatori. Tantissimi per l’epoca e indubbiamente anche in assoluto.

Tra le varie manifestazioni a contorno e supporto al grande evento espositivo, rassegne musicali, congressi, teatro, un concorso cinematografico, gare ginniche, ippiche, di tiro a segno, corse ciclistiche, regate e il Concorso enologico internazionale. Concorso presieduto da un francese, ma con diversi giurati italiani, tra cui spiccava Federico Martinotti, direttore della Regia stazione enologica di Asti e ideatore di un nuovo metodo di spumantizzazione, brevettato nel 1895, anticipando Eugène Charmat di una quindicina d’anni. Nonostante questo, in Italia e nel mondo, il metodo è più facile sentirlo definire Charmat. Piccola ingiustizia, motivata dal suo costruire e brevettare, nel 1910, l’attrezzatura necessaria. Come dire, dalla teoria alla pratica.

Al Concorso i nostri vini erano presenti in massa, apprezzati e premiati, a conferma dell’importante notorietà internazionale. D’altra parte ad Asti avevano lavorato proprio bene negli anni precedenti, con culmine nel 1898 nell’Esposizione enologica nazionale, tenuta in città, durante un’altra grande celebrazione torinese sulle grandi produzioni italiane, con dependance vinicola in quella che venne definita la capitale enologica d’Italia. Esposizione allestita su una superficie di cinquemila metri quadri. Replica della prima Esposizione di Vini Nazionali e Mostra internazionale di macchine enologiche del 1891. 1.700 espositori e ben 6000 bottiglie a sfidarsi in concorso. Il tutto valorizzato da un grande e affascinante spazio polivalente, l'Alla, imponente foro boario costruito nel 1840. 

Ed ecco che scende la lacrima. Lacrima di rimpianto per quando Asti era capitale del vino. Ma come abbiamo fatto? Non me ne capacito. E vero che è passato oltre un secolo e molto è cambiato, ma una tale distanza tra ieri e oggi nella promozione enologica astigiana con gli immaginabili ritorni turistici e macro economici, diciamo che, come minimo, stupisce. E poi che dire dell’Alla, abbattuta per far spazio a un simbolo fallico, progettato per gratificare la follia di un singolo. Insomma, oggi va così. Invece di proposte e soluzioni mi arrivano solo rimpianti. Sarà la luna, boh. Intanto giovedì scorso ha inaugurato Vinum Alba, la più grande enoteca all’aperto d’Italia, vetrina delle produzioni vitivinicole di Langhe e Roero e occasione per “degustare i più grandi vini del Piemonte”. Evento diffuso nel centro storico, pronto a riempire calici fino al 5 maggio. 

Davide Palazzetti

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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