Tenero, dolce e senza spine, sono una terna di caratterizzazioni che, in teoria, ci starebbe anche abbinata al nostro posto bellissimo. Ci starebbe, ma tirata, tirata, anche perché assai più consona a quella meraviglia di sapore e di tutto che è il Carciofo Astigiano.
Carciofo dalle lontane origini, ricco di gusto e di affascinanti storie, per la Regione Piemonte è il Carciofo della Valtiglione PAT, acronimo di Prodotto Agroalimentare Tipico, a testimonianza della sua antica storia produttiva, concentrata in una particolare zona dell’Astigiano. Bisogna risalire al XVII secolo per rinvenire le prime testimonianze scritte riguardanti la sua coltivazione. Una, rilevante, nel 1635, quando Francesco Agostino Della Chiesa, storiografo anche al servizio dei Savoia, nel soddisfare la necessità di far conoscere i domini sabaudi, pubblica la Relazione dello stato presente del Piemonte. Relazione che segnalava nell’area compresa tra i fiumi Tanaro, Belbo e Tiglione la coltivazione di abbondanti "chiarchiofoli", oltre a cardi e asparagi.
Tradizione sopravvissuta al trascorrere del tempo fino a raggiungere la massima diffusione negli anni '50 del Novecento, seguita poi da lunghi decenni di abbandono, quale tardivo impossibilitato a competere con i prezzi da fine stagione degli altri carciofi. Se non è scomparso dobbiamo solo ringraziare Egidio Gagliardi, ottuagenario agricoltore di Mombercelli, che ha sempre continuato a conservarlo e coltivarlo. Egidio ha poi iniziato a donare ad altri agricoltori i carducci e la "sua" coltivazione si è salvata da cinquant'anni d'oblio. Oggi i produttori, pur contandosi non oltre le dita delle mani, sono diversi. Tre sono di Mombercelli, a continuare un racconto di gusto e tradizione che proprio lì ha trovato senso e continuità. Più recentemente il nostro carciofo è entrato anche nel mondo Slow Food diventandone Presidio, con sei dei produttori in elenco e una variante denominativa: Carciofo Astigiano del Sorì.
Comunque lo chiamino o lo chiamiate, è una prelibatezza con crescente necessità di racconto. Non a caso ne sto scrivendo. Racconto fondato sull'antica provenienza di un plus territoriale che dovrebbe essere sfruttato ben di più da Mombercelli. Sfruttato per attrarre visitatori e valorizzare qualità e storia di un sontuoso prodotto di territorio. Sfruttato organizzandone la festa. Festa del Carciofo Astigiano o, ancor meglio, Festa del Carciofo della Valtiglione. Un nome o l’altro, in tutta onestà, mi è indifferente, basta si faccia. Quest'anno è andata. Andata nel senso di aver motivi di festa ancora per pochi giorni e io mi son svegliato da solo un paio di settimane nell’invadere la comfort zone del sindaco di Mombercelli con stimoli e suggerimenti in tema. Il prossimo anno però confido, e anche qualcosa di più, di vedere nella bella, nuova piazza di Mombercelli tutti i produttori a far squadra nel celebrarne gli alti valori, assieme a qualche specialista della buona cucina a riempire di gusto un mare di appassionati.